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Cultura e Società

Calabria regione multietnica, seconda patria per oltre 91mila stranieri

Paolo Emanuele · 8 anni fa

In Calabria risiedono 91.354 stranieri; la provincia che accoglie il maggior numero di immigrati è Cosenza (30.275 ), seguita da Reggio con 29.129; a Catanzaro vivono 16.175 stranieri, a Crotone 9.063 e a Vibo Valentia 6.712 persone di nazionalità straniera. L’etnia più numerosa è quella romena (34,5%), segue il Marocco (15,4%), l’Ucraina (6,8%), la Bulgaria (6,7%), l’India (4,5%). Il 55,9 per cento degli immigrati che vive in forma stanziale sul territorio calabrese è impegnato in attività inerenti i servizi; il 16,9 per cento lavora in agricoltura; il 9,1 per cento nelle costruzioni. Nella scuola dell’infanzia il 16,9 per cento dei bambini è di nazionalità straniera; nella primaria il 31,2 per cento; nella secondaria di primo grado gli alunni figli di immigrati sono il 22,8 per cento, in quella di secondo grado il 29,1 per cento. I minori nati in Italia sono il 23,2 per cento. Questi alcuni dei dati (al primo gennaio 2015) del XXV Rapporto Immigrazione 2015 presentato nell’aula magna del seminario “San Pio X” di Catanzaro. Ad aprire il dibattito è stato il vescovo della diocesi di Lamezia Terme Luigi Cantafora che ha evidenziato: “Il fenomeno dell’immigrazione che stiamo vivendo in questi anni è un dramma epocale. Ci sentiamo immersi nell’insicurezza generale a causa della non conoscenza reale delle effettive intenzioni dei nostri fratelli stranieri. Bisogna vincere il clima di paura ed incrementare la pratica quotidiana della cultura del dialogo”. All’incontro è intervenuto il direttore nazionale della Fondazione Migrantes Giancarlo Perego che ha ribadito"Sul territorio italiano vivono cinquemilioni e 24 mila immigrati. La loro presenza è in calo al nord mentre l'immigrazione cresce al sud. Non dobbiamo lasciare ai margini della nostra società queste persone – ha incalzato Perego - non dobbiamo subire la realtà ma dobbiamo avere la capacità di generare, integrare, includere, riorganizzare la nostra vita associativa”. Il direttore nazionale della Fondazione Migrantes ha fatto notare che nelle scuole italiane ci sono oltre 800 mila studenti di 96 nazionalità diverse, “senza di loro – ha rimarcato Perego - molti istituti avrebbero chiuso e molti insegnanti sarebbero senza lavoro”. Nel corso dell’intervento è stato ricordato che sono 650 mila le persone che hanno acquisito la nazionalità italiana negli ultimi anni e che bisogna distinguere gli immigrati che fuggono da guerre e carestie e altre calamità e i migranti economici che stanno cambiando il mondo. Perego ha anche parlato “del mondo della famiglia, un tema fondamentale per una realtà in continua evoluzione. Nelle parrocchie italiane – ha detto il direttore Migrantes - sono nati 3mila doposcuola quindi, alla luce del fenomeno migratorio, la scuola va ripensata. L'ora di religione nelle scuole diventi momento di dialogo e confronto tra diverse fedi e culture”. Perego ha affermato con forza: “La cultura dell'incontro valorizzi il patrimonio dell'accoglienza e dell'integrazione. Le parole chiave che guidano il nostro agire siano accoglienza, relazione, accompagnamento, partecipazione, condivisione. Diciamo ‘no’alla conflittualità sociale, facciamo una reale obiezione di coscienza contro le armi". Mons. Domenico Graziani, arcivescovo di Crotone nonché delegato regionale Migrantes ha tenuto a sottolineare: “La Chiesa italiana è chiamata ad adottare i criteri dell'integrazione culturale. Senza la Chiesa non si può trattare il tema dell'immigrazione. Purtroppo – ha lamentato l’arcivescovo - c'è anche il fallimento della politica che non riesce ad andare oltre la prima accoglienza. Le chiese, dunque, sono chiamate ad attivarsi con le buone pratiche”. Hanno moderato l’incontro padre Bruno Mioli (delegato regionale Migrantes Calabria) e padre Valerio Di Trapani (delegato regionale Caritas Calabria).