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La parola del Vescovo

Ammissione Ordini Sacri Giuseppe d’Apa 4 gennaio 2015

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Santa Messa

Chiesa Natività della B.V.M. in Bella, Ammissione Ordini Sacri Giuseppe d’Apa

4 gennaio 2015

Il 4 gennaio 2015, presso la parrocchia Chiesa della Natività in Bella, il Vescovo Diocesano, alla presenza di alcuni sacerdoti diocesani, formatori, e seminaristi, ha ammesso agli Ordini Sacri il Seminarista Giuseppe d’Apa. Di seguito l’esortazione ai presenti offerta da S.E.R. Mons. Luigi A. Cantafora

«Il Verbo si è fatto carne». Di questa grande gioia è ricolmo il nostro cuore. Perché «Nel quieto silenzio che avvolgeva ogni cosa, mentre la notte giungeva a metà del suo corso, il Verbo onnipotente, è sceso dal cielo, dal trono regale» (antifona della messa). In questa luce del Natale, celebriamo i Divini Misteri e tra poco ammetteremo fra i candidati agli ordini sacri Giuseppe d’Apa, caro figlio di questa comunità. Per questo saluto il Parroco, don Aldo Figliuzzi, i sacerdoti del Seminario e tutti voi qui presenti. Ma, lasciamoci attrarre con gioia dal Mistero del Natale, dove tutto ha avuto inizio. Il farsi uomo di Dio in Gesù Cristo è la prova che Dio non solo parla all'uomo, ma lo cerca. Attraverso la povera realtà della nascita del Signore, del presepe, della notte di Betlemme, di Maria e di Giuseppe si rivela un grande mistero: Dio in missione, Dio che esce. Ecco il nostro Dio! «Dio dunque cerca l’uomo, che è sua particolare proprietà. L’uomo è proprietà di Dio in base ad una scelta di amore: Dio cerca l’uomo spinto dal suo cuore di Padre»[1]. Se Dio ci cerca, allora l’uomo ha la possibilità di accoglierlo. L’evangelista Giovanni scrive: «a chi l’ha accolto ha dato il potere di diventare Figli di Dio». Accogliere Cristo significa ricevere dal Padre la consegna a vivere nell’amore per Lui e per i fratelli, sentendosi solidali con tutti, senza discriminazione alcuna; significa credere che nella storia umana, pur segnata dal male e dalla sofferenza, l’ultima parola appartiene alla vita e all’amore, perché Dio è venuto ad abitare in mezzo a noi, affinché noi potessimo abitare in Lui[2]. «ha posto la sua dimora in mezzo a noi» continua l’Evangelista Giovanni.Dio ha preso dimora in mezzo a noi, si è accasato! Questa è la gioia del Natale! Dio è di casa da noi, nel nostro cuore e noi siamo di casa presso di lui. Il tema dalla casa di Dio è un tema che ricorre spesso nella Sacra Scrittura. Dove dimora, dove abita il Signore significa dove posso incontrarlo, dove posso raggiungerlo. Nella storia della salvezza ha avuto sempre una grande importanza il tempio, come luogo e segno della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Il tempio di Gerusalemme era la casa di Dio, la sua dimora. In quest’ottica si inserisce anche la storia di Davide che vuole costruire una casa per Dio, eppure se ricordiamo il passo della profezia di Samuele, sarà Dio a dare a Davide un casato, una discendenza. Ma c’è una casa, una dimora che Dio ha scelto come prima dimora ed è il grembo di Maria. Dio chiede a Maria di essere casa per lui. Mentre Davide vuole rinchiudere, quasi imprigionare Dio in una casa (ma Dio rifiuta di farsi imprigionare), Maria accoglie Dio nell’umiltà della sua carne. Maria è l’immagine dell’amore che si mette a disposizione dell’altro, Davide è l’immagine della perversione che si vuole impadronire dell’altro. Davide vuole fare una casa per Dio, Maria si lascia edificare da Dio. Davide è l’uomo che cerca di racchiudere Dio nelle proprie convinzioni, nei propri ragionamenti, nelle proprie tradizioni, Maria è l’umanità che si lascia raggiungere e sorprendere da Dio. Carissimo Giuseppe, tra poco sarà manifesto a tutti anche il tuo desiderio di seguire e servire il Signore. La Parola che abbiamo appena ascoltato è ricolma di motivi gravidi di gioia, di speranza e di responsabilità per te. Ricorda prima di tutto che è il Signore ad avere l’iniziativa: è Lui che vuole dimorare in te. Per questo:

- Dio in missione che cerca gli uomini, è il mistero del suo amore per noi. Dio ti ha cercato, voluto e chiamato e ti ha cercato nella concretezza della tua vita e della tua storia.

- Dio che si accasa dentro di noi, è il mistero di Dio geloso che vuole essere l’unico Signore e amante del nostro cuore, del tuo cuore.

- Maria che si lascia edificare da Dio, è il modello per la tua consegna e la tua sequela.

Noi come tua Chiesa, la tua famiglia che saluto e ringrazio, e i tuoi amici, preghiamo per te e ti affidiamo alla Vergine Madre, Signora nostra. Il Signore completi l’opera che ha cominciato in te e tu segui Lui solo, nell’umiltà.

[1] Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, 7.

[2] Cfr. Giovanni Paolo II, Messaggio Giornata Mondiale dei Giovani 2000.