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Società

Lo sviluppo passa anche attraverso i grani antichi ed i mulini storici

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

Creare nuove opportunità di lavoro attraverso la tutela e la valorizzazione delle biodiversità e della miriade di piccole imprese operanti in Calabria: questa è la sfida della costituenda Comunità dei grani antichi e mulini storici attivi, panifici e pastifici artigianali, che nei giorni scorsi ha incontrato Mauro D’Acri, consigliere regionale delegato all’Agricoltura che ha proposto di “istituire, nella Cittadella Regionale, un tavolo tecnico ad hoc in grado di dare seguito, con tempestività, alle proposte e agli spunti emersi durante l’incontro”. “La Comunità - ha spiegato Pino Campisi, presidente Acli Terra Calabria - non è una rievocazione romantica, ma una rete che raggruppa un numero crescente di piccoli artigiani, produttori, imprenditori agricoli, associazioni, amministrazioni comunali e cittadini attivi, animati dall’ambizione di recuperare i grani antichi, lavorati con la macinazione a pietra, che consentono di produrre una farina di alta qualità, nella convinzione che valorizzare i grani antichi significa anche tutelare il patrimonio storico-culturale di un intero territorio. Il ritorno alle macine antiche – ha aggiunto - sarà per la Calabria un nuovo brand, un nuovo modo di generare tutela della salute, dell’ambiente e riscoperta di nuovi stili di vita. La Comunità nasce con un obiettivo prioritario: creare nuove occasioni di sviluppo e di crescita di un sistema imprenditoriale diffuso ed integrato, in grado di incidere in maniera significativa sui livelli occupazionali regionali, soprattutto su quelli giovanili che ad oggi risultano i più drammatici, attraverso l’interazione di tre mondi: lavoro, agricoltura e sviluppo economico”. D’Acri ha accolto la proposta di lavorare sinergicamente alla creazione di una filiera di grani antichi in Calabria, anche in collaborazione con altri assessorati dell’amministrazione regionale (Sviluppo economico e Lavoro) partendo dalla definizione di un testo di legge e dalla individuazione di una serie di misure incentivanti che possano favorire la coltivazione di grani autoctoni e la realizzazione di prodotti di qualità, valorizzando la biodiversità: “Il Psr (programma di sviluppo regionale) – ha affermato – è uno strumento importante per la Calabria e le eccellenze calabresi. Molte linee di intervento sono state già mandate a bando ma abbiamo la possibilità di valutare le modalità più opportune per sostenere una filiera che rappresenta indubbiamente un ritorno alle nostre origini, come stiamo facendo per il biologico, attraverso l’innalzamento dei parametri e l’indennità compensativa. Se ci crediamo e operiamo in una logica di sistema – ha concluso D’Acri - , saremo in grado di raggiungere risultati straordinari, anche perché la Calabria, soprattutto nelle aree interne, è caratterizzata da un tessuto produttivo costituito da micro imprese, spesso di natura familiare, che per generare reddito devono essere messe necessariamente in rete”. Tra gli obiettivi prioritari perseguiti vi sono: messa in rete dei mulini a pietra attivi in Calabria; costituzione di una filiera regionale dei prodotti da forno, pane, pasta; adozione di un marchio regionale identitario; creazione di imprese per l’inserimento lavorativo di soggetti a rischio di esclusione sociale (detenuti; ex detenuti e diversamente abili); promozione e recupero degli antichi mestieri. Alla Comunità, che ha come soggetto proponente il “parco agricolo Calabria”, hanno già aderito, tra gli altri, oltre ad Acli Terra Calabria, anche la Pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Lamezia Terme; il Progetto policoro di Lamezia Terme; associazioni; Comuni; panifici; pastifici.