Giovanni Paolo II nell’Enciclica Redemptoris Mater al numero 24 sottolinea il ruolo della Vergine Maria nella nascita della Chiesa e lascia intravedere una continuità della maternità di Maria: «Nell'economia della grazia, attuata sotto l'azione dello Spirito Santo, c'è una singolare corrispondenza tra il momento dell'incarnazione del Verbo e quello della nascita della Chiesa. La persona che unisce questi due momenti è Maria: Maria a Nazareth e Maria nel cenacolo di Gerusalemme. In entrambi i casi la sua presenza discreta, ma essenziale, indica la via della nascita dallo Spirito. Così colei che è presente nel mistero di Cristo come madre, diventa - per volontà del Figlio e per opera dello Spirito Santo - presente nel mistero della Chiesa. Anche nella Chiesa continua ad essere una presenza materna, come indicano le parole pronunciate sulla Croce: “Donna, ecco il tuo figlio”; “Ecco la tua madre”». A tali parole di Giovanni Paolo II fa eco il mariologo Laurentin che afferma: «Nella Pentecoste si svolge un’azione analoga a quella dell’annunciazione: lo Spirito, che si era manifestato segretamente per formare il corpo fisico del Salvatore, si manifesta in modo clamoroso per formare il suo corpo mistico. Non più per la nascita di Cristo, bensì per la nascita della Chiesa. Maria è presente nel Cenacolo all’ombra dello Spirito, come altra volta all’atto dell’annunciazione. Si conseguenza non ci sarà un’altra partenza di Maria verso la casa di Elisabetta (Lc 1,39) ma la partenza degli Apostoli verso i popoli di tutta la terra: è la visitazione della Chiesa in dimensioni mondiali» (Laurentin R., Breve trattato sulla Vergine Maria, San Paolo, Cinisello Balsamo 2016, p. 233). Gesù infatti, dopo la Risurrezione, aveva detto agli apostoli di non allontanarsi da Gerusalemme in attesa della promessa dello Spirito Santo, che li avrebbe resi veri testimoni del Risorto: «riceverete la forza dello Spirito che verrà su di voi e sarete miei testimoni» (At 1,8). Come Maria, gli apostoli dovranno generare il Signore: per questo la madre di Gesù a Pentecoste non è solo una presenza occasionale anzi si presenta in una posizione singolare, solenne e ufficiale. Inoltre il versetto At 1,14 («Tutti costoro erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di lui»), anche se laconico, è un testo di notevole importanza. Infatti è il primo dei sommari (cioè che presenta atteggiamenti e caratteristiche qualificanti la comunità) inserito nella pagina introduttiva degli Atti degli Apostoli: rappresenta l’identità originaria della Chiesa. Alla luce di questo primo sommario, siamo invitati a contemplare Maria nella comunità dei credenti di tutti i tempi. Ella è presente come la madre di Gesù dovunque ci siano discepoli del Signore, in ogni luogo ove donne e uomini si radunino, animati dallo Spirito Santo, per essere testimoni del Risorto (cfr. Valentini A., Maria secondo le scritture. Figlia di Sion e Madre del Signore, EDB, Bologna 2007, pp. 239-274). Per questo fin dall'antichità la beata Vergine è menzionata e invocata nel cuore della preghiera eucaristica, come attesta il Communicantes del Canone Romano (secc. IV-V): «In comunione con tutta la Chiesa, ricordiamo e veneriamo anzitutto la gloriosa e sempre vergine Maria, Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo». Ogni Eucaristia viene dunque celebrata ricordando e comunicando con Maria. Il Cenacolo infatti non è un luogo generico di preghiera, ma quello in cui Cristo ha celebrato l'ultima cena con i discepoli. Gli esegeti, rilevando la posizione centrale che occupa la Vergine in rapporto alle persone nominate in Atti 1,14, intendono l'espressione “con Maria” nel senso di “attorno a lei”, come del resto da secoli suggerisce l'iconografia della Pentecoste: il Cenacolo è quindi il primo luogo dove la Madre di Gesù esercita primariamente la sua maternità ecclesiale.
Vita diocesana
La Vergine Maria e la Pentecoste
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