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Vita diocesana

Vescovo Cantafora ha aperto l’anno della Vita Consacrata: “ i religiosi come lampada per la nostra comunità”

Paolo Emanuele · 10 anni fa

GALLERIA FOTOGRAFICA “Il vangelo è la regola suprema, la norma prima e ultima della vita religiosa: per i consacrati e per tutti i cristiani occorre uscire da se stessi, dalla propria mentalità, schemi, immagini, tradizioni, per assumere lo sguardo che Dio ha sul mondo e che Egli ci ha trasmesso in Gesù”. Così il Vescovo di Lamezia Terme, Mons. Luigi Cantafora, che sabato sera ha aperto in Cattedrale l’Anno della Vita Consacrata, indetto da Papa Francesco per tutta la Chiesa, che si concluderà il 2 febbraio 2016. Un anno per riscoprire il senso della vita consacrata, per conoscere il grande patrimonio spirituale delle religiose e dei religiosi presenti nella nostra Diocesi e imparare da loro la bellezza della vita consegnata totalmente a Dio e i fratelli. Questi gli auspici del Vescovo di Lamezia che ha ricordato come “pur essendo tutti i credenti consacrati in forza del Battesimo”, per le religiose e i religiosi “la consacrazione è come una ratifica del proprio battesimo, una promessa di appartenenza totale al Signore, accompagnata dalla professione pubblica e dai voti”. “Ciò che caratterizza il religioso è la sequela Christi – ha spiegato Cantafora - nel senso che indica, con la propria vita e con la testimonianza, il primato di Dio nell’esistenza di ogni credente e ciò che ogni battezzato è chiamato a compiere: seguire Gesù!” In vista del Convegno Nazionale Ecclesiale di Firenze del prossimo anno, che avrà come tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, il vescovo lametino ha invitato a guardare all’umanità di Gesù, a ciò che Cristo ha fatto che “non è di ordine religioso, ma umano, pienamente umano. Proprio perché Gesù è il Figlio di Dio fatto uomo, il suo percorso umano è esemplare per tutti. Solo percorrendola strada che Gesù ha percorso noi non solo ci accostiamo a Dio, ma ci accostiamo all’uomo. Quando parliamo di carità, di misericordia, noi ci riferiamo a ciò che ha vissuto il Signore Gesù e ai cammini di umanità che Egli ha tracciato.” “I consacrati siano portatori di Gesù non come uno stendardo, non come un abito, ma come la carne, la pelle che li costituisce e li caratterizza – è il monito del Vescovo Cantafora che ha ringraziato le religiose e i religiosi presenti nella comunità lametina e li ha esortati a essere “come la lampada del tempio che sta sempre accesa, perché non si spenga mai il fervore, la ricerca di Dio, la preghiera, l’annuncio del Vangelo ad ogni uomo e ad ogni donna assetata di speranza.” La concelebrazione eucaristica in Cattedrale, alla quale hanno partecipato tante comunità religiose della Diocesi, si è aperta con la processione stazionale dalla Chiesa di San Domenico durante la quale si è meditato sulla vita dei santi religiosi calabresi.