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Una vita che invita

Madre Speranza di Collevalenza

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

Madre Speranza, primogenita di nove fratelli nasce a Santomera nella Murcia spagnola il 29 settembre 1893 e le viene dato il nome di María Josefa come la nonna paterna. I primi anni li trascorre insieme alla sua famiglia in una baracca in precarie condizioni. Il padre è operaio agricolo e la mamma domestica. Conosce e condivide la povertà e la miseria della sua famiglia. Non frequenta la scuola e la cultura la acquisisce dalla parrocchia. Si accosta alla comunione all'età di dodici anni, come era prassi in quell'epoca. Ha un grande amore fin da bambina per Gesù e lo invita a rimanere con lei per fargli compagnia, non lasciarlo mai solo e non dimenticarlo mai durante il giorno. Fa la sua prima esperienza di vita religiosa in una comunità di suore dedite all'assistenza dei malati e all'età di 21 anni entra in un convento di semiclausura,dedito all'insegnamento delle bambine povere. Consigliata dal parroco e dal vescovo decide di entrare nella vera clausura. Emette i voti il 15 agosto 1916 e prende nome "Esperanza de Jes&s Agonizante". La vita del convento è caratterizzata da una intensa contemplazione della Passione di Gesù. Madre Speranza è sensibile ai poveri, attiva ed impegnata in un cammino ascetico con coraggio e decisione. Dopo pochi anni diventa suora Claretiana ma col tempo percepisce che Dio desidera un'opera più grande. Crea due nuove congregazioni (una femminile e l'altra maschile) delle Ancelle e dei Figli dell'Amore Misericordioso. Nella povertà più assoluta, in un appartamento di Calle Velázquez 97 a Madrid, la notte di Natale del 1930 ha inizio, in forma privata, la nuova fondazione delle Ancelle dell'Amore Misericordioso. Nel 1931 apre a Madrid il primo collegio e poi numerose fondazioni in altre parti di Spagna, con l'unico fine di annunciare l'amore misericordioso attraverso l'esercizio della carità. Assiste malati bisognosi a domicilio e accoglie anziani ed handicappati. Arriva nel giro di pochi anni ad avere nove case ove viene prestata attenzione ai più poveri in un clima di vera famiglia dove le suore condividono il cibo con i bisognosi. Nel 1936 assieme a Pilar de Arratia, benefattrice della Congregazione, prende in affitto a Roma una casa in via Casilina 222. Qui lavora come una religiosa qualsiasi della Comunità e cresce nella Santità le sue Figlie. Durante la seconda guerra mondiale, crea un laboratorio di taglio per servire chi si trova nel bisogno e accoglie gratuitamente tanti bambini poveri. Sono anni di timore, di paure, di bombardamenti, di fame. Madre Speranza si prodiga tanto: accoglie rifugiati politici, nasconde ed assiste soldati fuggiti dal fronte, dà da mangiare a chi non ha nulla. Confida della Provvidenza e apre una mensa dove arriva ad accogliere oltre mille persone al giorno. Nel 1950, assieme alle consorelle accoglie oltre cinquecento pellegrini al giorno giunti a Roma per l'Anno Santo. Fin dall’inizio della vocazione Madre Speranza si sente chiamata da Dio ad offrirsi vittima di espiazione per i peccati commessi dai sacerdoti del mondo intero prega per la santità dei sacerdoti stessi. Fonda la congregazione dei figli dell'amore misericordioso con la missione di annunciare l'amore misericordioso, aiutare e sostenere i sacerdoti del clero secolare. Vuole che le Case della Congregazione siano casa dei sacerdoti ove questi possano recarsi ed essere accolti senza pagare pranzo e permanenza. Per i sacerdoti del clero secolare propone una forma nuova di appartenenza alla congregazione dei figli dell'amore misericordioso; li lascia a totale servizio delle proprie Diocesi considerandoli a pieno diritto membri della Comunità. Nel 1951 Madre Speranza apre una comunità a Collevalenza in Umbria. Dà inizio ad una nuova ed originale forma di vita religiosa. Collevalenza diventa il centro di questo annuncio che Figli ed Ancelle, nel tempo, porteranno anche in altri luoghi come Spagna, Italia, Germania, Brasile. Nel Capitolo generale del 1952 è riconfermata Madre generale delle Ancelle dell'amore misericordioso. Comincia la costruzione di un grande Santuario dove consuma la sua vita fino alla fine. Questa fu la sua ultima "missione", la sua opera definitiva. Ogni giorno riceve un centinaio di persone, ascoltando, consolando ed infondendo speranza in tutti. Prega così: "Fa, Gesù mio, che a questo Santuario vengano persone dal mondo con il desiderio di guarire nel corpo dalle malattie più dolorose e strane e per curare la propria anima dalla lebbra del peccato mortale ed abituale... e fa, Gesù mio, che tutti vedano in Te non un giudice severo ma un Padre pieno di amore e di misericordia”. Nel 1981 riceve al Santuario la visita di papa Giovanni Paolo II e nel 1982 il Santuario stesso diventa "Basilica minore". Qui fissa la sua residenza vive fino al giorno della sua morte: otto febbraio 1983. Lascia scritto un desiderio: "Supplico i miei Figli e le mie Figlie che mi concedano una grazia… io vorrei che Voi lasciaste i resti di questa povera creatura il più vicino possibile a questo Santuario perché desidero che si consumino vicino ad esso come fortunatamente si sta consumando tutta la mia vita a servizio del medesimo". Oggi Madre Speranza riposa nella cripta del Santuario. Il 31 Maggio 2014 Madre Speranza, che insegue per tutta la vita la volontà del Signore e riceve la ricompensa Eterna, diviene Beata nel suo Santuario.