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Una vita che invita

Beato Giacomo Alberione

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

Ore 15 del sabato, lezione di catechismo: “Ragazzi aprite il libro e leggiamo il brano del discorso della montagna”; sera di sabato in oratorio vediamo un film su don Bosco; il coro canta la domenica con in mano il libro dei canti. Se stiamo attenti all’ultima pagina in molti di questi sussidi c’è scritto “edizioni Paoline”. Iol fondatore è il beato Giacomo Alberione. Nato il 4 aprile 1884 a San Lorenzo di Fossano (Cuneo) da famiglia di contadini, dodicenne entra in seminario a Bra e poi ad Alba; qui completa gli studi di filosofia e teologia, ricevendo l’ordinazione sacerdotale (giugno 1907). Il 31 dicembre 1900, durante l’Adorazione Eucaristica, una voce lo incita a fare qualcosa l’umanità del nuovo secolo. Fonda la Famiglia Paolina e il settimanale Famiglia Cristiana. La sua missione e il suo carisma si esternano nel mettersi al servizio del Vangelo attraverso i mezzi di comunicazione. Paolo VI lo definì “una meraviglia del nostro secolo”, altri “!l'industriale del Vangelo”. A trent’anni è direttore spirituale del seminario di Alba e fonda la sua prima congregazione religiosa; alla sua morte le congregazioni saranno cinque, più quattro istituti Paolini. Conseguita la laurea in teologia a Genova è nominato dal Vescovo direttore spirituale del seminario diocesano e svolge l’incarico fino al 1920, quando si dedicherà solo all’Istituto Apostolato della buona stampa, la Pia Società San Paolo. Il suo progetto matura dopo l “illuminazione” nella notte del 31 dicembre 1900. Giacomo, seminarista appena diciassettenne rimane in ginocchio nel duomo di Alba per quattro ore. Si domanda come fare qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo. Alberione desidera una «organizzazione di scrittori, tecnici, librai, rivenditori cattolici» ( racconterà nel 1953), in cui è necessario il contributo dei laici. Nel 1913 il Vescovo lo chiama a dirigere il settimanale diocesano Gazzetta d’Alba; il Beato ne acquista la proprietà crea la Scuola Tipografica Piccoli Operai, primo nucleo della futura Pia Società San Paolo. Fonda anche la congregazione femminile delle Figlie di San Paolo. Don Alberione diceva: «Le macchine (tipografiche) sono pulpiti, le sale chiese, gli operatori i predicatori». I libri stampati dai “Piccoli Operai” sono diffusi dalle Figlie mediante la cosiddetta “Propaganda della “Buona Stampa”. A Natale del 1931 le figlie di san Paolo curano il primo numero di Famiglia Cristiana che diventerà il più diffuso settimanale cattolico italiano. Accanto alle Figlie di San Paolo nascono altre congregazioni tra cui le Suore di Gesù Buon Pastore, le Suore Apostoline per la promozione vocazionale e l’associazione dei Cooperatori Paolini). Il 28 giugno 1969 Paolo IV riconosce lo straordinario sviluppo delle opere di don Alberione e gli conferisce l’onorificenza “Pro Ecclesia et Pontifice” . Gli dice: «don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore ed ampiezza al suo apostolato, nuova capacità e nuova coscienza della validità e della possibilità della sua missione nel mondo moderno con mezzi moderni». Nel frattempo è molto attiva la San Paolo Film, in grado di produrre “Pinocchio” girato da Comencini con Nino Manfredi e Gina Lollobrigida. Così il Papa: “ come ha fatto la Pia Società San Paolo ad affermarsi in modo così cospicuo ed in un tempo così relativamente breve? Molto facile è la risposta anche se piena di segreti, i segreti della Volontà di Dio sugli uomini. Due i protagonisti di questa magnifica iniziativa: Dio che da istruzioni e don Alberione che le realizza come umile e fedele servitore che si mette al servizio dell’amore paterno del Signore”. Oggi i religiosi e le religiose della Famiglia Paolina hanno opere in tutti i continenti. Sono presenti nell’editoria cattolica con i libri e sussudi della San Paolo Edizioni e delle Paoline, con Famiglia Cristiana, Il Giornalino dei ragazzi, i mensili Jesus, etc etc. Don Alberione muore a Roma il 26 novembre 1971; sarà beatificato da Giovanni Paolo II nel 2003. Nel 1989, era stato beatificato don Timoteo Giaccardo, tra i suoi primi collaboratori. Un progetto mirabile e grandioso quello messo in atto da don Alberione. Don Alberione è un San Paolo moderno che vuole che il mondo sappia tutto sulla fantastica storia di Dio attraverso i secoli e i suoi Santi Testimoni. Un Beato “empatico”, una vita che invita nella testimonianza del Vangelo.