·

Chiesa

Vita consacrata: rinascita di una profezia nell'incontro con Cristo

Redazione · 6 anni fa

Domenica 3 febbraio, la Messa in Cattedrale, presieduta dal Vescovo per la giornata della Vita Consacrata. Di seguito si riporta il testo dell'omelia.

Questa sera la nostra Chiesa, loda il Padre di ogni grazia perché dall’offerta di Cristo, prefigurata nella presentazione al tempio, che abbiamo celebrato ieri, è fiorita l’offerta hanno fatto le vergini e i vergini: dei loro corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio. Dalla presentazione al Tempio del Signore è fiorita come una vite feconda la vita religiosa nella Chiesa, nella sua multiforme ricchezza ed espressione.
Nella vostra persona, carissimi consacrati, noi contempliamo in tutto il suo splendore ciò che celebriamo sacramentalmente nell’Eucaristia: l’amore di Cristo che dona se stesso. Assieme agli sposi cristiani, voi siete di questo amore il frutto più prezioso.
Contempliamo questa preziosità, perché salga questa sera più gioiosa la nostra lode e più sentito il nostro ringraziamento. La donazione che voi fate a Cristo di un cuore indiviso, vi rende capaci di amare ogni persona di un amore unico e pieno. Avendo messo a disposizione di Cristo la vostra persona nella forma radicale propria dei consigli evangelici, avete aperto, per così dire, dentro a questo mondo lo spazio perché l’amore di Cristo raggiunga ogni persona.

E’ la Chiesa nel suo insieme, certamente, ad essere il «segno efficace» del Regno di Dio dentro a questo mondo.
2 Ma la parte veramente santa della Chiesa, il suo nucleo soprannaturale, per così dire, è formato da quelle donne ed uomini che hanno messo la loro vita intera a disposizione del Regno di Dio, in un’attitudine di amore che prende forma nella verginità consacrata. In voi, noi vediamo la Chiesa nella sua «forma più pura»: un tentativo continuo di prolungare lungo tutti i secoli la vita apostolica, quale fu vissuta alle origini della Chiesa.
Ecco perché questa sera vogliamo dirvi semplicemente questo: come è bello, come è bene che voi ci siate! Senza di voi la Chiesa non sarebbe.
3 Eppure, molti vorrebbero vedere l’ora presente come l’ora del canto del cigno per la vita consacrata! Invece, lo Spirito del Signore ci aiuta a vedere i segni della sua presenza. La Parola di Cristo che abbiamo ascoltato, ci apre la strada a capire come Gesù, per certi versi, abbia posto la sua azione e parola sulla scia di grandi profeti come Elia ed Eliseo. Gli esordi della predicazione del Signore non sono felici ed esaltanti, anzi Egli avverte l’ostilità della sua gente, l’incomprensione dei suoi, il rifiuto dei cuori. Ma Dio apre nuove strade e nuovi orizzonti. Del resto la profezia cos’è, se non rimettersi in cammino a partire da una certezza radicata nel cuore, anche se sconfessata dalla realtà?
4 Forse per questo “profezia” è la parola giusta con cui possiamo parlare a voi della vostra vita e del vostro futuro, cari consacrati. Infatti ogni profeta non parte da una situazione di successo o di forza, bensì ha in sé una grande precarietà e debolezza.
La debolezza è il primo segno della profezia! Perché il debole non si impone, ma si offre e per poter andare avanti ha bisogno di essere creduto.
Per questo la profezia che ognuno di voi vive e porta dentro è «la capacità di inglobare la morte, il fallimento, l’inevidenza, la marginalità e di farlo come scelta per tutta la vita… La profezia della vita consacrata si identifica per questo in massima parte con il proprio combattimento spirituale, nella coscienza dei propri limiti… non è di essere ‘diversi’ e ‘a parte’… ma di essere persone solidali, capaci di condividere la fatica di vivere che tocca, talora in modo drammatico, l’esistenza di tutti gli uomini e le donne. Il servizio cui sono chiamati i consacrati non è di essere modelli di vita impeccabile, ma, come spesso ricorda Papa Francesco, di essere e diventare sempre di più ‘peccatori perdonati’, capaci di animare la speranza, di tutti e di ciascuno, di poter sperimentare nella propria vita questa stessa grazia di misericordia» .
5 La profezia è di mostrare a tutti che l’amore di Dio ci permette di vivere nel limite e nella povertà esistenziale e anche spirituale in modo dichiarato e sereno. Siamo profeti, siete profeti, perché il male che ci attanaglia non ci imprigiona! E tutto questo nasce da un incontro, come è stato l’incontro di Cristo con i Simeone e Anna.
La vita consacrata nasce e rinasce dall’incontro con Gesù così com’è: povero, casto e obbediente. C’è un doppio binario su cui viaggia: da una parte l’iniziativa d’amore di Dio, da cui tutto parte e a cui dobbiamo sempre tornare; dall’altra la nostra risposta, che è di vero amore quando è senza se e senza ma, quando imita Gesù povero, casto e obbediente. Così, mentre la vita del mondo cerca di accaparrare, la vita consacrata lascia le ricchezze che passano per abbracciare Colui che resta. La vita del mondo insegue i piaceri e le voglie dell’io, la vita consacrata libera l’affetto da ogni possesso per amare pienamente Dio e gli altri. La vita del mondo s’impunta per fare ciò che vuole, la vita consacrata sceglie l’obbedienza umile come libertà più grande. E mentre la vita del mondo lascia presto vuote le mani e il cuore, la vita secondo Gesù riempie di pace fino alla fine, come nel Vangelo, dove gli anziani arrivano felici al tramonto della vita, con il Signore tra le mani e la gioia nel cuore.
E tutto questo ha bisogno di essere non solo creduto, ma anche visto! E tutto questo lo vogliamo e lo possiamo vedere in voi cari religiosi e care religiose.
6 Stasera, vi ripongo tutti e ciascuno sull’altare: perché sia grande la vostra offerta. Come dice l’apostolo sia sacrificio vivente in quanto porta in sé Cristo che è la vita; sia sacrificio santo perché vi abita lo Spirito Santo; sia sacrificio gradito perché libero dai peccati e dai vizi; sia profezia perché l’amore vi abita; sia profezia perché testimoni di una vita che tutti desideriamo, libera, felice e amante. A misura del dono di Cristo.