·

Il Vangelo della domenica

Riflessione sulla XVI Domenica del Tempo Ordinario

Paolo Emanuele · 9 anni fa

La liturgia della Parola di questa sedicesima domenica del tempo ordinario presenta il popolo di Dio come gregge da condurre su pascoli ubertosi, che deve essere protetto dai lupi rapaci, custodito nell'ovile, aiutato nella crescita spirituale. Dio ne è il Pastore, ma per condurlo, custodirlo, proteggerlo si serve di uomini, ai quali affida l'incarico di pascerlo in suo nome e con la sua autorità. Costoro tuttavia non sempre si prendono cura del gregge, anzi essi stessi diventano i primi nemici, per la morte delle pecore loro affidate. La Storia Sacra testimonia la caduta dei valori morali a causa dei "cattivi mediatori", che si lasciarono dominare da tanta cattiva volontà e tanta pigrizia e disamore nell'opera della salvezza, da tanta malvagità nell'azione pastorale. Invece, il pastore sarà guida e luce, se la verità e la grazia divina muoverà la sua vita e il suo cuore, riempirà la sua anima, se i comandamenti saranno la sua via e la mozione dello Spirito Santo dirigerà i suoi passi. Solo così il gregge potrà essere nutrito di fede e di grazia, di Parola e di Spirito Santo; esso certamente crescerà secondo la verità di Dio e raggiungerà i pascoli della vita eterna. La salvezza è nella grazia, nella verità e nella santità del mediatore, la cui opera primaria è proprio quella di insegnare la volontà di Dio al popolo del Signore. Quando questo insegnamento non è dato, l'uomo viene fatto oggetto di ogni ingiustizia. Sopra il gregge, però, vigila il Signore che interviene nella storia, giudica con severità i cattivi pastori, ne suscita degli altri secondo il suo cuore. Al tempo di Geremia Dio annunzia che Lui stesso si sarebbe preso pensiero del suo gregge, promette che dalla radice di Davide sarebbe nato un germoglio giusto, che avrebbe regnato da vero re e sarebbe stato saggio, avrebbe esercitato il diritto e la giustizia sulla terra: "Radunerò io stesso il resto delle mie pecore". Ma il Signore si era sempre premurato di inviare loro dei pastori che le custodissero e le curassero secondo la sua volontà. E questo a conferma che la mediazione umana necessita al Signore per ricondurre il suo gregge ai suoi pascoli e che la salvezza dell'uomo sarà sempre posta nelle mani dell'uomo: è la verità della fede cristiana. L'uomo si salverà sempre per mezzo della santità, della verità e della giustizia di un altro uomo. La saggezza è agire in conformità alla legge del Signore; il diritto e la giustizia sono la volontà di Dio manifestata e conosciuta. Gesù è il buon pastore, il profeta di Nazaret, il Messia, il Logos eterno, in principio presso Dio, Dio Egli stesso. Egli compie la profezia di Geremia contenuta nella prima lettura. Cristo Gesù, nel vangelo di questa domenica, vede che il gregge di Dio è senza pastori, lasciato in balia di se stesso; nessuno si interessa di lui e si commuove. Senza guida sicura, certa, sul sentiero della verità e della giustizia, il popolo è senza possibilità di salvezza. Ma Cristo è disceso dal cielo, ha avuto pietà, si è assunto le colpe, i peccati, le miserie degli uomini; ha insegnato loro la verità del Padre suo; ha rivelato la via della salvezza e della santità. Per ricondurre ogni uomo al suo ovile, ha pagato di persona, ha dato la vita. Egli è il buon pastore che fece ed insegnò la volontà del Padre celeste. La insegnò nel suo sangue e la fece sulla croce, perché è la croce il luogo dove si fa e si insegna, perché la croce è il sacrificio e l'offerta della vita per la salvezza delle pecore. Subendo la morte per la vita di ogni uomo, Cristo dona il suo corpo e il suo sangue come nutrimento di vita eterna. Se ogni pastore desse se stesso come cibo delle pecorelle, quanta abbondanza di grazia non nascerebbe sulla terra! Ma dopo che Cristo è morto ed è risorto la via della salvezza è solo la morte e la risurrezione; solo chi muore e chi dona la vita per il gregge di Dio potrà essere certo di salvare ancora, di condurre nel Regno del Padre. è il mistero di Cristo; Egli è venuto per radunare tutte le pecore disperse non solo di Israele, ma di ogni lingua, tribù, nazione; Egli è stato inviato per fare di tutti gli uomini un solo popolo, un solo ovile; un solo gregge, nel suo corpo, per presentarci al Padre come figli devoti e santi. Grazie al sangue di Cristo l'unità ricomincia a splendere nella famiglia umana. La buona novella della pace, che Egli ha portato sulla terra, si realizza nella piena e perfetta comunione dell'uomo con il suo Dio, nell'osservanza dei comandamenti, nella pratica della giustizia e del diritto, nel dono dello Spirito Santo, nostra capacità di compiere il bene secondo Dio e nostra giustificazione e salvezza.