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La parola del Vescovo

Impariamo, col dono dello Spirito, a discernere il bene, a mettere Dio al centro

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

«Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra!». Carissimi, fratelli e sorelle, facciamo nostra questa invocazione del salmista. Sì, la nostra terra ha bisogno del tuo Spirito, Signore! «Senza la tua forza nulla è nell’uomo, nulla senza colpa!». Siamo consapevoli che esistiamo, siamo in vita, grazie allo Spirito di Dio. In questa solenne celebrazione vigiliare invochiamo lo Spirito perché scenda su di noi e ci renda testimoni coraggiosi, audaci e, allo stesso tempo,‘semplici testimoni’del vangelo. Pentecoste è la festa del compimento – finalmente si gustava il raccolto dopo un anno di lavoro; è la festa dell’Alleanza che Dio ha stabilito con il suo popolo; un’alleanza non più scritta su tavole di pietra ma nei nostri cuori. Facciamo nostra, dunque, l’invocazione della Chiesa stessa:Veni, Sancte Spiritus!, Vieni Spirito Santo!, un’invocazione tanto semplice e immediata, ma insieme straordinariamente profonda, perché sgorga prima di tutto dal cuore di Cristo. Lo Spirito Santo, infatti, è la stessa vita del Signore Gesù offerta per noi: «Chinato il capo donò lo Spirito», e ancora: «Alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo»; è il dono che Gesù ha chiesto e continuamente chiede al Padre per i suoi amici perché siano una cosa sola. è grazie allo Spirito che è possibile la comunione, l’armonia, la comprensione, la pace. Questo avviene non annullando le differenze - l’unità non è uniformità - ma è comunione, perché lo Spirito provoca una convergenza, comunione di intenti, intesa dei cuori. Per questo l’iniziativa di molti gruppi e movimenti di vivere il Giubileo in questa settimana di preparazione alla Pentecoste,è stata significativa. Ma non basta! La comunione è un dono che si riceve dall’alto e che occorre custodire e far crescere nella società e anche nella chiesa. La ricchezza di questa liturgia ci ha mostrato il passaggio dello Spirito nella storia della salvezza. La costruzione di Babele, tutta umana, per perseguire un progetto che escludeva Dio dalla vita, ha portato alla lacerazione, alla divisione e all’autodistruzione. Ciò non è poi così distante da noi. L’uomo pretende di essere artefice da solo della sua vita. Il mondo vuole escludere Dio dalla vita in modo esplicito e in modo velato. Lo dicono le leggi ultimamente approvate, lo dicono persino certi progetti educativi basati su ideologie lontane da Dio e vacuamente illusorie da cui è bene, come cristiani, prendere le distanze (per scegliere veramente Chi e cosa volete trasmettere ai vostri figli). A Pentecoste, persone con lingue diverse si capiscono; a Babele, con l’esclusione di Dio, c’è la confusione delle lingue e quindi non comprendendosi gli uomini muoiono. Vi invito pertanto a vivere nello Spirito di Pentecoste e non di Babele! Impariamo, col dono dello Spirito, a discernere il bene, a mettere Dio al centro per non farci trascinare dalle mode e non essere come fanciulli sballottati dalle onde. Il dono dello Spirito che è fuoco, vento, soffio vitale, che rinvigorisce persino le ossa aride, diventa potenza di Dio. La Pentecoste non è un racconto del passato. è un evento che ti coinvolge oggi e tu devi poter dire: prima ero così, ora invece…Dunque: per chi vivi? A chi consegni la tua vita? Accogliamo il dono di Dio per essere testimoni del Vangelo, con coraggio e parresìa, in ogni ambiente sociale e lavorativo. Allora si realizzerà la profezia di Gioele: anche i nostri figli profeteranno, parleranno cioè con parole di Dio. Il cristiano non può essere una persona indifferente, banale, addormentata o, peggio ancora, omologata ai più; non possiamo essere cristiani solo nei registri, ma chiediamo di essere potentemente animati dallo Spirito che è amore che si effonde, fuoco che brucia, passione per l’Evangelo, per annunciare a tutti gli uomini le grandi opere di Dio, il suo amore per noi, la gioia di essere Figli amati gratuitamente dal Padre. Carissimi, che il Signore mandi il suo Spirito e ci renda autentici testimoni nelle scelte di vita, veri figli.