«Vengo da una famiglia problematica, causa scatenante di tutte le mie deviazioni, ribellioni adolescenziali e ferite…». Così inizia a raccontare Tiziana, superando la sua timidezza. Man mano però che diventa più spigliata, si trasforma: s’illumina. Eppure le esperienze vissute non hanno nulla di esaltante. Tutt’altro. Solo, lei ora le vede da un’altra prospettiva, vi riconosce un disegno provvidenziale che, attraverso un percorso accidentato e rischioso, l’ha portata ad essere la Tiziana di ora. «A dodici anni ho iniziato ad uscire di casa la sera e a rientrare molto tardi. Due anni dopo già facevo parte di una cerchia di ragazzi che non conoscevano altro “divertimento” se non ubriacarsi, drogarsi e fare le ore piccole. Uno di loro è diventato il mio ragazzo. Non credendo in Dio, ero il dio di me stessa. Scontrosa e ribelle, criticavo tutti e tutto, rispondevo male ai familiari e ai professori, non ascoltavo niente e nessuno. E raccontavo tantissime bugie su dove andavo e chi frequentavo. Quante preoccupazioni ho dato ai miei! La cosa grave era che non mi importava minimamente del loro stato d’animo». Mi è difficile far coincidere l’immagine di questa ragazza bella, solare, sorridente, che ho davanti con la descrizione di sé in un passato neanche troppo lontano: «Come ragazza “Dark-Emo”, per il mio look usavo solo vestiti neri e molto scollati, borchie, trucco eccessivo, capelli colorati e con tagli strani». Tra notti passate in discoteca, mattinate di feste marinando la scuola e scorribande sui motorini (a farne le spese, una volta, è un povero anziano, investito per fortuna senza gravi conseguenze), si consuma la giovinezza di Tiziana e degli altri del suo gruppo. «Avevo toccato davvero il fondo, mi sentivo infelice, vuota, sporca, insoddisfatta da una vita senza un senso; cercavo di riempire il mio vuoto d’amore con quel ragazzo, che però non poteva né sapeva darmi aiuto, anche perché era un tipo molto difficile, violento nei suoi modi». Due episodi richiamano la coscienza di Tiziana, due campanelli d’allarme. «Erano le quattro di notte ed eravamo in una piazzetta; il mio ragazzo era andato a spacciare, mentre io ero rimasta con gli altri che si drogavano. In quel momento è come se mi fossi guardata allo specchio. Mi son detta: “Tiziana, ma cosa stai facendo, come ti sei ridotta? è questa la vita che sognavi, la felicità che desideravi? Più in basso di così non puoi arrivare”». Il secondo episodio: «Ero rincasata a notte fonda, così ubriaca da non capire niente. Di solito a quell’ora mia madre dormiva. Invece quella voltami aveva aspettata: i nostri sguardi si sono incrociati. Pur avendo visto com’ero ridotta, lei non mi ha detto nulla, ma il suo sguardo deluso, sofferente, mi ha tagliata dentro più di mille meritate sgridate. Da quel momento ho deciso di cambiare vita». Non è facile, ma con la forza di volontà Tiziana lasciala solita compagnia e quel ragazzo. «Per mesi lui mi ha seguito ovunque e mi ha perseguitato con telefonate. Pur di riavermi, per farmi sentire in colpa, si faceva investire con il motorino:diceva che senza di me non poteva vivere,che voleva farla finita in quel modo». A settembre Tiziana non si presenta agli esami di riparazione, con conseguente bocciatura: “provvidenziale “ però, come risulta dal seguito del suo racconto. «Avevo diciassette anni quando è iniziato il nuovo anno scolastico. Alla vita di prima avevo fatto un taglio, ma neppure sapevo ora dove rivolgere i passi. Mi sentivo più che mai triste, fallita, vuota…Intanto i professori erano cambiati. Non so perché, ma quello di religione, un sacerdote gesuita, mi ispirava una grande fiducia. M’è venuto il desiderio di aprirmi con lui e questo s’è realizzato il pomeriggio del 26 novembre del 2009, data che terrò sempre a mente. Come se dentro di me fosse entrata una luce (la considero, come san Paolo, la mia “personale caduta da cavallo”), mi sono sentita profondamente amata da Dio come Padre. Ho capito che a lui non importava tutto ciò che avevo fatto: aveva su di me un progetto speciale, mi aveva creata con dei talenti da mettere a frutto, per servirlo negli altri». Da quel momento Tiziana inizia a cercarlo con la preghiera, a frequentare la parrocchia e ad accostarsi ai sacramenti. Sente anche il bisogno di un sostegno spirituale in un sacerdote con cui confrontarsi: «per capire di più me stessa, le scelte da prendere per un bene maggiore e non seguendo i miei capricci». Nuove compagnie e nuove esperienze suscitano in lei una vera fame di Dio. Come un terreno arido che, irrigato, comincia a coprirsi di vegetazione, spuntano e si chiariscono nuove scelte da fare, in risposta all’amore ricevuto. Tra l’altro, entra a far parte di un’associazione che promuove la castità tra i giovani fino al matrimonio, per chi aspira a questo sacramento. «In attesa di capire per quale strada Dio mi vorrà, ho aderito a questa iniziativa». Ma c’è un punto fondamentale, in questo cammino di rinascita: «Cerco di mettermi a disposizione di tutte le persone che Gesù mi mette vicino, a partire dalla mia famiglia. In questi anni ho scopertola gioia del dare piuttosto che del ricevere: servendo, in due campi estivi con altri volontari della Caritas, delle persone bisognose; facendo,insieme alle suore di Madre Teresa, animazione di strada ai bambini Rom, visite agli ammalati terminali dell’Hospice e alle famiglie più disagiate, doposcuola a bambini immigrati. E poi l’impegno in diocesi nella pastorale giovanile… Quante esperienze bellissime nelle quali ho incontrato Gesù da amare nel prossimo! «La spiritualità dell’unità, che porta a condividere, ad essere una sola famiglia, la sento ormai come un vestito fatto su misura per me. Mi sta aiutando a migliorarmi nell’amare. In fondo – conclude Tiziana – conduco una vita normalissima. Studio Scienze del servizio sociale, mi piace stare con gli amici, mi piace la musica, cantare, ballare. La differenza è che ora ho Dio nel cuore».(da Città Nuova)
Testimonianza
Tiziana aveva toccato il fondo ma poi...
Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa