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Liturgia

Docili ad accogliere il dono del Padre

Giovanni Maria Cataldi · 13 anni fa

Il profeta Natan vorrebbe costringere il re David, come viene descritto nel secondo Libro di Samuele, a costruire una casa per il Signore, come segno di lode e ringraziamento per tutti i prodigi avuti.

Di primo acchito, spostandoci nel tempo e attraversando i tempi, se qualcuno ci potrebbe invitare a costruire una “casa” per il Signore nel nostro cuore, saremmo subito pronti e gioiosi a lasciare ogni cosa del mondo e nel mondo?

Ma è il Signore stesso che ci precede nelle nostre titubanze e ci sorprende ricordandoci che la Sua Casa è ormai pronta, perché Lui stesso l’ha voluta ed è per questo che s’è incarnato nella storia degli uomini e del mondo, facendosi uno come noi in tutto e per tutto, tranne che nel peccato.

E’venuto nel grembo verginale di Maria, scegliendo non una reggia ed un esercito di musicisti, ma una grotta e dei semplici pastori. E’venuto da mendicante per condividere la povertà e la fame, per farsi ultimo fra gli ultimi, affinché la storia trovi il suo epilogo nel progetto di Dio su ciascuno di noi.

Verrà meno in questo Suo Progetto di Salvezza? Assolutamente NO, perché Egli stesso ha assicurato che resterà fedele per sempre, avendo stretto un patto di alleanza che si basa non sui tradimenti dell’uomo, quanto sulla fedeltà di Dio inchiodata sul legno della Croce, ma con la prospettiva certa della risurrezione e della gloria. Un progetto che Dio ha realizzato già fin dagli inizi della storia umana, filtrato nei racconti dell’Antico Testamento e realizzata in Cristo Gesù, grazie alla disponibilità totale della Vergine Maria. E’appunto Lei che ci addita la via della docilità ad accogliere il Dono del Padre, come ha mirabilmente scritto Papa Benedetto XVI: “ Prima che il dono venga concesso, è importante aderire a Colui che dona; il Donatore è più prezioso del Dono . . . Il dono più grande che può darci è la Sua amicizia, la Sua presenza, il Suo amore. Lui è il tesoro prezioso da chiedere e custodire sempre” (dall’Udienza generale di mercoledì14 dicembre 2011).

Il Santo Natale è ormai alle porte; il Signore Gesù fa nuovamente irruzione nel mondo e tra i popoli. Chiede soltanto di rimanere docili alle Sue promesse, al Suo Dono; da uomini dubbiosi e pieni di paure ci si deve tramutare in uomini di buona volontà, attuando una “transumanza spirituale”; lasciare nella spazzatura del mondo o nel fuoco maleodorante la zavorra dei nostri peccati, rivestendo i panni di coloro che in bianche vesti vanno incontro al Signore che viene.

E quanto di tutto questo c’è proprio bisogno ovunque: nella nostra Lamezia, in Calabria, in Italia e nel mondo.

Giovanni Maria Cataldi