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Parrocchie news

Conclusa a Lamezia la festa della Madonna del Carmine, la prima senza don Pasquale Luzzo

Paolo Emanuele · 10 anni fa

“Siamo anche qui quest’anno a celebrare la festa in onore della Madonna del Carmine, anche se la festa 2014 si lega ad una profonda tristezza per la mancanza di don Pasquale Luzzo, vostro parroco per 44 anni e per me fedele collaboratore, quale Vicario generale della diocesi lametina”. Così S.E. monsignor Luigi Antonio Cantafora ha iniziato l’omelia il 16 luglio u.s. nella chiesa del Carmine, gremita di fedeli in occasione del giorno della festa di Maria SS del monte Carmelo, nota ai più come la festa del Carmine, la prima quest’anno senza don Pasquale Luzzo, dopo la sua dipartita avvenuta il 12 agosto 2013. (Ma la festa 2014 segna anche l’addio delle Suore del Cottolengo, che per 84 anni sono stati punto di riferimento per intere generazioni di bambini che hanno frequentato l’asilo adiacente alla chiesa del Carmine; e, difatti, nell’ambito del novenario, domenica 13 luglio è stata la Giornata di preghiera di ringraziamento per le Suore del Cottolengo, per il prezioso contributo dato alla pastorale parrocchiale della comunità, che lasceranno a fine luglio).

Alla Messa della mattinata di mercoledì scorso, presieduta dal vescovo e animata dalla corale parrocchiale, hanno concelebrato don Carlo Cittadino, don Emmanuel (della parrocchia del Carmine), padre Ivano Scalise (del locale convento dei padri Minimi), don Giosy Cento (il sacerdote cantautore, che poi in serata ha tenuto il suo concerto in piazza) e don Salvatore Priola, del clero di Palermo, predicatore del triduo. Monsignor Cantafora, proseguendo l’omelia e soffermandosi sulla figura della Madonna, ha sottolineato quanto diceva Santa Teresina del Bambin Gesù di Maria, cioè che “di Maria si deve dire il Vangelo stesso. Il vero amore per Lei è accoglierla in pienezza nel santo Vangelo. Nel Nuovo Testamento –ancora il presule-, quel poco che si dice della Madonna ha un profondo significato”, che il vescovo ha riassunto in 3 punti: “Maria è presente a Natale, che segna l’inizio della salvezza”; “Maria è

presente a Pasqua, in cui si ha il compimento della salvezza nella persona del Salvatore. E a Pasqua la maternità divina di Maria diventa maternità universale, facendoci crescere come figli di Dio”; “Maria è presente nella Pentecoste (discesa dello Spirito Santo), con una certa continuità fra Maria e la Chiesa. La Vergine Maria ci esorta all’ascolto della Parola”.

Monsignor Cantafora ha parlato poi della salita del Monte Carmelo, che per noi va intesa come “un pellegrinaggio spirituale”, per poi far riferimento a Paolo VI a proposito della necessità di “formare la civiltà dell’amore, raggiungibile anche attraverso un’attenta e scrupolosa ricerca del Bene comune”.

Poi il vescovo si è rivolto alla comunità parrocchiale: “state sereni, il vescovo pensa, vede, a volte fa silenzio, ma aspetta il momento opportuno per portare i suoi frutti, come il contadino fa con il raccolto nel suo terreno”.

E prima della benedizione finale, don Carlo Cittadino ha voluto anticipare quanto “da qui a poco andremo a vivere, con l’inaugurazione dei giardinetti pubblici sottostanti la chiesa e lo scoprimento di due targhe, intitolate alla memoria di don Pasquale Luzzo (nda, vedere articolo a parte sulla cerimonia di intitolazione), che è stato un grande educatore. Oggi Sambiase –ha aggiunto don Carlo- scrive una nuova pagina della sua storia, con don Pasquale che continuerà a vivere nei nostri cuori. Quindi, molto bello questo gesto dell’Amministrazione Comunale di Lamezia, qui presente con il sindaco Gianni Speranza, la giunta e alcuni consiglieri” (nda, presente anche il consigliere regionale Tonino Scalzo).

In serata, alle 18:30 ha avuto luogo nella chiesa del Carmine la Supplica alla Madonna, e alle 19:00 ha preso il via la processione con la statua della Madonna del Carmine, aperta dagli stendardi delle parrocchie, con ai lati due file di fedeli, poi don Carlo Cittadino, il predicatore del triduo don Salvatore Priola e alcuni sacerdoti diocesani. Presente il consigliere regionale Mario Magno. Quindi, la statua della Vergine del Carmelo, portata a spalla dagli statuari. Ai lati del simulacro, due Carabinieri della stazione di Sambiase, al comando del luogotenente Mimmo Medici, presente anche lui; e una rappresentanza delle guardie ittico-venatorie-ambientali. Ad accompagnare la statua, la banda musicale diretta dal M° Enzo Minieri. Dietro, partecipazione numerosa del popolo di Dio. All’inizio della processione e a metà del percorso sono stati messi dei fiori sull’asfalto, presi su invito di don Carlo da qualche familiare di bambino o anziano ammalato. “Sono i fiori della Madonna –ha detto don Carlo-, dateli a qualche bambino ammalato o anziano impossibilitato a partecipare alla processione”.

La processione con l’effige della Vergine portata dagli statuari, ha percorso all’inizio la parte alta del quartiere parrocchiale, proseguendo nel centro storico, passando per la Rettoria dell’Addolorata, per la Chiesa Matrice (attualmente interessata da lavori di restauro), per le due chiesette dell’Annunziata e dell’Immacolata, prima di fare ingresso per una breve sosta nella Chiesa di S. Francesco (a “ricambiare l’ospitalità” del 2 giugno, quando è il simulacro del Taumaturgo di Paola ad entrare nella Chiesa del Carmine), qui accolta dai padri Minimi Antonio Casciaro e Ivano Scalise. Poi, giunti in Piazza 5 Dicembre la statua è stata collocata –come avviene ormai da tanti anni- sulla berlina appositamente addobbata e attrezzata per devozione dal giovane Francesco Liparota. E con lo stesso Liparota alla guida dell’utilitaria, la processione è proseguita per l’ultimo tratto del tragitto, passando per la prima volta davanti la Chiesa Maria SS della Grazie, e poi, a salire, Via Eroi di Sapri, Piazza Fiorentino, fino al suo arrivo in Piazza Garibaldi, dove dal palco un canto di don Giosy Cento (il sacerdote cantautore che alle 22:30 poi ha tenuto il suo concerto in piazza) ha preceduto il messaggio di don Salvatore Priola, del clero di Palermo, predicatore del triduo. “Gesù ci affida Maria come madre e ci lascia in mani sicure –ha detto don Priola-. Volgendo lo sguardo all’effige della Madonna, guardate quel bambino, che è letteralmente appoggiato a sua madre. E’Gesù che ci dice: figli miei appoggiatevi a mia madre, lasciatevi proteggere, incoraggiare e sostenere da mia madre. Maria sa trasformare una grotta di animali nella casa di Gesù. Se vogliamo che Maria entri nella nostra vita –ha aggiunto don Salvatore Priola-, allora Lei con la sua fede, con la sua tenerezza è capace di trasformare la nostra vita per accoglierla, perché Dio continui a farsi uomo, anche oggi, per noi. Maria è speranza per tutti i popoli. E noi dobbiamo aprirci alla volontà di Dio”. Ancora, don Priola: “stamattina il vescovo usava l’immagine del contadino per provvedere ai bisogni pastorali e spirituali di questa comunità, dicendo di stare sereni perché Maria veglia su tutti noi”.

Un pensiero don Salvatore Priola lo ha rivolto ai tragici avvenimenti che stanno insanguinando la Palestina: “Laddove ci sono focolai di guerra, Maria possa toccare il cuore di tutti e portare pace nel cuore di tutti. Stiamo vivendo una umanità indifesa, che viene trucidata a scopi politici, e mi riferisco alla Striscia di Gaza. Preghiamo Maria –ha rimarcato il predicatore-, perché si ponga fine a questa guerra assurda”. Don Priola ha concluso leggendo la preghiera posta sul retro dell’immaginetta del Carmine: <>. W Maria SS del Carmelo”.

Ha quindi preso la parola don Carlo Cittadino, facendo subito riferimento a quanto detto dal Vescovo durante la Messa della mattinata del giorno della festa, volendo rimarcare il perché monsignor Cantafora aveva detto alla comunità <>: forse perché –ha interpretato don Carlo Cittadino- ci sono problemi in parrocchia, forse perché a qualcuno è andata delusa qualche aspettativa? Ricordatevi che io vi porterò sempre nel cuore”. Momento di commozione e applauso dei fedeli. Poi, don Carlo ha chiesto un minuto di silenzio per le vittime della guerra in Palestina. E dopo una poderosa batteria di giochi pirici, la statua del Carmine ha fatto rientro nel suo sacro tempio, per essere posizionata in un primo momento al centro della chiesa per la venerazione dai fedeli e in tarda serata è stata ricollocata nel suo posto.

A precedere il concerto di don Giosy Cento, con una sorpresa allo stesso sacerdote cantautore è stato un coro di bambini, gli alunni della scuola di Nocera Terinese, diretti dal M° Maria Adriana Longo, che si sono esibiti per don Giosy.

A seguire, alle 22:30 ha avuto inizio il concerto di don Giosy Cento, sacerdote da 45 anni, di Ischia di Castro (VT). Il sacerdote, che ha tenuto oltre tremila concerti in un poco più di un trentennio, ha regalato al pubblico una serie di brani, tratti dal nuovo disco “I have a dream” (Io ho un sogno), dove ha toccato diverse problematiche, mentre alle sue spalle scorrevano immagini appropriate proiettate su un video; il tutto montato dalla di Tonino Sirianni. Nell’ora e mezza di concerto, don Giosy ha toccato diverse problematiche: dalla guerra che imperversa nella Striscia di Gaza (con l’intervento di un giovane, rappresentante di Pax Christi, punto pace Lamezia, uno dei gruppi organizzatori di una fiaccolata per la pace, che si è svolta nella stessa serata del 16 luglio, aderendo all’invito delle ) all’emergenza giovani, con i problemi legati al consumo di droga, alcol etc. Don Giosy Cento è anche noto, tra l’altro, per aver fortemente voluto e fondato l’Associazione . L’Associazione nasce nel marzo del 2007 “a seguito di un tragico incidente, nel quale perdono la vita tre ragazzi”. Don Giosy ha voluto, con la fondazione di tale Associazione, ricordare “tutti quei ragazzi che, per incidente, malattia o scelte di vita sbagliate, se ne vanno troppo presto. Questa Associazione vuole anche essere un punto di riferimento per tutti quei ragazzi che sono ancora qui e per quei genitori che purtroppo hanno perso i propri figli. Così genitori e ragazzi dell’Associazione lavorano insieme per realizzare vari progetti”.

Il pubblico si è lasciato coinvolgere dallo spettacolo di don Giosy Cento col battito delle mani, tributandogli numerosi applausi alla fine di ogni brano. Seguendo la scaletta, dopo aver mostrato un video del 2012, don Giosy ha proposto i brani: “Aria celeste”; “Sarebbe bello”; “Mercato della falsità”; “Ho fatto un sogno”; “Finalmente liberi”; “Viaggio nella vita”; “Ti amo sempre”; “Dov’è il futuro”; “Amami davvero”; “Incredibile amore”; “Gioca nella squadra di Dio”.

Il concerto si è concluso a mezzanotte. E così anche la festa 2014 è andata in archivio.

Antonio Cataudo