·

La parola del Vescovo

Tra Nicastro e Sant’Antonio un rapporto imprescindibile!

Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa

Tra Nicastro e Sant’Antonio un rapporto imprescindibile!

Al termine della Processione di Sant’Antonio, il Vescovo ha pronunciato il seguente discorso di fronte al popolo riunito per ricevere la benedizione.

Carissimi, in questo giorno di festa, ogni strada di Lamezia Terme è diventata la navata di un’unica grande Chiesa a cielo aperto. Una preghiera corale, sincera, devota, quasi irrefrenabile si è levata al Signore per l’intercessione di Sant’Antonio. Il rapporto tra Nicastro e Sant’Antonio è connaturale, imprescindibile, reciproco. Un legame che si è trasformato e intensificato nel tempo, e che rende ora impossibile pensare queste realtà divise o distinguerne nettamente i confini d’azione. Sicuramente il carisma di Antonio , il Santo di tutti noi, ha forgiato la storia della città di Lamezia e della Chiesa locale. C’è una devozione dei lametini al Santo che è fatta di piccoli gesti, di memorie, di affidamenti spesso nascosti, che in occasione della festa emerge in tutta la sua grandezza. Sant’Antonio, a imitazione di Cristo, “reca la buona novella ai poveri” annunciando e proponendo il Vangelo come messaggio e forza di autentica liberazione e promozione umana. La sua predicazione è stata coraggiosa fino ad assumere toni anche roventi contro l’usura, l’egoismo e l’avarizia dei ricchi; ha criticato la violenza e il dispotismo dei governanti, si è opposto allo sfruttamento degli operai e all’oppressione dei poveri, ha promosso la concordia e la pace. E tutto questo unicamente perché amava, conosceva e serviva appassionatamente il Santo Vangelo di Gesù Cristo. Non è forse il nostro sentirci poveri che ci fa scoprire Sant’Antonio così vicino? Sant’Antonio è un santo attuale, moderno, contemporaneo. Non a caso è venerato da ortodossi e persino dai musulmani. E vorrei ricordare alla città più multietnica della Calabria che anche Sant’Antonio era immigrato. Egli veniva da fuori Italia, ha percorso il deserto del Marocco, ha conosciuto le povere barche del Mediterraneo, è approdato in Italia come un mendicante, così come San Francesco d’Assisi chiedeva. Potremmo noi devoti di Sant’Antonio dimenticare tutto questo? Un immigrato, uno straniero è il nostro più grande Santo! Egli, venuto da fuori, aveva molto da portare, aveva la Parola di Dio e il suo amore, e per questo ha avuto a cuore il bene di chiunque ha incontrato. Si è prodigato per promuovere il bene completo della persona: spirituale e materiale, con una particolare sensibilità verso i sofferenti, i poveri, gli oppressi, per favorire relazioni umane meno conflittuali, più rispettose e cordiali, promuovendo un clima di concordia e di pace, frutto della giustizia e della solidarietà. Non è di questo che abbiamo ancora bisogno? Domani Lamezia Terme sarà chiamata a esprimere i governati della città per l’immediato futuro. Non possiamo che affidare – oltre che alla nostra coscienza, sensibilità e responsabilità - a Sant’Antonio gli esiti di queste elezioni perché chi vincerà possa lavorare con serenità per una città che sia degna dei Santi di cui si vanta. Servire il bene, difendere i poveri, favorire la giustizia, contrastare la corruzione e l’illegalità, migliorare l’amicizia sociale sono questi i richiami che il Santo rivolge a noi.Permettetemi come Vescovo e Pastore di questa Chiesa di salutare il Sindaco e l’amministrazione comunale. Li ringrazio per quanto hanno apportato per il bene di questa città, particolarmente in momenti storici quali la visita del Santo Padre Benedetto XVI. Queste parole non appartengono alla propaganda elettorale, ma rimarcano il comune e reciproco rispetto che in questi dieci anni ha caratterizzato i rapporti istituzionali intercorsi tra la Sede Vescovile e la Civica Amministrazione. Rapporti stimati e rispettosi che destineremo a qualunque uomo di buona volontà che sarà designato a guidare la città. La comunità cristiana rimane disponibile alla leale collaborazione nel rispetto delle reciproche competenze. Non solo Lamezia, ma tutta l’Italia e l’Europa sta vivendo un’epoca di cambiamenti. Affidiamo i responsabili della vita cittadina alla protezione di sant’Antonio perché abbiano a svolgere con rettitudine il loro incarico al servizio del bene comune, avendo a cuore le fasce più povere e deboli della popolazione.

Prima di ricevere la Benedizione Solenne chiediamo a Sant’Antonio di ottenerci l’unica grazia che veramente ci è necessaria: restare fedeli al Signore: questa è la grazia che ci fa essere famiglia unita con Dio e tra di noi. Sant’Antonio prega per noi