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Cultura e Società

Creare coscienza civile per contrastare illegalità

Paolo Emanuele · 9 anni fa

Contrastare la corruzione e l’omertà, incubatrici della criminalità organizzata ma anche creare una coscienza civile responsabile sì da sensibilizzare ogni singolo cittadino perché lo Stato non sia lasciato solo. Queste alcune indicazioni emerse nell’incontro organizzato dagli studenti nei giorni scorsi a Lamezia Terme che vede coinvolta la Consulta Provinciale degli studenti (Cps) che con grinta e tenacia ha scelto otto temi di grande rilevanza sociale per incontri dislocati su tutta la Provincia e che sono stati voluti dalla prefettura di Catanzaro e dall’Arcidiocesi di Catanzaro Squillace. Dopo il convegno dell’otto gennaio al liceo scientifico, linguistico e delle scienze umane Enrico Fermi di Catanzaro Lido sui pericoli del web, infatti, nei giorni scorsi è stata la volta di Lamezia Terme con l'incontro svoltosi nell’aula Magna Cesare Scarselletti dell’Istituto tecnico settore tecnologico (ex geometra) su “Sistemi mafiosi e criminalità organizzata: come difendersi” con alunni delle classi quarte di tutti gli Istituti superiori statali della città. A condurre il seminario il vicepresidente della consulta Federico Esposito ed il presidente della commissione legalità della Cps Marco Rotella, coadiuvato da studenti rappresentanti della Cps di vari istituti della scuola secondaria superiore della città. Dopo i saluti del vescovo Luigi Antonio Cantafora che ha parlato dell’importanza del lavoro per i giovani e della costituzione di una scuola per imprenditori fortemente voluta dalla Chiesa per consentire ai giovani di rimanere in città senza dover trovare altrove sbocchi lavorativi sono intervenuti: la dirigente dell’Istituto ospitante Patrizia Costanzo; il Prefetto di Catanzaro, Luisa Latella; la docente referente per la legalità Maria Stella Franco; il referente di Libera Calabria Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, don Ennio Stamile; il magistrato della direzione nazionale antimafia, Salvatore Dolce. Erano presenti anche il dirigente del commissariato di Lamezia Terme, Antonio Borelli, e Donatella Monteverde referente di Libera di Catanzaro. Nel corso della mattinata gli studenti hanno proposto anche canti, musiche e la proiezione di un cortometraggio in tema con l’argomento proposto, avente per oggetto la legalità e dedicato agli uomini che hanno perso la loro stessa vita per difenderla. Altra sorpresa preparata dagli studenti è stata una vignetta creata ad hoc dal docente Maurizio Gullà raffigurante una piovra, un uomo dubbioso sull’esistenza o meno della mafia, tre scimmie nell’atto di ostruire gli occhi la prima, la bocca la seconda, le orecchie la terza e infine delle mani che si stringono escludendo la piovra. Il prefetto Latella ha inviato un messaggio chiaro ai giovani: quello della necessità di contrastare, ognuno singolarmente la cultura mafiosa, poiché se l’assenza di lavoro evidenziata dal vescovo Cantafora potrebbe essere una concausa in grado di alimentare la criminalità organizzata che si avvale del clientelismo è la mentalità mafiosa la principale causa dell’accrescersi di un potere che si nutre di illegalità. Per il prefetto: «A Lamezia esiste una grossa realtà imprenditoriale ed è lì che bisogna intervenire prioritariamente, per tale motivo dopo questo incontro mi recherò al Comune dov’è stata convocata la classe imprenditoriale della città con forze dell’ordine e magistratura». Per Dolce, per impedire corruzione e omertà incubatrici della mentalità mafiosa, è necessario fornire gli strumenti per svincolarsi dalla dipendenza dal sistema corrotto. Per far comprendere in maniera elementare il concetto agli studenti, il magistrato ha fatto l’esempio di un pescatore che non si limita a fornire il prodotto della pesca ma che insegna altri a pescare per poter essere autonomi ed evitare dipendenze. Altri temi previsti in prossimi incontri riguarderanno: stalking, violenza sulla persona, razzismo e flussi migratori, valori ed identità personali nel rispetto delle regole della convivenza civile e democratica, quest’ultimo sarà trattato con l’ausilio dell’Arcidiocesi per partire dall’etica personale ed arrivare alle regole della convivenza civile. Gli otto incontri, gestiti dai ragazzi con tematiche da loro individuate, sono dislocati su tutta la provincia: Lamezia, Catanzaro, Chiaravalle