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Cultura e Società

Diciamo no alla violenza!

Paolo Emanuele · 9 anni fa

Il nuovo anno è iniziato con fenomeni di violenza e sta iniziando a farsi strada una scia di terrore e paura, e odio verso gli extracomunitari. Dopo gli attentati che hanno chiuso tristemente il 2015, il nuovo anno non è iniziato con una forza di comunione, con gesti di fratellanza, ma è stata oscurato con altrettanta violenza e questa volta non si tratta di attentati. Nella notte di Capodanno, la Germania è stata teatro di violenze contro le donne e in questi giorni alla violenza è scaturita altra violenza. Un Capodanno poco felice per la Germania, oscurata dalla triste notizia di oltre cento denunce, una delle quali per stupro. Quasi cento donne sono state aggredite da uomini di origini arabe o nordafricane a Colonia e anche a Monaco si sono verificati episodi simili nella notte di San Silvestro. La notizia ancora più triste è che i fenomeni di violenza sono continuati, mettendo in atto una manifestazione xenofoba per rispondere alle violenze sulle donne avvenute a Colonia nella notte di San Silvestro. “Attaccare il non tedesco”: questo l’appello circolato negli ambienti di estrema destra sul web: sei pakistani e un siriano sono finiti all’ospedale per ferite gravi, assaliti da militanti di estrema destra. La risposta del governo tedesco è stata tempestiva, la cancelliera Merkel ha dichiarato «nulla giustifica l’ostilità nei confronti dei profughi», mentre l’arcivescovo di Colonia, cardinale Rainer Maria Woelki, ha lanciato un messaggio di solidarietà e integrazione: «Non deve esserci alcuno spazio per la violenza sessista». Violenza su violenza, sempre in Germania 500 uomini avrebbero forzato l'ingresso in una discoteca, l'Elephant Club, a Bielefeld, in Westfalia e avrebbero molestato molte donne. Cosa può portare l’uomo a seguire e perseguire la violenza? Pare non abbia fine la scia di violenza che sta macchiando di inciviltà l’umanità e quella che si è sempre professata come comunità occidentale, migliore per simbolo di rispetto, integrazione e comunione fra popoli. In questo quadro non può che inserirsi il messaggio contro ogni forma di violenza del Pontefice: «c’e` una guerra profonda che dobbiamo combattere, tutti! è la decisione forte e coraggiosa di rinunciare al male e alle sue seduzioni e di scegliere il bene, pronti a pagare di persona: ecco il seguire Cristo, ecco il prendere la propria croce». Parole, queste, che non possono che inserirsi in questo periodo storico, che sembra essere sempre più coperto da un velo di terrore e paura. Importante riprendere le parole del Pontefice e dire no all’odio o, riprendendo le sue parole «no all’odio fratricida e alle menzogne di cui si serve, alla violenza in tutte le sue forme, alla proliferazione delle armi e al loro commercio illegale. Questi sono nemici da combattere uniti e con coerenza, non seguendo altri interessi se non quelli della pace e del bene comune». Mai come in questo caso, è necessario seguire le parole del Pontefice e dire no ad ogni forma di violenza.

Caterina Pometti