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Cultura e Società

“…Io sogno una Calabria e una Curinga pulita!

Rosario Dara · 10 anni fa

Si parla tanto di salvaguardia della natura, di rispetto per l’ambiente , ci si indigna profondamente per gli obbrobri che riusciamo a creare e che ci circondano. Amiamo tanto a parole il nostro mondo, il nostro territorio, ma come amanti gelosi e disperati lo uccidiamo . Molte volte penso che quando qualcuno dice “una volta si viveva meglio , era tutto più bello,” ci si voglia circondare ancora di quelle sensazioni vissute ma mai dimenticate: come il vivere con il maiale sotto al letto, le galline che razzolano per l’unica stanza senza pavimento, il fumo del focolare che ammorba l’aria ,il pitale messo in un angolo con nuvole di mosche che gli girano attorno, la carta moschicida che pende dal soffitto, le rughe piene di bambini scalzi e semi nudi. Un mondo fortunatamente lasciato alle spalle, ma ci sono sempre i nostalgici che vogliono riproporre a modo loro quel mondo “incantato” lordando la Calabria, Curinga, il suo territorio, il suo mare. Cari amici nostalgici del passato e non parlo solo di poveri diavoli… ignoranti , ...malati…, ma mi riferisco anche ai nostri nostalgici politici, che chiudono gli occhi o forse vivono nelle loro “torri di avorio” , e non guardano la cruda e fetida realtà che ormai ci assedia. Come è possibile che in una regione vengano chiusi contemporaneamente 4-5 depuratori? com’è possibile che nessuno ha un minimo di responsabilità? com’è possibile che in una regione come la nostra con un milione e mezzo di abitanti si spenda in depuratori, opere infrastrutturali, un mare di soldi senza il minimo riscontro in termini di ambiente pulito?. Sono domande alle quali purtroppo si può solo pensare di dare risposte dettate dall’istinto e dalla rabbia, ma le risposte che ci diamo vengono ben impacchettate, chiuse in un sacchetto della spazzatura e abbandonato per strada. Cesare Natale Cesareo

A conclusione di questo mio sfogo vorrei inserire un documento della COMMISSIONE EPISCOPALE PER L´ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO su come “Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città”

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.Messaggio per la 9ª Giornata per la custodia del creato (1° settembre 2014)

“Educare alla custodia del creato, per la salute dei nostri paesi e delle nostre città” “Si spergiura, si dice il falso, si uccide, si ruba, si commette adulterio, tutto questo dilaga e si versa sangue su sangue. Per questo è in lutto il paese e chiunque vi abita langue, insieme con gli animali selvatici e con gli uccelli del cielo; persino i pesci del mare periscono” (Os 4,2-3).

Sembra scritta per i nostri tempi questa tremenda pagina di Osea. Raccoglie tante nostre dolorose analisi e ben descrive lo smarrimento che vivono molti territori inquinati in Italia e nel mondo. Se infatti viene spezzata l’armonia creata dall’alleanza con Dio, si spezza anche l’armonia con la terra che langue, si diventa nemici versando sangue su sangue e il nostro cuore si chiude in paura reciproca, con falsità e violenza. L’alleanza resta così la categoria fondamentale della nostra fede, come ci insegna tutto il cammino della Bibbia: la fedeltà a Dio garantisce la reciproca fraternità e si fa ancora più dolce la bellezza del creato, in luminosa armonia con tutti gli esseri viventi. è quel giardino in cui Dio ha collocato l’uomo, fin dall’inizio, perché lo custodisse e lo lavorasse. Scrive papa Francesco: “Come esseri umani, non siamo meri beneficiari, ma custodi delle altre creature. Mediante la nostra realtà corporea, Dio ci ha tanto strettamente uniti al mondo che ci circonda che la desertificazione del suolo è come una malattia per ciascuno e possiamo lamentare l’estinzione di una specie come fosse una mutilazione! Non lasciamo che al nostro passaggio rimangano segni di distruzione e di morte che colpiscono la nostra vita e le future generazioni” (Evangelii gaudium 215). ... COMMISSIONE EPISCOPALE PER L´ECUMENISMO E IL DIALOGO INTERRELIGIOSO