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Liturgia

Quando la musica è preghiera

redazione · 14 anni fa

«La Chiesa ha bisogno dell’arte [...]. La chiesa ha bisogno…dei musicisti. Quante composizioni sacre sono state elaborate nel corso dei secoli da persone profondamente imbevute del senso del mistero! Innumerevoli credenti hanno alimentato la loro fede alle melodie sbocciate dal cuore di altri credenti e divenute parte della liturgia o almeno aiuto validissimo al suo decoroso svolgimento. Nel canto la fede si sperimenta come esuberanza di gioia, di amore, di fiduciosa attesa dell’intervento salvifico di Dio».

Sono le parole della famosa lettera agli artisti, scritta il 4 aprile 1999 dal venerabile papa Giovanni Paolo II. Una lettera che riconosce negli artisti dei “geniali costruttori di bellezza” che, trovando in Dio la fonte di ispirazione artistica, sono capaci di mettere la propria vocazione creativa al servizio della liturgia e del bene comune, inseguendo una feconda alleanza tra Vangelo e arte. Parole cariche di senso che sottolineano l’importanza e il valore storico della produzione musicale sacra e il ruolo determinante di essa nello svolgimento della liturgia e delle pratiche devozionali. Pratiche che, per riprendere ancora una volta le ineccepibili parole del Santo Padre, pronunciate 2 anni dopo, il 27 gennaio 2001 al Congresso Internazionale di Musica Sacra promosso dal Pontificio Consiglio della Cultura, richiedono «oggi una solida formazione ai pastori e ai fedeli sul piano culturale, spirituale, liturgico e musicale». Parole che inducono a riflettere - da una parte - sui criteri di costituzione e diffusione di un repertorio di qualità che possa servire in maniera appropriata la liturgia e - dall’altra parte - sulla riconsiderazione dei principali centri di formazione alla musica liturgica e devozionale, quali cori, cappelle musicali e, soprattutto, scholae cantorum. Riflessioni che si pongono perfettamente in linea con le prescrizioni del Concilio Vaticano II che sottolineano con insistenza il compito ministeriale della musica sacra nel culto divino, invitando a promuovere con impegno proprio la formazione di «Scholae Cantorum» presso chiese e cattedrali, finalizzate appunto alla conservazione e diffusione del grande patrimonio della musica sacra. è sulla scia di tali orientamenti che in Calabria, nel territorio di Lamezia Terme (Cz), grazie ad una convenzione stipulata tra la Diocesi della città e l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Tchaikovsky” di Nocera Terinese (Cz) è stata istituita proprio una “Schola Cantorum” intitolata a Benedetto XVI, la quale porta al suo interno molteplici iniziative. La progettazione dell’azione formativa infatti, ampiamente condivisa dall’Ufficio Liturgico Nazionale della C.E.I., è articolata attraverso due diversi percorsi: da un lato, l’attivazione di discipline che vanno a caratterizzare il Corso di Diploma Accademico di I Livello in Canto attivato dallo stesso istituto, attuandone così un curriculum sacro-liturgico e, parallelamente ad esso, un corso di “Cantore della Musica Sacro-Liturgica” quale momento formativo di base per l’avvio alla musica, al canto e alla liturgia. Un’iniziativa di formazione professionale che, per la portata innovativa, merita certamente attenzione e che, per la qualità della proposta mirata alla definizione di una professionalità non disgiunta da una ministerialità da acquisire, ha portato la Conferenza Episcopale Italiana ad appoggiare l’iniziativa concedendo il Patrocinio.

Come sottolinea il Direttore del Tchaikovsky, il M°Pierfrancesco Pullia: «si tratta di un’iniziativa di grande importanza, perché intende intraprendere un lavoro di formazione e di ricerca sullo storico e secolare patrimonio della musica sacra ad uso liturgico, oggi sostituita nelle celebrazioni dalla cosiddetta musica d’uso. La schola cantorum nasce come centro di formazione permanente e nevralgico per la formazione professionale e competente della figura del cantore. è un contenitore entro cui la formazione passa da diversi livelli: dalla formazione musicale di base nel corso di cantore, a quella professionalizzante nel corso accademico di I Livello, oltre che alla produzione, ai concerti e ai seminari, seguendo un piano di studi specifico che va dallo studio della storia della musica sacra, alla lettura della musica, dalla tecnica della vocalità allo studio del canto gregoriano. Tutte le attività promosse dalla “Schola Cantorum” sono coordinate da una commissione permanete formata, oltre che dal Direttore dell’I.S.S.M. Tchaikovsky e da Sua Eccellenza il Vescovo di Lamezia Terme Mons. Luigi Antonio Cantafora, da Don Aldo Figluzzi Direttore dell’Ufficio Liturgico della Diocesi di Lamezia Terme e da esperti e luminari di chiara fama nell’ambito internazionale della musica sacro-liturgica, tra cui Mons. Antonio Parisi, consulente nazionale per la musica sacra dell’Ufficio Liturgico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana. Un’iniziativa che intende dunque portare avanti un insieme di attività, ben progettate e articolate, attraverso le quali formare figure preparate in materia di musica sacra e liturgica, alla luce di una situazione generale in cui il grande tesoro di questa musica, come lo stesso Cardinale Joseph Ratzinger ha sottolineato nello storico libro “Rapporto sulla fede”, sta andando perdendosi nell’immaginario collettivo. Quali allora i repertori liturgici sui quali fare formazione e ricerca? - come sottolinea il Direttore Pullia - In primis il repertorio Gregoriano, la tradizione delle Laude e poi tutta la tradizione polifonica, oratoriale e così via, attraverso cui la musica liturgica ha trovato, nella storia, compiuta espressione e identificazione». Allo stato attuale infatti, nelle parrocchie, la tradizione storica della musica liturgica è scarsamente seguita, eppure, sul piano storico-culturale oltre che religioso, è un patrimonio troppo grande per essere dimenticato e coltivato solo dai cultori della materia. I cantori che operano nelle chiese italiane hanno invece diritto di seguire dei percorsi formativi di qualità. In quest’ottica, l’attivazione di un curriculum sacro liturgico nel corso di Diploma Accademico di I Livello in Canto, all’interno delle attività della Schola, rappresenta veramente una novità sul territorio nazionale. Una novità che sta già ricevendo importanti riconoscimenti, sia a livello nazionale che territoriale, visti anche i numerosi iscritti ai corsi provenienti da fuori regione. Un anno importante quindi per la città di Lamezia Terme che si prepara, anche attraverso questa iniziativa, ad accogliere, il 9 ottobre 2011, la visita pastorale del Santo Padre. Sarà proprio la Schola Cantorum a preparare il Coro e l’Orchestra che animerà la visita in Calabria di Sua Santità il Papa. Difatti, i laboratori di canto corale e orchestrale, dal mese di aprile, apriranno le porte a tutti i cantori e musicisti provenienti da tutti i cori e dalle 62 parrocchie della Diocesi di Lamezia Terme. Un cammino di preparazione, quindi, che sarà strutturato in incontri di preparazione e approfondimento musicale, spirituale e liturgico: difatti, fra le iniziative inserite nel calendario formativo, figurano incontri con grandi esponenti della musica sacra, quali: Mons. Marco Frisina, direttore del Coro della Diocesi di Roma; Don Massimo Palombella, direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina; Mons. Vincenzo De Gregorio, responsabile nazionale musicale dell’Ufficio Liturgico Nazionale della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana); nonché con lo stesso Mons. Antonio Parisi, consulente nazionale della musica sacra presso l’Ufficio Liturgico Nazionale della C.E.I. e responsabile dei corsi di perfezionamento liturgico musicale della stessa C.E.I.; oltre a seminari di liturgia, vocalità, elementi di direzione di coro, ecc.». Dunque una città che si sta facendo protagonista di un importante momento di crescita territoriale che vede nella musica, oltre che uno strumento di preghiera, anche un strumento di cambiamento culturale.

A riguardo il Vescovo di Lamezia Terme, S.E. Mons. Luigi Antonio Cantafora sottolinea come «attraverso il suo millenario influsso il cristianesimo ha profondamente segnato la nostra cultura. Oggi la Chiesa non può rimanere estranea o indifferente al vissuto del territorio, ma vuole collocarsi col suo contributo al servizio per il bene comune. è questo il fine che ci siamo prefissati, insieme all’Istituto Superiore di Studi Musicali “Tchaikovsky”, nell’istituire la “Schola Cantorum Benedetto XVI”. Non nascondo come in questi mesi, vedendole muovere i primi passi, spesso mi sono tornate in mente le parole di Paolo VI: «La Chiesa deve venire a dialogo con il mondo in cui si trova a vivere» (Enciclica Ecclesiam Suam, 67).

Per questo tutte le attività della Schola vogliono essere l’occasione per creare un dialogo con tutti, nella ricerca della verità e della vera bellezza. La Schola Cantorum è una realtà aperta a tutti e a tutte le realtà del nostro territorio - non è un’istituzione per pochi cultori o specialisti della musica - perché vuole essere uno strumento che, con la forza comunicativa della musica sacra, tocchi profondamente la coscienza umana, il cuore e l’intelletto di chiunque si accosterà ad essa.

La tradizione cristiana, poi, ha sempre strettamente collegato alla liturgia il linguaggio dell’arte, la cui bellezza ha una sua particolare forza comunicativa. La musica è portatrice in sé di un grande dono (che come tutti i doni di Dio è sempre un servizio!): superare l’incapacità del linguaggio nel comunicare il senso profondo e la bellezza dell’esperienza di fede.

La Schola vuole accogliere nel suo alveo tutti coloro che, con diverse competenze e formazione, rendono un servizio ai fratelli col canto: per incentivare – con i suoi cammini formativi - il bene presente nelle tante realtà che particolareggiano la nostra diocesi e per aiutare i cantori ad evitare errori e vicoli senza uscita.

La Schola non vuole spersonalizzare o rendere anonimi tanti cori presenti in diocesi, ma vuole essere un luogo di vera comunione dove, nella crescita comune, si incentivano i diversi doni e la particolarità che contraddistingue ciascuno. La Schola Cantorum vuole essere una domus dove tutti si sentano a casa e nessuno vive nell’anonimato di un ugualitarismo che sfocia nell’indifferenza.

Una cosa che vorrei specificare, infine, è che la finalità primaria della Schola non è animare la Celebrazione Eucaristica presieduta da Papa Benedetto: per la Schola – ma in verità per ogni realtà della nostra diocesi - il 9 ottobre non è un traguardo da raggiungere per poi fermarsi, ma è solamente un’importante tappa di passaggio nella nostra vita diocesana.

Per me, Pastore di questa Chiesa diocesana che ha ricevuto da Dio, inaspettatamente, il dono grande della Visita del Successore di Pietro, non è importante creare delle realtà solamente per conseguire la buona riuscita di quell’evento. Per me, è sì importante che si giunga a quell’evento avendolo ben preparato, ma, mi sta molto più a cuore che il nostro cammino – dopo essere stati rinfrancati e stimolati dalle parole del Santo Padre il Papa – riprenda dopo il 9 ottobre con uno slancio ancora maggiore rispetto a quello avuto sino a quel giorno.

Dal mio punto di vista – e su questo concordiamo pienamente con il Direttore del Tchaikovsky, il M°Pierfrancesco Pullia – non è importante creare una corale ed un orchestra che solamente animi perfettamente la S. Messa presieduta dal Papa, ma è importante che in diocesi la musica riprenda la sua missione prioritaria: portare le persone a guardare oltre le cose penultime e mettersi alla ricerca delle ultime.

Per questo il mio cuore di Pastore e Padre mi fa dire a tutti coloro che vivranno questo cammino: «fate cose belle, ma soprattutto fate diventare le vostre vite luoghi di bellezza».

In questo momento in cui il Signore richiede il meglio delle nostre forze, per far sì che questo evento tocchi i cuori di tutti coloro che lo vivranno, tutta la nostra realtà diocesana deve avere una rinnovata capacità per additare il bello e il vero alla nostra società; ed il vero e il bello noi sappiamo che hanno un nome e un volto: Gesù Cristo, l’unico Salvatore dell’uomo».