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Cultura e Società

Frisina ad amministratori: "Che il Signore ispiri ciascuno di voi a fare le scelte più giuste nella concordia, per il bene comune"

Paolo Emanuele · 9 anni fa

“In questi giorni ho avuto modo di incontrare tanti cittadini di Lamezia Terme, tanto dolore, tante realtà che noi, ai quali si aprono i cuori, possiamo vedere”. Monsignor Marco Frisina così si rivolge ad amministratori e personale del Comune nel corso della sua omelia pronunciata durante il precetto pasquale svoltosi nel Palazzo comunale. “Nella liturgia di oggi – sottolinea il missionario inviato da Papa Francesco nella diocesi di Lamezia Terme per la settimana delle Misericordia - , si parla della sofferenza di un giusto e della vanità di un popolo. Il profeta Geremia è costretto ad annunciare una parola ‘amara’che lui, però, non può non dire. Le conseguenze di questo sono terribili: Geremia viene perseguitato”. Frisina, quindi, nel ricordare che “quello era un periodo storico difficile” e che “da allora ad oggi la situazione non cambia”, sottolinea che “i brani di oggi ci parlano di quanto sia difficile vivere per la giustizia e la verità. Essere testimoni della verità e dell’amore di Dio – aggiunge - è difficile. In questo mondo c’è tanta sofferenza e dolore. Se la sofferenza tocca gli altri non interessa ma se tocca noi è diverso. E così è l’Europa. Ma la storia non si ferma”. Per il missionario, poi, “stessa cosa avviene per la giustizia che riguarda noi e non gli altri, come accade con il welfare”. Ecco perché sempre più convinto che “questo Anno Santo sarà uno specchio spietato dei mali del mondo, e lo sta diventando sempre di più. Dio, però, nonostante tutto – afferma subito dopo - , continua ad avere misericordia. Quello che il Signore ci sta invitando a vivere è un modo diverso da quello che viviamo oggi”. Infine, facendo riferimento al Palazzo ed alla sala Napolitano dove è officiata la celebrazione eucaristica, presieduta dal vescovo, Luigi Antonio Cantafora, Frisina sottolinea: “Questo in cui ci troviamo oggi dovrebbe essere un luogo di opere buone e chiediamo al Signore che questo sia possibile e che ispiri ciascuno di voi a fare le scelte più giuste nella concordia, per il bene comune”.

Parole, quelle di Frisina, alle quali fanno eco quelle di Cantafora che, a conclusione della funzione religiosa, nel formulare gli auguri ai presenti evidenzia che “la Pasqua è la dirompenza dell’amore gratuito di Dio al di là delle nostre facce, del nostro vissuto. Il Signore – dichiara - ci spiazza con il suo amore”. Quindi, i ringraziamenti al Comune “per il dono del terreno della concattedrale che faremo accanto al Comune. La crisi di oggi – ricorda al riguardo il Pastore della Chiesa lametina - è una crisi lontana che parte dalla rottura tra fede e ragione. Fino al ‘700 c’era il bene comune e per questo la cattedrale stava accanto al Comune per tutelare i poveri ed il fulgore massimo dell’Europa in generale e dell’Italia in particolare è stato quel periodo. La concattedrale – conclude - ci aiuterà a sentirci tutti insieme pur essendo diversi. Vi auguro di cuore di amare questa città come la amo io”.

Infine, a parlare a nome dell’Amministrazione comunale è il sindaco, Paolo Mascaro, che, nel ringraziare “per questa bellissima ora che avete regalato a tutti noi che operiamo in questo Palazzo anche per difendere la verità”, rimarca che “accolgo le parole del vescovo perché è solo l’unità che ci fa andare avanti e questa deve essere la casa nella quale ciascuno si può specchiare pensando che chi la dirige pensa sempre al perseguimento del bene comune. Guai – conclude - a privilegiare il personale rispetto al collettivo altrimenti quello vissuto oggi è solo ipocrisia. Grazie per il grande spunto di riflessione”.