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Spiritualità

Consigliare i dubbiosi

Cesare Natale Cesareo · 9 anni fa

Confortati e guidati dai sette doni dello Spirito Santo, cerchiamo ora di capire meglio il delicato compito di “Consigliare i dubbiosi”. Il dubbio indica lo stato di incertezza in cui si trova una persona. E’la condizione di chi non sa scegliere, di chi esita e rimane sospeso perché manca di una visione chiara e sicura. La problematicità della vita si fa sentire nel dubbioso in maniera sconvolgente, così da renderlo debole, insicuro e per questo esposto a ogni sorta di rischio. La vita del dubbioso, purtroppo, oscilla pericolosamente tra la paura e l’angoscia, creando una situazione di vera sofferenza. Noi moderni poi abbiamo elevato il dubbio a metodo. Soprattutto, da quando Cartesio nelle sue “ Meditations Methaphisique” lo ha fatto diventare chiave di volta per possedere la conoscenza certa. Per fugare le incertezze, il vescovo di Ippona S. Agostino ci esorta a rientrare in noi stessi, nell’intimo, per potere approdare alla verità: ”Non è la verità che giunge a se stessa con il ragionamento, ma è la verità che cercano quanti usano la ragione.” E per esplicitare meglio questa intuizione, scrive una di quelle pagine che rimarranno come punto di riferimento insuperabile nella storia del pensiero:”Se non ti è chiaro ciò che dico e dubiti che sia vero, guarda almeno se non dubiti di dubitarne; e, se sei certo di dubitare, cerca il motivo per cui sei certo… chiunque comprende che sta dubitando, comprende il vero e di ciò che comprende è certo; dunque è certo del vero”.( De vera Religione, 39,73) A sua volta Pascal aggiunge:”Bisogna saper dubitare quando è necessario, affermare quando è necessario e sottomettersi quando è necessario. Ci sono persone che sbagliano con questi tre principi o affermando tutto come apodittico, perché non si intendono di dimostrazione; o dubitando di tutto, perché non sanno a chi sottomettersi; o sottomettendosi in tutto, perché ignorano quando si deve giudicare.”(268) Queste parole sono preziose perché esprimono nello stesso tempo la forza della ragione, sia quando si fa padrona con il dubbio sia quando sa accettare il suo limite di non poter andare oltre. A questo punto la Parola di Dio ci viene incontro offrendoci l’identikit del vero consigliere:”Frequenta spesso un uomo pio che tu conosci come osservante dei comandamenti e la cui anima è come la tua anima; se tu inciampi saprà compatirti.”(Sir.37,12) Non è un caso, comunque, che il testo sacro concluda la sua descrizione con il ricorso a rientrare in se stessi per trovare la via della verità: “Segui il consiglio del tuo cuore, perché nessuno ti sarà più fedele di lui. La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare. Al di sopra di tutto questo, prega l’Altissimo perché guidi la tua condotta secondo verità.”(Sir.37,13-15) La ricerca della verità, quindi, è un dovere di carità e la vicinanza al dubbioso è una responsabilità che chi ama non può rifiutare di offrire. Si comprende perché la Chiesa la consideri un’opera di misericordia; per questo, è necessario stare vicino al dubbioso e con lui instaurare un dialogo perché la verità prenda corpo, la mente si illumini e la volontà diventi capace di scegliere. Se poi il dubbio, per così dire esistenziale, riguarda i contenuti della sua fede, il consiglio amorevole che bisogna offrirgli, sarà quello di fargli capire che la fede non è un insieme di verità astratte e teoriche da accettare ciecamente , ma una persona da accogliere e da amare: Gesù risorto, Via Verità e Vita, è Lui che deve amare abbandonandosi tra le braccia della sua misericordia. Per dirla con S. Anselmo, “chi crede fa esperienza di Dio e quindi ha certezza della sua verità”. Pertanto, chi compie la missione di consigliare, la deve compiere non con l’arroganza di chi ha già raggiunto la verità, ma con la passione e il desiderio di ricercarla insieme, pur sapendo di avere ricevuto in dono la fede. E poiché “ la fede viene dall’ascolto” (Rm.10,17) è opportuno che, chi è chiamato a dare consiglio, sappia far tesoro delle suggestioni dello Spirito Santo che parla al cuore nel silenzio e “intercede con insistenza per noi con gemiti inesprimibili.”(Rm.8,26) Non bisogna neppure dimenticare e occorre convincersi che fonte di molti dubbi è il padre della menzogna, il quale si infiltra nella mente in tanti modi: superbia, orgoglio, voglia sfrenata di libertà, suggestioni varie e, non ultimo, l’adescamento da parte di persone di altre religioni e sette.

ll compito di consigliare i dubbiosi spetta a tutti i battezzati: dal Papa ai vescovi, ai sacerdoti, alle suore e ai semplici fedeli. Personalmente ricordo mia mamma, che pur avendo frequentato la scuola fino alla terza elementare, sostenuta però dalla preghiera, dai sacramenti, dalla lettura assidua della Bibbia e dalla direzione spirituale del parroco, di notte scriveva lunghe lettere ai suoi fratelli e sorelle che erano tutti evangelisti, confutando i loro errori, dopo avere però invocato a lungo lo Spirito Santo al quale chiedeva sempre luce e consiglio. Anche per piccole decisioni da prendere, diceva sempre: “ facciamo una novena allo Spirito Santo, perché ci illumini a fare scelte giuste e sagge”. Per rendere quindi operativa quest’opera di misericordia e profittando anche del grande dono dell’Anno Santo, è auspicabile che le parrocchie e le comunità religiose aprano centri di ascolto: sono ormai moltissimi che non si confessano più, non frequentano la Chiesa, ma sarebbero ben felici di trovare un sacerdote o una persona di fede che abbia del tempo per ascoltare i dubbi e le angosce che tormentano la loro vita. Quanto è prezioso, ad esempio, il Centro di Ascolto presso la Basilica di Sant’Antonio a Padova, aperto dalle 15 alle 18 di ogni giorno. “Si rivolgono a noi- spiega P.Claudio- persone che chiedono chiarimenti sulla fede, che hanno dei dubbi in proposito a qualche tematica specifica. Giovani e meno giovani, uomini e donne, possono trovare qui ascolto e conforto. Poi ci interpellano coloro che sono oppressi da problematiche di natura familiare o affettiva. Ci sono molte persone depresse che arrivano da noi disperate, con un senso di vuoto e di inutilità. Abbiamo anche occasione di incontrare gente che soffre per vere e proprie ossessioni. Ma i più ricorrenti sono decisamente i problemi familiari e le situazioni di solitudine, che è più diffusa di quanto si creda, soprattutto nelle città. Però ogni storia, che rimane assolutamente segreta, è a sé, non c’è persona uguale ad un’altra”. Pertanto, incoraggiati e stimolati da questa preziosa testimonianza, apriamo le porte delle nostre Chiese, ma soprattutto spalanchiamo quelle del nostro cuore, per accogliere quanti sono lontani e smarriti, alla ricerca di una luce, di una speranza, di un consiglio che li liberi da paure e rimorsi. Una seconda indicazione può essere costituita dalla direzione spirituale, spinta alla revisione e conversione di vita, all’esercizio della fede e della preghiera, alla vita sacramentale ed ecclesiale, al discernimento nella ricerca della propria vocazione e dei doveri che essa comporta. Nel campo infine della pastorale sanitaria, molti sono i dubbi che affiorano nella mente e sulle labbra dei malati, specie se incurabili, sul significato della malattia, della sofferenza di bambini innocenti, del dolore e della morte; aiutarli amorevolmente a diradare dubbi e angosce, alla luce del Cristo Crocifisso e Risorto, costituirà un grande dono e un prezioso atto di carità. Non lasciamoli soli, come ci supplica Papa Francesco. Non accada che cercando aiuto, essi non trovino nessuno disposto ad ascoltarli:” Guardai ma non c’era nessuno, tra costoro nessuno era capace di consigliare, nessuno da interrogare per averne una risposta.”(Isaia,41,28)