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Vita diocesana

Incontri diocesani con i catechisti guidati da Francesco Aprile

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Incontri diocesani con i catechisti guidati da Francesco Aprile

«Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo» è un aforisma di Mahatma Gandhi, attraverso il quale egli esorta tutti noi ad “agire”, perché il solo pensiero, senza azione, è destinato a scomparire, a non realizzarsi. Non basta pensare semplicemente al cambiamento, o sperarci, ma dobbiamo diventare nella nostra vita ciò che sentiamo di essere. Solo così il nostro cambiamento diventerà quello di tutti: dobbiamo iniziare da noi stessi per diventare ciò che vogliamo essere nella nostra esperienza di vita. E questa nostra stessa esperienza, questo nostro modo di essere, influenzerà le persone attorno a noi, sempre più persone; e più vicini saremo al cambiamento che vogliamo vedere nel mondo.

Questa disposizione d’animo ha guidato i quattro incontri ai quali noi catechisti diocesani abbiamo avuto la possibilità di prendere parte. “Il creatore ci vuole creativi” (22-23 Gennaio 2015) e “Benedetti genitori!” (26-27 Febbraio 2015), organizzati dall’Ufficio Catechistico Diocesano guidato da Don Antonio Brando e l’équipe. Gli incontri sono stati progettati e animati da Francesco Aprile, counselor in analisi transazionale che si occupa della formazione di gruppi lavorativi e non ,e in ambito ecclesiale, dell’applicazione delle scienze umane all’annuncio del Vangelo.

Due temi scottanti in un periodo storicamente e socialmente delicato come quello in cui viviamo: quali sono i metodi che il catechista può adottare per svincolarsi dai rigidi schemi prestabiliti e a volte poco adatti rispetto a un mondo che si evolve continuamente? Come far sì che per i ragazzi partecipare al catechismo sia un piacere e non un obbligo cui sono sottoposti dai genitori? E, a proposito di genitori…come coinvolgerli in un percorso di fede consapevole? Come maturare un rapporto con loro che non sia quello occasionale della richiesta dei Sacramenti, o quello sfuggente del momento in cui ci sembra che parcheggino i propri figli per l’ora del catechismo?

Intanto, sottolinea Francesco, per rispondere a tutte queste domande occorre farne una fondamentale guardando dentro se stessi: “sono disposto a mettermi in discussione, a imparare per e con i ragazzi? Voglio essere un annunciatore della Parola che testimonia questa gioia nella quotidianità?”

è certamente importante conservare il modello del catechismo classico, almeno nei suoi contenuti, ma per restare al passo con i tempi serve qualcosa in più. Serve che rispolveriamo quella creatività che spesso lascia il posto all’abitudine e agli schemi collaudati. Serve imparare di nuovo a guardare il mondo con gli occhi dei bambini, relazionarci a loro con entusiasmo e il coraggio della propositività che cambia la prospettiva delle cose. Propositività che deve riflettersi anche nel rapporto con i genitori: non un problema, non un intralcio al percorso dei figli, ma un valore aggiunto alla crescita nella Fede, presenza attiva da coinvolgere nell’Annuncio.

Propositività che non deve abbandonarci mai.

Grazie a Francesco, lasciamo questi incontri arricchiti di un bagaglio di idee, suggerimenti, testimonianze della sua esperienza di padre e catechista che porteremo sempre con noi, che ci permetterà di creare una differenza positiva, essendo consapevoli che ogni giorno, in ogni momento, possiamo “essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo”.

“Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione. La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte più missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia più espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di “uscita” e favorisca così la risposta positiva di tutti coloro ai quali Gesù offre la sua amicizia.” (Papa Francesco, Evangelii Gaudium 27)

Maria Elena Saporito