·

La parola del Vescovo

“Siete invitati a far fruttificare i doni che avete ricevuto attraverso la predicazione dei vostri responsabili”.

Paolo Emanuele · 10 anni fa

“Siete invitati a far fruttificare i doni che avete ricevuto attraverso la predicazione dei vostri responsabili”. Con queste parole il 19 novembre, alla presenza di numerosi fedeli, il Vescovo di Lamezia Terme, nel corso di una celebrazione eucaristica, ha inaugurato, anche per quest’anno, le catechesi del Movimento Apostolico. Di seguito l’omelia del Presule

Celebriamo questa santa liturgia per inaugurare, come di consueto, le catechesi del Movimento Apostolico in questo anno pastorale. Saluto i responsabili del Movimento, i sacerdoti che lo accompagnano e che oggi concelebrano, tutti voi presenti. A partire dalla Parola di Dio che è stata proclamata, vorrei offrirvi alcuni spunti per il vostro cammino spirituale. Nella preghiera di colletta abbiamo pregato: «Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere felicità piena e duratura». Carissimi, l’aiuto del Signore ci rende lieti nel suo servizio e nella dedizione a Lui sperimentiamo una gioia piena e duratura. Dunque non è la nostra volontà, non sono i nostri sforzi, il nostro impegno a renderci lieti nel servizio del Signore, ma è solo il sentirci amati gratuitamente da Lui, solo il suo aiuto ci rende capaci di operare il bene. Questo amore impedisce a noi cristiani di restare aggrappati alle staccionate dei nostri sacri cortili e uscire. Uscire, come ci invita il Papa Francesco, ma non con le mani vuote, bensì ripiene dell’amore del Signore. Questo è un cambio di prospettiva. è una vera rivoluzione copernicana della vita del cristiano adulto. Tutto parte dall’amore gratuito perché “amor vincit omnia et nos credamus amore”. Perciò non servono i volontarismi che alimentano l’orgoglio, la presunzione di essere bravi e i migliori del mondo. Spesso voler essere solo dei bravi e degli impeccabili cristiani, nasconde una concezione severa e rigorista di Dio. Dio non è il tappabuchi dei nostri vuoti e delle nostre paure esistenziali, pronto a punirci se sbagliamo. Ma Lui è la misericordia gratuita, farmaco della nostra conversione. Carissimi amici del movimento apostolico siete invitati a far fruttificare i doni che avete ricevuto attraverso la predicazione dei vostri responsabili. Sapendo che «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». Non trattenute nulla della Buona notizia che avete ricevuto. Perché il mondo attende apostoli e araldi del Vangelo appassionati, pronti a lasciare tutto pur di annunciare il Vangelo. Solo in questo modo si salva il mondo di oggi. Anche la nostra città, in questo modo potrà trovare cristiani pronti a mettesi in gioco nel perseguire una ricerca vera del bene comune. Vogliamo ancora nutrire la speranza che una parte della politica- purtroppo eticamente malata- prenda coscienza della crisi che attraversiamo, con l’assunzione di una responsabilità collettiva del nostro paese dal nord al sud. La dottrina sociale che è Vangelo in atto, risplende come una fiaccola per costruire insieme la comunità sulla pietra del bene comune. Siamo al termine dell’anno liturgico. La lettura del libro dell’Apocalisse ci proietta verso la rivelazione ultima della signoria di Dio. «Una porta è aperta nel cielo». Il Signore ha aperto per noi una porta che nessuno potrà chiudere. Grazie a Gesù noi siamo invitati a partecipare alla vita divina, il cielo non è più chiuso. «Sali quassù». Il discepolo viene invitato a salire. Cosa significa? Dobbiamo fare ancora sforzi per essere bravi? No, carissimi. Se ricordiamo nel Vangelo di Giovanni Gesù dice di sé: «Io sono la porta. Se uno entra attraverso di me sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo». Le catechesi, l’annuncio della parola di Dio, sono questa porta che ci permette di entrare nei misteri del regno dei cieli. Possono essere il luogo della nostra formazione. Il Signore ha aperto Lui la porta: vogliamo entrare? Vogliamo vivere una vita cristiana secondo il Battesimo che abbiamo ricevuto? Vogliamo fratelli prendere sul serio il nostro Battesimo, questo talento che il Signore ci ha donato e farlo fruttificare per essere molla di cristiani veramente in uscita? Carissimi, il mondo ha bisogno di vedere cristiani autentici che non si rifugiano nel sacro, ma che vivono la loro vita di fede spendendosi per gli altri, utilizzando i doni ricevuti a servizio del bene comune, della Chiesa, con gratuità, con disinteresse, cristiani che confidano non sui propri meriti ma esclusivamente sull’aiuto del Signore. Maria madre della Chiesa, vi accompagni e vi guidi. Vi auguro un buon cammino!