Le recenti uscite di Goletta Verde e le relative risposte di alcuni consiglieri dell’Amministrazione comunale di Lamezia Terme, alimentano dubbi e incertezze invece di favorire l’informazione sulle reale condizione delle acque marine. Sui dati, diffusi di recente e non corrispondenti all’attuale realtà bastano due esempi: non è vero, come riportato nella recente tabella di Goletta Verde sulle acque delle Calabria, che il Torrente Zinnavo indicato come “fortemente inquinato” si trova nel comune di Lamezia Terme in quanto il Torrente Zinnavo è un corso d’acqua che scorre e sfocia interamente e solo nel territorio di Gizzeria; così come non è vero che le attuali condizioni delle acque di balneazione del comune di Lamezia Terme siano ancora quelle indicate nella tabella del Decreto della regione Calabria con i dati della classificazione del febbraio scorso. In particolare, l’area di balneazione denominata “500 metri sud Torrente Bagni”, nella Tabella classificata di qualità eccellente, attualmente è indicata dal ministero della Salute come “temporaneamente vietata per inquinamento”. In pratica, invece di evidenziare che il “fortemente inquinato” Torrente Zinnavo è all’esterno del comune di Lamezia Terme e di “dare giusta informazione ai cittadini sulle specificità dei tratti costieri di competenza territoriale” come sottolineato nel Decreto regionale n 1164/2016 sulla classificazione delle acque di balneazione richiamato dagli stessi Amministratori locali, il comune di Lamezia Terme si limita a riproporre dati non aggiornati. Ma c’è di più, sempre nel sito del ministero della Salute a tutt’oggi continua a non comparire l’ordinanza comunale di Lamezia Terme relativa alla “conferma” dei divieti di balneazione della zona in sinistra e destra Pontile ex area Sir dei quali è stata data notizia da vari giornali nel mese maggio. Sullo stesso sito, invece, è comparsa un’altra Ordinanza di divieto di balneazione emanata dalla Capitaneria di Vibo Valentia per un altro tratto del litorale di Lamezia Terme. In particolare, il divieto è stato posto a “100 metri nord e sud collettore aeroportuale”, in un tratto compreso nell’area adibita alla balneazione e denominata “500 metri a sud torrente Bagni" della lunghezza di 791 metri. Questo divieto posto dalla Capitaneria di Vibo Valentia risulta in vigore dal 21 agosto 2015. Pertanto non si comprende perché non è stata fornita tempestiva informazione ai cittadini da parte degli Enti Preposti come il Ministero della Salute, il Comune e Arpacal. E perché è stato reso noto solo nelle settimane scorse e solo dal Ministero della Salute? E soprattutto non si riesce a comprendere il fatto che nella stessa area denominata “500 metri a sud torrente Bagni” i risultati delle analisi effettuate nei mesi di agosto e settembre 2015 e nei mesi di aprile, maggio e giugno 2016 non abbiano rilevato nulla di anormale e le acque della stessa area siano state indicate sempre di “qualità eccellente”. Se si considerano le immagini del mare sporco dei giorni scorsi pubblicati sui vari social, e i rischi per la salute dei cittadini si comprende l’urgente necessità di fornire, da parte di tutti gli Enti preposti, tutte le informazioni su ogni tratto di litorale per come previsto dalle norme vigenti. Necessità evidenziata nei mesi scorsi dai vari mezzi d’informazione che hanno favorito la modifica delle mappe del ministero della Salute pubblicando anche le immagini delle zone interessate. Modifiche riguardanti sia l’area in corrispondenza del lungomare Falcone- Borsellino in precedenza segnata come non adibita alla balneazione e con divieto permanente di balneazione sia le foci dei Fiumi Amato e Bagni che, prima della modifica, venivano segnalate come aree balneabili mentre risultano non adibite alla balneazione e con divieto permanente di balneazione. Purtroppo, anche nel pieno della stagione balneare si continua con l’assenza delle necessarie segnalazioni e informazioni dettagliatamente indicate e previste dalla specifica normativa vigente. E non si consente ai cittadini di conoscere dove inizia e dove finisce ogni divieto permanete di balneazione per inquinamento e dove inizia e finisce ognuna delle altre aree adibite alla balneazione e sottoposte ad analisi e classificazione dall’Arpacal. D’altra parte va evidenziato il permanere di errori e imprecisioni anche nel sito del ministero della Salute come ad esempio quello di elencare nelle aree di balneazione del comune di Lamezia Terme l’area denomina “Lido Marinella”della lunghezza di 1.167 metri. In pratica per il comune di Comune di Lamezia Terme, il sito del ministero della Salute continua a indicare nove aree adibite alla balneazione della lunghezza complessiva di 9.031 metri. In particolare: direzione stazione ferrovie dello Stato San Pietro a Maida, balneabile; La Conchiglia, balneabile; Lido Marinella, balneabile; 100 metri sud Torrente Bagni, balneabile; 200 metri a nord fiume Amabto, balneabile; 200 metri a nord torrente Bagni, balneabile; 200 metri a sud fiume Amato, balneabile; 200 metri a sud torrente Bagni, balneabile; 500 metri a sud torrente Bagni temporaneamente vietata per inquinamento. Se a queste nove aree si aggiungono quelle non adibite alla balneazione delle foci del giume Amato e torrente Bagni di complessivi ottocento metri si arriva 9831 metri mentre, come è noto, la lunghezza del litorale del comune di Lamezia Terme è di circa 8,7 chilometri. Ma dal confronto tra l’elenco delle “aree di balneazione” con le mappe dello stesso ministero della Salute emerge che sulle mappe invece di nove, sono otto le aree di balneazione per il comune di Lamezia Terme. In pratica, nelle mappe del territorio di Lamezia Terme non c’è l’area denominata “Lido Marinella”. Ricercando nelle mappe del ministero della Salute si scopre che l’area “Lido Marinella” è posta interamente nel territorio di Gizzeria senza essere compresa nell’elenco delle aree di balneazione dello stesso comune. Con grave irresponsabilità si continua con le “carenze informative” sottolineate dalla Corte dei Conti nella sua relazione sull’inquinamento delle acque di balneazione del Tirreno e ripetutamente denunciate nei precedenti comunicati e Rapporti sullo Stato di Salute dei Mari degli Amici della Terra. Si continua ad ignorare i preziosi aspetti naturalistici, paesaggistici ed ambientali dei litorali del Golfo di Sant'Eufemia e i rischi delle acque marine per la salute dei cittadini. Il prezioso patrimonio costiero disponibile, con le ricche specificità che lo caratterizza, può e deve essere valorizzato attraverso interventi concreti. Interventi urgenti e coordinati dall’insieme della classe dirigente per impedire di considerare il mare “una discarica che tutti possono utilizzare pur di risparmiare soldi pubblici e privati” come evidenziato nella citata relazione della Corte dei Conti. E per favorire un futuro ai giovani che desiderano continuare a vivere nel territorio più favorito dalla natura e che ha dato il nome all’intero BelPaese.
Cultura e Società
Quei dati un po' "confusi" sulla balneabilità del nostro mare
Paolo Emanuele · 8 anni fa