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Parrocchie news

L'ingresso di D.Pino Angotti, nuovo parroco a S.Maria Goretti

redazione · 13 anni fa

Quando mons. Pasquale Luzzo, vicario generale della diocesi lametina, finisce di leggere il decreto di nomina col quale mons. vescovo, Luigi Antonio Cantafora, a norma dei canoni 523 e 524 del Diritto Canonico, nomina don Giuseppe (Pino) Angotti a parroco dell’erigenda chiesa di S. Maria Goretti, l’applauso dei fedeli assiepati sotto il tendone appositamente allestito per l’evento, si leva forte.

E’la calorosa accoglienza riservata dai fedeli di Savutano a don Pino Angotti, che nella mattinata di domenica 15 gennaio, nel corso della Concelebrazione Eucaristica presieduta da mons. Cantafora, ha fatto il suo ingresso, quale primo parroco, alla chiesa intitolata a S. Maria Goretti, alla presenza di numerose autorità civili e militari.

«La presente nomina –si precisa nel decreto- ha valore per nove anni» e il verbale viene firmato oltre che dal presule, dal parroco, dai testimoni e dal cancelliere vescovile o di chi ne fa le veci. Poi don Pino Angotti asperge il popolo di Dio con l’acqua benedetta e incensa l’altare. Quindi, si avvicina al leggio per rivolgere il suo saluto: «E’solo nella volontà di Dio, manifestata nel vescovo, che riesce a leggere il disegno di Dio, che va compreso quel che avviene per me oggi. Siamo chiamati da Dio a diventare una chiesa, non solo fatta di mattoni, com’è necessario, ma di pietre vive. Scelgo di essere e mi impegno ad essere –ha aggiunto don Pino Angotti- il parroco di tutti, come ho fatto per 17 anni nella comunità di San Raffaele Arcangelo».

E don Pino ha salutato la comunità di San Raffaele, presente in modo massiccio alla funzione religiosa, anche col coro che ha animato i canti liturgici. Quindi ha ringraziato, oltre al vescovo, i concelebranti, tra cui il vicario Luzzo, don Pino Pezzo e mons. Enzo Pujia «per la bellissima testimonianza di amore sacerdotale, prodigandosi ad accompagnare la comunità a vivere questo momento di grazia». Poi don Pino si è rivolto ai fedeli di San Raffaele: «siamo chiamati a fare ciò che Dio ci chiede di fare. Mi affido alle vostre preghiere e a quelle della nuova comunità, perché Dio mi dia sempre la sua grazia».

All’omelia mons. Cantafora, dopo aver salutato affettuosamente don Pino Angotti, ringraziandolo «pubblicamente per la disponibilità manifestata ad accogliere questo nuovo incarico» e rivolto un pensiero per come si sono impegnati per questa parrocchia a mons. Pujia, a don Pietro Folino Gallo –ora parroco a Feroleto Antico- e a don Pino Pezzo, si è rivolto così ai fedeli di S. Maria Goretti: «sono sicuro che vivrete con serenità il momento di transizione. Sono iniziati i lavori di edificazione della nuova chiesa e il nuovo edificio sarà utile per lo svolgimento della missione pastorale… Confidiamo che con la guida del nuovo parroco, la comunità possa continuare a crescere. E in questa novità –il nuovo parroco, la nuova chiesa-, c’è tutta la freschezza dell’inizio, c’è lo slancio che serve… per camminare nella fede. La parrocchia vi viene incontro. E che la fede, la speranza e la carità possano risplendere in tutta Lamezia. Crescete col vostro parroco nella stima e nella fiducia reciproca, camminando sempre sulla via che il Signore ha tracciato». Mons. Cantafora prima della benedizione, ha voluto ringraziare tutti, anche «chi non ha compreso le mie decisioni» (nda, in riferimento allo spostamento di don Pietro Folino Gallo)« Se c’è la croce, c’è la volontà di Dio, se non c’è la croce, c’è un mondo che traballa». Il presule ha poi concluso: «don Pino vuole essere il parroco di tutti; e il parroco è come l’ape, che deve succhiare il nettare di tutti i fiori, perché solo così il parroco diventa l’uomo di tutti… Ma il prete è dell’ape regina, non del popolo, ma del vescovo».

Ancora due brevi interventi di due ragazze: Federica, di S. Maria Goretti, che ha porto il benvenuto a don Pino Angotti; e Rosita, di San Raffaele Arcangelo, che lo ha ringraziato a nome di quella comunità per averlo avuto come guida per ben 17 anni, assicurandogli preghiere per la sua nuova missione. Poi, la benedizione finale.