La Chiesa proclama ogni giorno la risurrezione del Signore, e lo fa da quel “Giorno fatto dal Signore” (cfr. Sal 118,24), quello spuntato dalla notte di veglia, in cui Dio si è rivelato di essere il Dio dei viventi e non dei morti (cf. Mc 12,27). E lo ha rivelato proprio là dove la morte dell’Uomo era stata sigillata come un fatto definitivo e irreversibile. “Diventerò, o morte, la tua morte”: queste parole la Liturgia mette sulle labbra di Cristo (cf. Antifona ai Vespri del Sabato santo). Davvero, questo è “il Giorno fatto dal Signore” proprio da Lui. è in questo “Giorno” che gli Apostoli si trovarono dinanzi ad un avvenimento tutto nuovo, è la risurrezione dalla morte di Cristo Signore. Cristo sulla croce visse la risurrezione ancor prima di risorgere. La croce è vittoria sul peccato. La risurrezione è vittoria sulla morte. La morte in croce è vita di risurrezione senza peccato nel corpo mortale. La croce è la nostra salvezza perché essa è vittoria sul peccato. Adamo è morto perché commise il peccato. Cristo morì per non commetterlo. Lì l'albero fu causa di condanna eterna. Qui fu causa di vita senza fine. La croce è vittoria e la morte è risurrezione. è il nuovo, è l'evento della storia che spezza in due i secoli e li distingue in prima e dopo la risurrezione. Con la Pasqua di Cristo la storia non è più cerchio, ripetizione, corso e ricorso, essa diviene cammino e metastoria, con essa finisce la schiavitù della morte e inizia la libertà dello Spirito. La risurrezione è vita dopo la morte con il corpo spirituale. Da qui il nucleo essenziale della fede e dell’annunzio della risurrezione. Senza questa verità, il cristianesimo diviene una pura filosofia, un pensiero inutile, un’antropologia terrena, non divina. è la risurrezione di Gesù che dona verità al suo Vangelo, che conferisce consistenza alla speranza di ogni credente. Se gli Apostoli l’avessero capita, essa sarebbe stata un fatto della terra, ma non del cielo, un evento di prima, ma non del dopo, del futuro eterno dell'uomo. Gli altri sono tornati alla vita di prima con il corpo di prima, Cristo è risorto alla vita di dopo con il corpo di dopo, cioè di spirito. Nella risurrezione, per la potenza di Dio, il corpo di Cristo, trasformato e reso incorruttibile, immortale, spirituale e glorioso, ha rivestito la dimensione dello spirito, sì da poter entrare a porte chiuse nel Cenacolo. Ma il primo segno della risurrezione di Cristo fu allora il sepolcro vuoto; del corpo di Gesù sono rimaste solo poche bende, solo la forma fisica, divenendo il nuovo corpo tutto amore, carità, libertà, povertà in spirito, mansuetudine e umiltà.
Da questo “Giorno” in poi, per la risurrezione di Cristo, l'uomo, se lo vuole, può sanare la sua profonda lacerazione. Il suo peccato è rimesso. Ma il peccato è profondamente radicato nella natura dell'uomo. è nella sua carne e a causa di esso, l’uomo si rinchiude in se stesso, sprofonda nella schiavitù delle sue passioni, della sua concupiscenza, del suo egoismo, diviene privo di volontà, di grazia, di amore e di speranza. Per questo, l'uomo deve espugnarlo, vincerlo, operando nel suo corpo la vittoria di Cristo. Egli è risorto con Cristo, nel battesimo. Egli risorge ogni giorno, nella preghiera e nei sacramenti, quando ricongiunge il suo corpo alla sua anima, la sua razionalità alla sua volontà per trasformarli in Dio a sua immagine, così come essi sono stati voluti dal Creatore. In questa modo, come San Paolo ci insegna, l'uomo cristiano cerca le cose di lassù. Cerca Dio ed il suo Santo Spirito, vive di speranza eterna, ama il suo Signore ed in Dio ama i fratelli. Le cose di quaggiù non gli appartengono. Esse sono per lui mezzi e non fine. Risorto con Cristo, egli non può, non deve vivere scisso nelle sue membra. Non può più essere del peccato. Cristo ha vinto il peccato. Il risorto con Cristo deve vincerlo. Il cristiano che crede nella risurrezione di Cristo e la vive nella sua carne e nel suo spirito, diviene nuovo; egli muore alla disobbedienza e al peccato, risorge all'obbedienza e alla vita di grazia; cessa in lui ogni forma di passione e percorre la via delle virtù. Dalla risurrezione del cristiano dipende la fede di ogni uomo in Cristo Gesù Salvatore dell'umanità intera. In tal senso la risurrezione del cristiano è il seme che viene sparso tra gli uomini perché produca altri risorti in Cristo e altri semi di risurrezione. Il mistero di Cristo è ora posto nelle mani di ogni credente cristiano; il credente cristiano lo rende presente nel mondo, facendosi lui stesso in Cristo mistero di morte e di risurrezione, mistero di vita nuova, perché mistero di partecipazione alla vita di Dio in Cristo Gesù per mezzo dello Spirito di santificazione e di novità che ci è stato dato.
Il Vangelo della domenica
La Chiesa proclama ogni giorno la risurrezione del Signore
Paolo Emanuele · 10 anni fa