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La parola del Vescovo

Preghiamo San Francesco per i disoccupati

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Come tradizione, domenica 13 luglio, S.E.R. Mons. Vescovo ha preso parte alla conclusione della Processione di San Francesco di Paola, nel quartiere di Sant’Eufemia. Nel discorso pronunciato, Monsignor Vescovo ha espresso la sua solidarietà e vicinanza a quanti vivono il dramma della disoccupazione, con particolare riferimento ai numerosi dipendenti dell’Infocontact. Di seguito il testo del discorso.

Anche quest’anno non è venuta meno la devozione e l’affetto che la nostra gente esprime a San Francesco da Paola; un santo a noi vicino, “col quale è possibile esprimersi nella lingua materna e dialettale, che infonde coraggio e speranza” come diceva San Giovanni Paolo II in visita a Paola. E camminare insieme a San Francesco, significa riaccendere la speranza che noi non siamo soli, percorrendo le strade di tutti i giorni, dove viviamo la quotidiana fatica di portare avanti le nostre famiglie! Pochi sanno che il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, porta il 2 aprile, memoria di San Francesco di Paola, come data di approvazione e pubblicazione. Con questa scelta, la Chiesa ha voluto affidare l’impegno sociale e civile dei cristiani al nostro Santo che ha avuto il coraggio di gridare al re di Napoli: “Guai a chi regge e guai a chi mal regge!”. Sono parole queste che avrebbero mandato a morte chiunque. Ma il re aveva di fronte un uomo di Dio, un santo dedito al vangelo della carità, che si era fatto coscienza critica e dolente di un popolo impoverito.San Francesco è stata la voce di tutti gli ultimi, rimasti senza voce, senza storia e senza libertà. Carissimi fratelli e sorelle, ecco il compito che Francesco di Paola ci affida: essere la coscienza critica a favore dei poveri; la voce degli ultimi. San Francesco ha legato la sua vita e la sua spiritualità a questa parola alta e grande: Charitas, la carità, l’amore senza limiti, dono di Dio e dono per il fratello. Ed è proprio questa carità che ci impone scelte di vita anche impegnative e difficili. Questo chiede Francesco di Paola ai suoi seguaci, invitandoli a tenere lo sguardo fisso in Dio, da ciò l’amore autentico e la certezza della nostra speranza. Dalla carità di San Francesco, Lamezia può scoprire l’accoglienza, la stima, il rispetto, il servizio, il perdono, la riconciliazione, non autoreferenzialità e nessun individualismo. Tutte condizioni con le quali viene testimoniata la volontà concreta di cercare il bene comune, vera medicina per le piaghe sociali del nostro territorio. Solo questa è la vera devozione, il vero onore e la vera testimonianza che offriamo del nostro sincero affetto per San Francesco. Affido le famiglie, i giovani, i bambini, gli ultimi e i malati all’intercessione del nostro Santo. Voglio ricordare a San Francesco anche tutti coloro che in questa città soffrono per la disoccupazione e per la mancanza di lavoro. La fede faccia fiorire e crescere la giustizia. Le strade che abbiamo percorso in processione sono dritte e in pianura, ma le strade della vita sono spesso impervie e tortuose. Viviamo un transito epocale, finisce un’epoca ( e noi non ce ne accorgiamo, proprio come ai tempi di San Francesco), occorre l’impegno di tutti. è necessaria l’alleanza tra le giovani generazioni e gli adulti. Per poter crescere la società ha bisogno di adulti che aiutino i giovani ad assumersi le loro responsabilità, lasciando loro lo spazio per un impegno concreto nella società. Per questo chiediamo a “San Francesco di Paola, che percorse le strade impervie dell’Italia e della Francia per annunciare ai potenti il Vangelo della Carità, di ottenerci l’audacia cristiana di proporre alla nostra società moderna, sempre più disorientata e divisa, nuovi progetti di giustizia, di solidarietà, di pace”. Mentre carissimi fratelli e sorelle, con le parole di San Francesco vi benedico: “vi accompagni sempre la Grazia di Gesù Cristo Benedetto che è il più grande e il più prezioso di tutti i doni”.