XXIII GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
11 FEBBRAIO 2015
Per capire più in profondità il significato di tale celebrazione, è necessario fare alcune premesse sulla missione della Chiesa e dei Cristiani. A) Il mandato principale affidato da Gesù alla sua chiesa è stato quello di predicare il Vangelo e curare i malati: “Convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demoni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi”(Luca 9,1-2). Lo stesso mandato lo affida ai collaboratori degli apostoli: “Il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi… Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: è vicino a voi il regno di Dio”(Luca 10,1-9). B) Se vorremo possedere la vita eterna, cioè il paradiso, non dobbiamo seguire il sacerdote e il levita addetti al culto ma insensibili all’amore, ma dobbiamo imitare il samaritano, scomunicato e ateo (Luca 10, 25-37). C) Nel giudizio finale saremo promossi solo se “ avremo dato da mangiare agli affamati, visitato i malati e i carcerati, consolato gli afflitti…”(Matteo, 25, 32-46). C) La carta di riconoscimento del cristiano non è la fede o la speranza, ma la carità: “Da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete gli uni gli altri.””Che giova se uno dice di avere la fede, ma non ha le opere?... La fede se non ha le opere è morta in se stessa”(Giacomo 2,14-18).
Ci bastano queste poche citazioni della Parola di Dio per metterci tutti in crisi: sacerdoti e laici. In questa ottica pertanto, la giornata del malato fondamentalmente, più che in una celebrazione liturgica, deve consistere anzitutto in un esame di coscienza collettivo, chiedendoci se nelle nostre famiglie e nelle nostre Parrocchie i malati ricevono attenzione premura affetto tenerezza e se privilegiamo concreti gesti di aiuto e di servizio. Gesù, inoltre, ci ha assicurato che i poveri e i malati li avremmo sempre avuti accanto a noi: una realtà tremendamente concreta e attuale. Infatti oggi la comunità cristiana e in particolare la Parrocchia, è chiamata a confrontarsi con un grande mosaico di sofferenze e di persone inferme a domicilio, tralasciando per il momento tutti i malati ricoverati nelle strutture sanitarie, che non possono essere disattese. Proviamo a farne un parziale elenco: le persone dimesse dagli ospedali e ancora convalescenti, i membri di famiglie con handicap fisici e psichici, i malati di AIDS, gli individui affetti da nuove patologie (depressione, bulimia, anoressia, mobbing…), le persone con dipendenze varie (tossici, alcolisti, gioco d’azzardo), gli anziani non autosufficienti, i malati oncologici o in fase terminale, le famiglie in lutto; e la litania potrebbe continuare. In tutte e in ciascuna di queste persone citate c’è presente in carne e ossa la persona di Gesù, e dobbiamo crederci sulla Sua parola: “Io ero nudo e tu mi hai vestito, io ero malato e tu sei venuto a trovarmi, io ero afflitto e tu mi hai consolato”. Si tratta di fare un tremendo esame di coscienza; ripeteva a questo proposito San Camillo: “non mi piace quella pietà che taglia le mani alla carità” e aveva tremendamente ragione: pregare , fare la comunione, partecipare alla Messa, ascoltare la Parola di Dio, sono graditi al Signore solo se servono a riscaldare e nutrire il nostro cuore e spingerlo a compiere gesti concreti di carità e di comunione con Gesù vivo e presente in ogni uomo che soffre, che ha freddo, che ha fame, che è disperato e triste, invaso da una profonda solitudine.
In questa ottica ben vengano le iniziative per la Giornata del malato, se servono a scuoterci dal torpore e dall’indifferenza e abituarci, con cuore rinnovato, a gesti di tenerezza e di carità; non sono io a dirlo, ma è Papa Francesco che, nel Suo Messaggio per questa Giornata, al numero 4 scrive, rivolgendosi a tutti noi ,sacerdoti e laici: “Il nostro mondo dimentica a volte il valore speciale del tempo speso accanto al letto del malato, perché si è assillati dalla fretta, dalla frenesia del fare, del produrre, e si dimentica la dimensione della gratuità, del prendersi cura, del farsi carico dell’altro. In fondo, dietro questo atteggiamento c’è spesso una fede tiepida, che ha dimenticato quella parola del Signore che dice: “L’avete fatto a me”(Mt.25,40). Proprio per prepararci a comprendere e vivere meglio “ La Giornata del Malato”, l’Ufficio della Diocesi per la pastorale dei malati, ha organizzato un Convegno il giorno 9 febbraio alle ore 18.00 presso la Libreria Biblos (Parrocchia del Rosario) dove il Padre Arnaldo Pangrazzi Camilliano spiegherà in che cosa consiste e come esercitare il “Ministero della Consolazione accanto ai Malati”, con il vivo desiderio che poi il Vescovo Mons. Cantafora lo istituisca nella nostra Diocesi. Il Dottor Lazzaro, Oncologo presso l’Ospedale Pugliese di Catanzaro, nel Suo breve intervento-testimonianza, sottolineerà la validità e l’urgenza di questa bella iniziativa, supportandola con alcune esperienze personali. Subito dopo verrà presentato il libro del Padre Rosario Messina dal titolo :” Storia della Carità Cuore della Chiesa,”con valutazioni e impressioni della coppia di coniugi Torcasio-Porchia. Il libro, prezioso nei suoi contenuti, ripercorre i due mila anni di storia della Chiesa alla luce del comandamento dell’amore, unico distintivo, come ha detto Gesù, per riconoscerla tra tutte le altre; in sintonia con le parole rivolte dal Beato Papa Giovanni Paolo II alla Caritas Italiana:”La carità è il cuore della Chiesa: senza la carità, la chiesa non è la chiesa di Gesù Cristo”.Mi auguro pertanto, che dalle riflessioni che saranno offerte dai relatori, sorga in molti fedeli presenti il vivo desiderio, come diceva Madre Teresa, di “fare qualcosa di bello per il Signore,” decidendo di frequentare il corso di preparazione che abiliterà l’aspirante a svolgere il ministero della consolazione. Ma attenzione: si tratta di un ministero che richiede persone equilibrate a livello psicologico, mature nella fede, di vita cristiana esemplare, con particolare attitudine al colloquio e alla relazione di aiuto, contente di vivere. Trattandosi poi di un ministero ecclesiale e non di un semplice volontariato, per frequentare il corso, è necessaria anche una presentazione scritta da parte del proprio parroco.
Le iniziative per la Giornata del Malato proseguiranno il giorno 10 febbraio con la visita del Vescovo ai malati dell’Ospedale cittadino e con la celebrazione dell’Eucaristia alle ore 17.00 nella Cappella dell’Ospedale. ricordando così a tutti i credenti, che “visitare i malati” è un’opera di misericordia corporale, che allevia la solitudine e rafforza la speranza di quanti sono nel dolore, presenti in ospedale o a domicilio. Un gesto talmente semplice e prezioso che tutti i cristiani possono compiere, specialmente nei giorni festivi, quando anziani e malati che abitano nei nostri quartieri, soffrono maggiormente di solitudine e scoraggiamento. Infine il giorno 11 febbraio, Memoria della Madonna di Lourdes, il Vescovo presiederà in Cattedrale, alle ore 18.30, la Solenne Celebrazione Eucaristica con l’amministrazione del Sacramento della Unzione degli Infermi. Sarebbe bello che molti malati partecipassero a questo momento di gioia e di festa, accompagnati dai volontari e da quanti credenti vorranno accogliere con gioia in loro la stessa persona di Gesù. L’amministrazione della Santa Unzione, vuole ricordare a tutti, sacerdoti e fedeli, che si tratta del Sacramento dei malati e non dei moribondi, ai quali và donato il Viatico; è il Sacramento della speranza e non della paura, se viene però amministrato spesso e desiderato dallo stesso malato, che dovrebbe essere lui a chiamare il Sacerdote, come scrive San Giacomo nella Sua lettera, capitolo 5,14. Celebrato così, sarebbe già un piccolo miracolo per tutta la Comunità Cristiana. Padre Rosario Messina Camilliano
Vita diocesana
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Paolo Emanuele · 10 anni fa