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Parrocchie news

Tappa a Lamezia della Veglia 2015 della Fraternità di Romena

Antonio Cataudo · 10 anni fa

“Il mandorlo è il primo dei fiori e l’ultimo dei frutti. E come gesto di questa Veglia, invito ognuno di voi a disporsi in fila per degustare una mandorla”.

Così don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, ha concluso la Veglia incontro 2014/2015 che percorre tutta l’Italia, dal titolo “Dio è un bacio”, proposta nella serata di mercoledì 25 febbraio, appunto dalla Fraternità di Romena/Pratovecchio (AR) in un’affollata chiesa del Carmine in Lamezia ovest, su iniziativa del .

La veglia è iniziata col saluto introduttivo del parroco del Carmine don Gigi Iuliano, che ha poi ringraziato i presenti, quelli provenienti anche da altre parrocchie, la Fraternità di Romena e Pax Christi che ha promosso l’incontro.

Un mix di 90 minuti ricchi di spunti di riflessioni proposte da don Luigi Verdi, curatore dei testi della Veglia “Dio è un bacio”, il titolo scelto quest’anno “per parlare –come lui stesso ha evidenziato- di gesti di dolcezza sui momenti più delicati di ognuno, come le ferite, come ogni inizio”.

90 minuti intensi e coinvolgenti tra riflessioni, brevi letture di testi evangelici, preghiere, canti appropriati, immagini suggestive, video; e con al centro del presbiterio una scenografia fatta ad arte, con materiali di recupero.

Don Verdi ha subito posto l’accento su un Dio “che è di tutta l’umanità. Un Dio accogliente, tenero e misericordioso, che ti apre, ti allarga gli orizzonti, ti tocca il cuore… Dio è un bacio”.

Quindi, la Veglia si è sviluppata in tre momenti. Il primo, <>, con una carrellata di alcune canzoni di Fabrizio De Andrè, per rimarcare che “ognuno di noi –ha spiegato don Luigi- ha una ferita, l’importante è sapere con che dignità la si porta”

Secondo momento, <>, “per tutti quei baci di sollievo –ha continuato Verdi nella sua riflessione- che non siamo riusciti a dare; quindi, per tornare a baciare e vivere la quotidianità”.

Terzo, <>, “per ricominciare a vivere”. E per ricominciare, ha ricordato don Luigi “non si deve avere paura del nuovo; e non puoi non fare brutte figure… Se vuoi cominciare c’è bisogno di un prestito: Dio ci ha dato un po’di amore. E noi quando ce l’abbiamo, glielo ridiamo”. E’questo il “cambiamento” per ricominciare, che don Luigi Verdi, in conclusione, ha spiegato così: “quando si incrociano la luce di Dio e le nostre vere lacrime, arriva l’arcobaleno, che giunge all’improvviso, quando si pensa che è tutto finito e, invece, arriva il cambiamento”.

Come nel video finale con Charlie Chaplin ne “Il circo”, quando rimasto da solo dopo aver abbandonato il circo, non si perde d’animo e riprende a “camminare” per una nuova avventura. O come il cambiamento di don Luigi Verdi, che proprio un mandorlo vicino la Pieve aveva piantato all’inizio del suo sogno di Romena; e quel mandorlo, intanto, cominciava a fiorire!

Antonio Cataudo