I vescovi calabresi hanno scritto un messaggio ai fedeli della nostra Regione, in occasione del rito di Consacrazione della Calabria al Sacro Cuore di Gesù di lunedì 6 febbraio, alle ore16, inquel di Reggio Calabria, ove i vescovi calabresi si sono riuniti per la sessione invernale della CEC. Non potendo, per ovvi motivi, essere tutti i fedeli calabresi presenti a Reggio, lo stesso rito si è svolto alla stessa ora e nella stessa giornata in numerose parrocchie calabresi.
La singolarissima Consacrazione è stata voluta dalla Conferenza Episcopale Calabra per “recuperare integrità della nostra fede”, “accogliendo, con grande gioia, la proposta delle Venerande Suore della Visitazione, che -in comunione con tutta la Chiesa- offrono nella solitudine della preghiera e nella operosità del silenzio la loro vita nel Monastero dei Campi di San Nicola in Orti di Reggio Calabria”. E, difatti, la Consacrazione è avvenuta nel Santuario reggino di Sales, annesso al Monastero delle suddette suore, alle ore 16 di lunedì 6 febbraio 2012.
Scrivono i vescovi calabresi nella parte centrale del Messaggio: “Il Dio che ha dato tanto alla Calabria -i mari e i monti, l’incomparabile bellezza delle albe e l'incanto dei tramonti, l’arte delle chiese, il profumo dei fiori e lo splendore dei campi lavorati con il sudore della fronte dei contadini, la gioia del focolare domestico e il sacrificio delle tante mamme che donandosi ogni momento custodiscono l’unità delle famiglie -davvero sarà felice di accogliere la nostra consacrazione”.
Ma cosa ci si aspetta da un evento così singolare? “Vi dirò nella maniera più semplice –scrive nel Messaggio mons. Vittorio Mondello, presidente della CEC, nonché Arcivescovo Metropolita di Reggio C./Bova- che attendiamo il verificarsi di almeno tre cose: un irrobustirsi, anzitutto, della nostra fede; una crescita, poi, della carità; un incremento, infine, della comunione delle nostra Chiese”.
Sintetizzando quanto scrive Mondello, il primo punto si motiva dal fatto che “i mondo di oggi insidia in una molteplicità di maniere la fede dei credenti”; da qui, quell’urgenza di “ricuperare l’integrità della nostra fede”.
Circa il secondo punto, si evidenzia che “ammaestrati dal Cuore al quale ci Consacriamo, siamo chiamati a vivere il suo appassionato invito: quello di riconoscere negli ultimi della terra, il suo Volto divino. E’lì –nella vita e nelle dimensioni dei poveri- che Egli sempre è presente”.
Sulla terza e ultima cosa, viene rimarcata “una comunione che attraversi la vita dei fedeli e dei loro pastori… ma una comunione che comprenda anche il rapporto fra l’una chiesa calabrese e l’altra… fino a fare dell’intera Calabria un