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La parola del Vescovo

Mandato dei Missionari giubilari, Omelia I domenica di Quaresima

Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa

Omelia I domenica di Quaresima

Mandato dei Missionari giubilari

Cattedrale 13 febbraio 2016

«Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

Con queste parole della liturgia entriamo in questo tempo di Quaresima che viene a noi come un tempo di grazia traboccante.

Sì carissimi, la Quaresima è un tempo di ritiro nel deserto, un cammino accompagnato dal Signore nel quale siamo invitati a sperimentare che lui solo basta alla nostra vita.

Siamo quotidianamente attratti da tante cose che riempiono la giornata e invadono l’esistenza, lasciandoci spesso nell’angustia e nell’affanno; mi riferisco sia a cose grandi sia ad aspetti apparentemente insignificanti della vita ordinaria:

l’insicurezza del lavoro ma anche la bramosia di possedere sempre di più; la corsa al tempo che non basta mai, ma anche l’uso un po’smodato del telefono e di varie tecnologie, l’invasione ingombrante e seducente di tante immagini… tutto ciò ci induce a vivere immersi in tanta mondanità.

Che posto ha Dio se siamo così ingolfati?

Ebbene la Quaresima con il cammino nel deserto, ci suggerisce un percorso di essenzialità, di sobrietà grazie al quale la Parola di Dio può veramente entrare nel cuore umano così distratto e affaticato.

Carissimi, in questa I domenica di Quaresima, la liturgia ci propone la professione di fede di Israele, la confessione di fede della prima comunità e la risolutezza di Gesù nel confessare e compiere la volontà del Padre. Egli con la sua obbedienza testimonia di essere Figlio del Padre.

Riconosciamoci anche noi destinatari di questo annuncio che ha attraversato i secoli e che è giunto fino a noi. Scopriamo così che noi viviamo grazie alla Parola di Dio.

Solo la Parola di Dio nutre veramente, profondamente il nostro cuore. Nella Parola noi scopriamo la misericordia di Dio e il suo amore per gli uomini.

E voi, carissimi missionari, oggi venite inviati dalla Chiesa per comunicare a tutte le persone che incontrerete, nella visita alle famiglie e nei centri di ascolto, che Dio è buono, profondamente misericordioso e attende che noi torniamo a Lui.

Nessuno – dice Papa Francesco – è escluso dalla misericordia di Dio.

Voi dunque andate! Andate a due a due, per dare testimonianza di comunione e per sostenervi l’un l’altro.

Andate, senza pretendere nulla, senza giudicare; andate e portate a tutti la misericordia del Signore.

Vi presenterete con semplicità e umiltà, sapendo che il Signore vi accompagna, anzi vi precede! E lo Spirito vi suggerirà ciò che dovrete dire.

Non preoccupatevi! Nessuna ansia da prestazione – che è mancanza di fede - nessun timore di essere all’altezza del mandato.

Il Signore non vuole dei bravi scolari ma chiede a tutti di essere discepoli, testimoni semplici ma audaci della sua Parola, in cammino incontro a Lui!

Perciò pregate molto perché il Signore vi conceda di essere suoi messaggeri.

Con le missioni, la nostra chiesa vive ciò che il Papa desidera e auspica: «La Chiesa non è al mondo per condannare, ma per permettere l’incontro con quell’amore viscerale che è la misericordia di Dio.

Perché ciò accada, è necessario uscire. Uscire dalle chiese e dalle parrocchie, uscire e andare a cercare le persone là dove vivono, dove soffrono, dove sperano»[1].

Privilegiate chi è più debole e solo. Andate con gioia verso coloro a cui siete mandati, anche se non lo sanno, anche se potrebbe capitarvi un rifiuto.

Lasciate col vostro passaggio, la scia del profumo di Cristo: la pace, la serenità di appartenere a Lui, il Signore.

Noi oggi deponiamo davanti al Signore la nostra cesta, le primizie della nostra Chiesa, i nostri laici che inviamo come missionari tra la gente, verso i vostri fratelli e sorelle.

Chiediamo a Maria, che prontamente è andata da Elisabetta, che vi aiuti ad essere solleciti e premurosi nell’annuncio del Vangelo. Amen