·

Cultura e Società

Presentazione del libro su Don Giulio Fazio

Paolo Emanuele · 9 anni fa

E’stato presentato domenica 27 dicembre il libro sulla vita e le opere giovanili del sacerdote e poeta calabrese don Giulio Fazio ( Feroleto Antico 1940-1999) al quale l’amministrazione comunale del suo paese natio nel 2009 gli ha intestato una piazzetta e l’istituto comprensivo del luogo. Alla presentazione sono intervenuti Raffaella Gigliotti, presidente del Rotary Club Lamezia Terme ed organizzatrice dell’incontro, il sindaco di Feroleto Pietro Fazio, il parroco don Tommaso Boca, la sorella del sacerdote scomparso Lina Fazio e il vescovo emerito della diocesi lametina Mons. Vincenzo Rimedio e naturalmente l’autore del libro Franco Falvo. Il libro, scritto da Franco Falvo, giornalista e scrittore calabrese con molte pubblicazioni a carattere storico nel suo curriculum, esce dopo ben 16 anni dalla scomparsa del sacerdote e il motivo di ciò lo spiega lo stesso autore nella introduzione al libro della quale riportiamo qualche stralcio.

“…….. Don Giulio, contrariamente alle apparenze, è stato un sacerdote molto altruista, molto preparato e riflessivo, morbosamente legato al suo paese natio e alla sua gente, con un animo molto sensibile capace di cogliere tanti aspetti della quotidianità e di tramutarli in versi. Era un attento osservatore delle cose e degli avvenimenti e prima di esprimere un giudizio o un concetto qualsiasi si soffermava su alcune frasi come per sottolinearle affinchè non venissero fraintese. ….. Da amante della poesia e della cultura nonché da amico di don Giulio, mi sento orgoglioso di far emergere, portando a conoscenza della collettività e degli amanti della poesia e della letteratura, quanto è stato da lui scritto proponendovi le sue opere inedite, quelle che lui ha affidato alla carta ed ha custodito gelosamente senza mai pubblicarle per tantissimi anni, sino alla morte.

Le argomentazioni di questo volume si basano soprattutto sulla sua produzione poetica giovanile, quando ancora il piccolo Giulio era uno studente liceale molto studioso e molto religioso. E’stata per me una sorpresa venire in possesso di questi suoi scritti inediti partoriti quasi tutti all’età di 16-17 anni. Una sorpresa perché, contrariamente a tutte le altre sue composizioni che sono state scritte in età matura e in dialetto feroletano, queste sono state partorite in lingua italiana con costruzioni metriche ben definite ed in largo uso dai poeti del tempo.

Ma la cosa che più sorprende è che ognuno di questi componimenti, scritti di suo pugno, su un quaderno scolastico al quale ha dato il titolo di “Ritmi e non “, riportano anche la data di composizione, ossia il giorno, il mese e l’anno in cui le ha composte. Si riferiscono agli anni di frequentazione del liceo Ginnasio a Nicastro, e precisamente agli anni 1956/1957. Dai suoi scritti giovanili emerge già il suo desiderio di intraprendere una strada molto particolare, quella della vocazione religiosa tant’è che dopo il diploma del terzo liceo entrava in seminario e cominciava a delinearsi e rafforzarsi il suo carattere, forse un pò chiuso e riservato, ma senz’altro dedito alla meditazione……………………Le sue meditazioni e alcune pagine di diario che completano questo lavoro e che sono rimaste inedite per tantissimo tempo – stiamo parlando di circa 60 anni fa- ci offrono l’opportunità di ampliare il nostro orizzonte conoscitivo sulla vita di questo pastore del XX secolo. I suoi scritti non sono mai banali o scritti per creare solo una rima ma nascono sempre da contenuti profondi generati da una riflessione intima dell’autore su specifici argomenti.

Chiunque ha letto le poesie dialettali di don Giulio, quelle scritte in età matura, avrà avuto modo di apprezzarne la musicalità, il contenuto, la profondità del messaggio ispirato quasi sempre ai momenti di vita della sua comunità, agli usi e costumi locali tramandati di generazione in generazione.

Ma in questo volume, come già detto sopra, oltre alle poesie inedite in lingua, troverete anche altri suoi scritti. Tra questi l’ultimo e breve discorso pronunciato d’innanzi a molti suoi parrocchiani nel corso di una manifestazione culturale poche ore prima di essere stroncato da un infarto. Poesie, appunti, pagine di diario, considerazioni, ricordi e discorsi tutti tendenti a farci ricostruire la figura del sacerdote-poeta ma soprattutto vengono evidenziati una serie di scritti che ci riportano alla sua adolescenza, ai suoi primi conflitti interiori e alle sue prime scelte di vita, a quando il piccolo Giulio iniziava a scoprire la bellezza della scrittura e della meditazione e ad affidare alla penna i suoi pensieri più profondi tramutandoli in versi o in meditazioni profonde. “

RICORDANDO L’INFANZIA

Su, avanti!...M’or cerco la pace….

Sorgeva già l’alba, io sentivo

un canto sul colle, una pace

brillava d’un lume più vivo.

Ed ero già pronto. Pel colle

salivo di passo, contento

battendo un terreno non molle.

Giungevo: ma il lume era spento.

Giungevo: non c’erano i canti,

ma solo stanchezza io sentivo

per il lungo cammino. Più avanti

fors’eran…da lungi venir.

E scesi dal colle attristato,

con passo più lento asciugandomi

il viso già tutto sudato,

il cielo ora azzurro guardando.

E corsi cercando gli amici:

la vetta del colle ho raggiunto!

Ed essi mi ammiravan: -che dici?

E via da loro chè aggiunto

non fosse a quel dire più nulla.

Io vidi nel sogno quel giorno

quand’ero piccino alla culla

e vidi quel ciel non piovoso.

Lo vidi e sentivo il mio cuore

non colmo di gioia fallace.

Io canto alla gioia che muore:

non gloria, non trionfi, ma pace.

(Giulio Fazio 07.11.1956)