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Cultura e Società

Ricordata la figura del giudice Basilio Sposato

Paolo Emanuele · 13 anni fa

Si è tenuta una conferenza sul giudice Basilio Sposato all’Università della Terza Età di Lamezia Terme, presieduta dal prof. Italo Leone. Il relatore, prof. Filippo D’Andrea, filosofo e teologo laico, ha esposto la vita e l’opera dell’indimenticabile alto magistrato e cattolico di fronte ad un pubblico qualificato. Dopo l’introduzione del presidente Leone, lo studioso D’Andrea ha tratteggiato la vita. Basilio Sposato, compagno universitario ed amico di Aldo Moro, da cui viene “intelletto poderoso, dottrina vasta, alta e nobile spiritualità”, fu cattolico dottissimo e magistrato stimatissimo. Nel suo libro “La logica della Vivente Unità” manifesta la sua filosofia personalista sulla linea di Anselmo d’Aosta, Agostino, Tommaso d’Aquino, Rosmini. E non si dimentica di citare il suo compaesano filosofo Francesco Fiorentino. “La serenità non è la calma che segue la tempesta, è piuttosto la calma nella tempesta, è l’autodominio in mezzo alle immancabili prove” scrive il Giudice Sposato.

L’aspetto politico lo vede impegnato per lo sviluppo della Democrazia Cristiana della provincia di Catanzaro tra gli anni ‘40 e ’50 convinto che il laico cattolico deve tendere verso una “crescente espansione esteriore” ha detto Filippo D’Andrea. Basilio Sposato ricorda il suo amico e collega assassinato a Nicastro il 3 luglio 1975 l’avvocato Generale presso la Corte d’Appello delle Calabrie, il giudice Francesco Ferlaino: “un uomo che, - scrisse Sposato - ispirato da una visione profondamente cristiana della vita e del mondo, non aveva esitato ad avviare indagini in quel settore dal quale erano per arrivare i suoi assassini”. Il magistrato deve avere la giustizia nel cuore – diceva il giudice Sposato – e possedere “fermo rigore ideale, l’irreprensibilità dei costumi, la forza morale… l’eroica dedizione del mistico e dell’asceta”.

“La struttura del suo volume parte dalla dialettica del volere, la contradizione del reale, Identità dell’unità e della molteplicità nell’unione di sostanza, il compimento della Dialettica che passando dalla restaurazione cristiana dello hegelismo si conclude nella sapienza della Croce”. Ma èlo stesso autore che, riprendendo Meister Eckart, scrive la sintesi del suo libro: “una vita di calma e di riposo che conduce a Dio è buona; una vita piena di dolori e vissuta in pazienza vale di più; ma trovare il proprio riposo in una vita piena di dolori, sopravvanza tutto”. Le sue conferenze andavano da Antonino Anile a Antonio Rosmini, da Sant’Anselmo e sant’Agostino a san Tommaso e san Bonaventura…

“La storia egli la concepisce – afferma il suo biografo D’Andrea - tra lacrime e sangue, tormento e speranza”. Ma, Conoscenza e Grazia fanno nascere in noi “l’istinto dello Spirito Santo” che ci consente di passare dalla “semplice fede naturale” alla “fede soprannaturale e viva”.

Sposato – ha affermato Filippo D’Andrea - si faceva avvicinare facilmente da tutti per la sua gentilezza, la bontà, la cordialità, parlava sempre con calma e profondità. Le sue passeggiate silenziose e meditative lungo i vicoli di Sambiase lo rendevano presente tra la sue gente con sorridente umiltà.” In conclusione il presidente Leone ha sottolineato come Sposato sia stato un cattolico coerente nella professione e di grande autorevolezza morale, modelli necessari oggi.