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Parrocchie news

Conclusi i festeggiamenti in onore della Madonna del Carmelo

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

“Quella della Madonna del Carmine è la forma di devozione più popolare che ci sia”. Don Roberto Tomaino, segretario particolare del Vescovo Luigi Antonio Cantafora, ha usato questa espressione di monsignor Oscar Romero nel suo discorso dal palco di piazza Garibaldi, a conclusione della processione della statua della Madonna del Carmine, che sabato 16 luglio ha chiuso la parte religiosa dei festeggiamenti in onore alla Beata Vergine del monte Carmelo che significa “fiore di bellezza”. La storia del Carmelo è nota: Elia, primo profeta d’Israele (IX secolo avanti Cristo), dimorando sul monte Carmelo (catena montuosa che si trova nell’Alta Galilea, regione dello Stato di Israele), ebbe la visione della venuta della Vergine Maria, che si alzava sotto forma di una piccola nube dalla terra verso il monte, portando la pioggia e salvando così Israele dalla siccità. “Maria, che ai suoi piedi ha le anime del Purgatorio, che di solito compaiono circondate da fiamme e con lo sguardo carico di implorazione, è intenta – ha proseguito don Roberto - a donare gli scapolari per farli salire e portarli dal Figlio”. Quindi, si è soffermato sui “tanti Purgatori” che scandagliano la nostra vita terrena: “Il Purgatorio di chi è afflitto dalla malattia – ha detto - , dalla mancanza di lavoro, dalle difficoltà di tutti i giorni. Ma le mani di Maria sono mani protese per portarci al Signore”. Don Roberto Tomaino, che è stato tra l’altro il predicatore di quasi tutto il novenario preparatorio alla festa del Carmine in questo Anno Straordinario della Misericordia, aveva iniziato la sua riflessione dal palco ponendo l’accento sul fatto che “il primo sentimento che nasce in noi è la gratitudine che il Signore ci ha dato la più grande grazia: quella di essere cristiani, il dono della fede, il dono di essere figli di Dio. E appunto perché siamo cristiani, siamo mariani”. Per poi collegare il tutto che alla preghiera “Salve, Regina”: “Quando noi salutiamo la Madonna come madre della Misericordia – ha sottolineato - , affermiamo che Maria ha accolto la Misericordia nel suo grembo. Maria, con il suo perenne amore misericordioso vuole stare dalla parte dei suoi figli. Ella ha un solo pensiero: il pensiero di tutti noi; ecco perchè la chiamiamo Madre di Misericordia”. Don Roberto Tomaino ha poi così concluso: “Mostrati o Madre a noi e continua ad elargire le tue grazie per aiutarci a superare le difficoltà della vita. Sei il decoro del Carmelo e l’onore della nostra fede. Evviva Maria!”. A seguire, don Gigi Iuliano, parroco della chiesa del Carmine, dopo i ringraziamenti a tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della festa e dopo aver rimarcato che “alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”, ha così concluso: “La nostra chiesa non ha bisogno di leader ma di padri. L’augurio che vi faccio è che la nostra comunità cresca in paternità. E facciamo della nostra vita un abbraccio d’amore”. La novena del Carmine è stata caratterizzata dalla vestizione temporanea di tre aspiranti terziarie carmelitane (momento curato in collaborazione con la priora del Terz’Ordine Carmelitano di Sambiase, Rosanna Pullia), che hanno chiesto di sperimentare per tre anni la Regola del Carmelo; dalla Santa Messa, durante la quale è stata consegnata la mantellina ai portantini della sacra effige; dalla Concelebrazione presieduta dal Vescovo di Lamezia, che ha amministrato il Sacramento della Cresima e con una lettera indirizzata al parroco del Carmine ha concesso il dono dell’Indulgenza plenaria, applicabile alle solite condizioni, ai fedeli in pellegrinaggio presso la chiesa parrocchiale sabato 16 luglio, solennità della titolare della Parrocchia; dal concerto “Canto a Te Maria”, proposto dal Coro polifonico “Mater misericordiae” di San Raffaele Arcangelo, diretto da Rosita Talarico. La vigilia della festa ha registrato la benedizione e la consegna del Santo Scapolare (noto come “abitino”, quale “segno per i devoti – come ha evidenziato più volte don Gigi Iuliano - di una speciale protezione materna; un segno di protezione che richiama alla modestia, alla mortificazione, alla preghiera, alla consacrazione al Cuore Immacolato di Maria”) e la successiva Santa Messa presieduta da padre Antonio Casciaro, dell’Ordine dei Minimi. Il 16 luglio, giorno della festa, dopo le Messe in mattinata celebrate da padre Vincenzo Arzente e don Pino Angotti, a partire dalle ore 19 la sacra effigie della Madonna del Carmine ha attraversato le vie cittadine. La processione è stata aperta dallo stendardo del Carmine e da quello di Maria Rifugio delle Anime; poi i sacerdoti, la statua della Madonna del Carmine, sorretta da 24 statuari, che si sono alternati nel portarla a spalla per tutto il percorso (circa 2 ore e mezza); quindi, la banda musicale diretta dal maestro Enzo Minieri e, dietro, il popolo di Dio. Prezioso il contributo offerto dagli scout per l’ordine della processione alla quale hanno partecipato diversi emigrati, che hanno fatto ritorno nella propria terra, tra i propri parenti, contenti di seguire i festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine, immortalando con macchinette e videocamere la processione con la statua della Madonna.