Santa Maria, in una notte che odorava di latte e di pastori, hai dato alla luce il figlio. Come può essere piccolo Dio! Un pugno di carne posato sul tuo grembo, un vagito nella notte, una bocca affamata del tuo seno. E, insieme, un pugno di luce lanciato in faccia al mondo. Un Dio che vivrà solo se tu lo amerai e ti prenderai cura di lui; un Dio che sarà felice solo se tu lo farai felice. Ermes Ronchi Natale del Signore 2012 Carissimi fratelli e sorelle, In questo tempo di Avvento, che tiene desta in noi l’attesa del Signore che viene e ci fa contemplare con stupore che il desiderio di Dio per l’uomo è stato tale da farsi carne nella carne del Figlio suo, vi raggiungiamo per augurare a tutti voi un santo e sereno Natale e condividere il cammino dell’anno che ormai volge al termine.
La Vergine dell’attesa è l’icona per eccellenza della vita di ogni credente, è il luogo dove il Signore può prendere dimora, è lo spazio in cui Egli può operare. In quel Dio fatto piccolo, che si affida a noi, c’è tutta la scommessa della fede: un’alleanza d’amore da custodire come un bambino fragile e indifeso. Ed è proprio la fede, in questo anno indetto dal Santo Padre Benedetto XVI, la chiave di lettura che ci aiuta a ripercorrere gli eventi del tempo particolare di grazia che abbiamo vissuto.
L’ottavo centenario di fondazione del nostro Ordine è stato segnato per noi da tre eventi significativi, che hanno rappresentato anche una parola di consegna e di custodia da parte del Signore, per l’intercessione della Madre Santa Chiara. è stato il suo modo per ricordare al nostro cuore quel principio santo della sua conversione da tenere sempre davanti agli occhi, quel punto di partenza, a cui sempre ritornare e per cui lottare fino alla fine, con coraggio, così come ha fatto lei.
Nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, alzati e cammina! Questo il motto della visita pastorale di Benedetto XVI nella nostra diocesi di Lamezia Terme il 9 ottobre 2011. Alla speciale paterna sollecitudine del nostro Vescovo, mons. Luigi Cantafora, dobbiamo il dono di aver potuto incontrare privatamente il Santo Padre Benedetto XVI nella cappella dell’episcopio. Pochi minuti, il tempo di uno sguardo e di una benedizione. Ma nella fede il segno di una conferma, di un incoraggiamento a continuare a camminare nel nome del Signore in questa terra di Calabria e soprattutto un’eredità da raccogliere e custodire: l’ardente e sofferta fedeltà di Chiara alla Chiesa.
Abbiamo poi veramente sentito la Madre Santa Chiara camminare con noi e dentro la nostra storia, quando si è fatta concretamente pellegrina fra le montagne calabresi in occasione della peregrinatio di una sua reliquia proveniente dal monastero Sacro Cuore di Alcamo, dal 19 al 22 marzo. Attraverso quel piccolo frammento del suo corpo, che è stato tempio dello Spirito Santo, abbiamo sentito la presenza silenziosa e forte di quel Soffio Divino che fa rinascere tutte le cose a vita nuova, un germoglio ancora tenero, ma carico di speranza. Proprio in quei giorni sorella malattia ci visitava: cominciavano ad essere sempre più fondati i sospetti di un tumore ai polmoni per la nostra madre Chiara Elisabetta. è stato come se Chiara avesse voluto essere presente in mezzo a noi, mentre si imprimeva il segno del mistero pasquale nel piccolo corpo della nostra fraternità. Ancora la fede: per vedere oltre e attraverso la prova, anche nel buio di una notte misteriosa e incomprensibile.
E poi Francesco: Chiara non poteva non lasciarci il dono di lui! Il 3 luglio, in occasione della visita alla Provincia dei Frati Minori di Calabria, è venuto a trovarci il Ministro generale fr. José Rodriguez Carballo: le sue parole e il modo fraterno con cui si è intrattenuto con noi e ci ha benedette, hanno confermato il nostro desiderio, tenacemente perseguito, di voler camminare insieme ai figli di Francesco, in quella reciprocità che ci fa essere l’unica famiglia dei Minori, fratelli e sorelle che vivono il Vangelo del Signore Gesù non in un’uguaglianza di forme, ma nell’identità dello stesso Spirito che ci ha generati nella Chiesa e ci ha fatti “uscire dal mondo”.
In questi tre eventi che racchiudono quanto Chiara ha saputo custodire e ciò per cui ha lottato tutta la vita, abbiamo colto una “consegna”, un’eredità da amare e vivere, da incarnare nell’oggi con audacia e con passione, nella fedeltà alla Chiesa, nell’obbedienza promessa al beato padre Francesco e ai suoi successori, nel carisma dell’altissima povertà in santa unità. Una consegna che ci preparava a vivere le prove dei mesi successivi, portando nel cuore la promessa del Signore fatta a Chiara: Io vi custodirò sempre!
Il giorno della solennità di S. Chiara, che chiudeva le celebrazioni dell’ottavo centenario, madre Chiara Elisabetta, vedendo aggravarsi le sue condizioni di salute, ha deciso di anticipare il nostro capitolo elettivo al 17 settembre, festa delle stimmate di S. Francesco. Nessuno poteva immaginare che solo due settimane dopo ci avrebbe lasciate per raggiungere lo Sposo Celeste, proprio il 2 ottobre, accompagnata dagli Angeli custodi. Una parola di custodia, un’esperienza di misericordia, quella che abbiamo dolorosamente vissuto accanto a lei: custodia e misericordia del Signore verso tutte noi, verso di lei sofferente; custodia e misericordia da imparare e vivere noi stesse, ad ogni costo e fino alla fine.
Nell’Avvento del Signore, dunque, quest’anno c’è anche il nostro “avvento”, un nuovo inizio, una pagina nuova di storia che il Signore ha già iniziato a scrivere donando alla nostra fraternità l’ingresso di una postulante calabrese, Maria Paola, il 7 dicembre. Affidiamo il suo cammino, iniziato sotto la protezione dell’Immacolata, anche alla vostra preghiera.
A tutti gli auguri di un santo Natale e di un nuovo anno colmo della benedizione del Signore: possa il Verbo della vita tornare a nascere nei nostri cuori.
In comunione di preghiera,
sr. Chiara e sorelle