Vigilia dei Santi Patroni: lettorati e ammissione all’Ordine Sacro
Nei Primi Vespri della Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Monsignor Vescovo ha presieduto la solenne celebrazione della S. Messa con il conferimento del Lettorato ai Seminaristi Andrea Latelli e Giuseppe Gigliotti e l’ammissione ai candidati all’Ordine Sacro di Antonio Colombino. Di seguito il testo dell’omelia del Vescovo.
Alla gioia che la venerata memoria degli Apostoli Pietro e Paolo, ogni anno ci consegna, quest’anno si aggiunge un particolare motivo di letizia. Alcuni nostri seminaristi, questa sera compiono un importante passo nel loro cammino vocazionale. Così Andrea e Giuseppe saranno istituiti Lettori e Antonio sarà ammesso all’Ordine Sacro. Salutiamo voi carissimi figli, le vostre famiglie e tutto il popolo di Dio che stasera è qui riunito. La parola del Signore che abbiamo appena ascoltato, non solo si riferisce agli Apostoli, ma in realtà si rivolge a ciascuno di noi e parla della nostra vocazione e in particolare di te Andrea, Giuseppe e Antonio. Come è avvenuto per Paolo, il Signore sceglie sin dal grembo materno anche noi. Il Signore ci sceglie, ci elegge, ci chiama. Siamo eletti dal Signore, ma come dice San Pietro, siamo “eletti che sono stranieri dispersi” (cfr 1 Pt 1,1)Eletti: è una parola di privilegio e di umiltà nello stesso momento, in quanto gli “eletti” sono anche “dispersi”, “stranieri”. Da cristiani siamo dispersi e siamo stranieri: vediamo che oggi nel mondo i cristiani sono il gruppo più perseguitato perché non conforme, perché è uno stimolo contro le tendenze dell’egoismo, del materialismo. Figli, quando pensate alla vostra vocazione, non dimenticate mai né la vostra elezione, né tantomeno la vostra straneità al mondo! Non ci si improvvisa preti, senza diventare persone di Dio, per questo ci vuole una continua conversione dallo spirito del mondo alla mentalità di Cristo! Essere stranieri significa essere provvisori, precari, fragili, ma anche liberi! Liberi di non fissarsi sul presente, ma di aprirsi al futuro di Dio. Non è un caso che l’essere stranieri sia collegato all’essere pellegrini. Se consideriamo il Vangelo, troviamo una parola centrale, una parola lapidaria di Cristo: “Seguimi”. “Seguimi dice il Signore risorto a Pietro, come sua ultima parola a questo discepolo, scelto per pascere le sue pecore. Seguimi: questa parla lapidaria di Cristo può essere considerata la chiave per comprendere” la nostra vita. In questo seguire Cristo si gioca la nostra vita! e dove seguiremo il Signore? Continuamente il Signore è in cammino verso la Croce, verso la bassezza del servo di Dio sofferente e ucciso. Ma allo stesso tempo, Cristo è sempre anche in cammino verso la vastità del mondo. Ogni vera vocazione al sacerdozio e ogni vero ministro di Dio cammina verso la Croce e verso il mondo. E in questo cammino incontriamo anche noi dei poveri, degli storpi, dei ciechi, degli ultimi. Che cosa diremo a questa gente? “Alzati e cammina!” Come in Pietro e in Paolo, così anche nella nostra vita si rivela, da una parte, la debolezza di ciò che è proprio dell'uomo, ma insieme anche la forza di Dio. Per voi carissimi figli, sale dalla Chiesa questa preghiera, che estendiamo per ogni sacerdote del nostro clero: Signore che ci hai eletti, ricordaci che siamo pellegrini e stranieri in questo mondo, per poterti seguire verso la Croce e il mondo intero e far risuonare la tua voce a ogni uomo che incontriamo: Alzati e cammina! Così preghino per noi anche i tuoi Apostoli Pietro e Paolo. Amen
Vita diocesana
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Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa