"Questi giorni, per ciascuno di noi, per la nostra gente, per il mondo intero, sono giorni in cui vogliamo lasciarci raggiungere da questo amore. "
“In questi giorni dell’emergenza coronavirus, stiamo prendendo parte ai riti pasquali in modo diverso. Ma stiamo comunque prendendo parte. E’ sempre la Pasqua del Signore. Possa essere un tempo favorevole per meditare, per ripensare il significato profondo della nostra vita. E’ l’occasione per cercare di scrutare meglio il valore salvifico del mistero dell’Eucaristia. E’ il mistero dell’amore di Gesù, un amore unico, un amore che si dona senza trattenere nulla per sé, un amore che salva. E’ un amore che ci raggiunge sempre. Questi giorni, per ciascuno di noi, per la nostra gente, per il mondo intero, sono giorni in cui vogliamo lasciarci raggiungere da questo amore. La nostra preghiera è per chi sta soffrendo in questo momento e per quanti stanno aiutando in ogni modo chi si trova nella sofferenza” Così il vescovo di Lamezia Terme monsignor Giuseppe Schillaci aprendo le celebrazioni del triduo pasquale con la Messa in Coena Domini, trasmessa in diretta sulle emittenti televisive regionali ST Television ed EsseTivù e in streaming sul sito diocesano.
L’invito del vescovo di Lamezia a “contemplare l’amore del Signore che, nella notte in cui viene tradito, offre la sua amicizia gratuita agli uomini. Tutto questo ci interpella. Non chiudiamoci in noi stessi, nelle nostre paure, nei nostri interessi personali. Non chiudiamoci nel misero orizzonte spazio-temporale. Apriamo tutta intera la nostra vita. Lasciamo risuonare ancora nel nostro cuore le parole di Gesù che dice ai discepoli: “capite quello che ho fatto per voi?”. E’ il Signore stesso che ci interroga. Il Signore ci scuote. Lasciamoci scuotere. L’amore di Gesù è un amore umile, concreto, che si dona totalmente senza se e senza ma. Ama davvero solo chi serve. E’ questo l’amore che salva e noi tutti abbiamo bisogno di questo amore. E’ un amore che si fa gesto. Spogliarsi, mettersi il grembiule, inginocchiarsi, lavare i piedi: sono gesti che sconvolgono i discepoli. Come Pietro e i discepoli, anche noi tante volte siamo lenti a capire i gesti del tuo amore, specie quando attraversiamo le paure e le sofferenze. Spesso non riusciamo a capire il segno del tuo amore nelle prove. Noi, Signore, desideriamo capire, capirti. Lo possiamo fare nella misura in cui siamo in grado di amare. Capiamo se amiamo Te, se amiamo i fratelli, se amiamo soprattutto quelli che nessuno ama. Concedici, Signore – ha concluso il vescovo - di essere oggi, nel tempo del coronavirus, un segno di amore credibile. Non permettere che ci chiudiamo nel nostro misero orizzonte. Noi che ci nutriamo del tuo corpo e sangue, fa’ che possiamo essere cibo e nutrimento per i fratelli.”