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Il Vangelo della domenica

Solennità della Santissima Trinità

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Nella solennità della Santissima Trinità, terminato ormai con la Pentecoste il tempo pasquale, la Chiesa quasi abbraccia ancora una volta, in un’unica celebrazione, l’intero contenuto salvifico della Pasqua. Essa alza lo sguardo verso il sommo Mistero della vita trinitaria: uno sguardo colmo di riconoscenza e di lode. è la stessa liturgia che ci invita a glorificare e benedire il nome santo e glorioso della Santissima Trinità, quale sorgente dell’amore a noi rivelato e donato da Dio Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo. Il Dio della rivelazione, nel quale noi “viviamo, ci muoviamo ed esistiamo”, “che ha creato il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra” (At 17,27.24), che ha salvato gli uomini e ha stretto alleanza con loro, che è “misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di grazia e di fedeltà” (Es 34,6), è il Dio dell’amore. L’amore infatti spiega il mistero della vita che unisce il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo nella comunione trinitaria. L’amore fonda la missione del Cristo nella storia umana: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito... perché il mondo si salvi per mezzo di Lui” (Gv 3,16-17). Dio è ricco nell'amore e nella misericordia. Egli ama veramente l'uomo. Egli vuole dimorare tra i figli degli uomini. Ha scelto il cuore dell'uomo come sua stabile dimora. Ma la sua è presenza di grazia e di santificazione, di amore e di misericordia, di perdono e di santità, di giustizia e di vita eterna. Dell'uomo ne ha fatto un figlio di adozione. Per questo, Egli stesso si è fatto uomo. Il suo Figlio Unigenito prese corpo e divenne carne nel seno della vergine Maria. Io verrò e prenderò dimora presso di lui, ma perché l'uomo sia dimora di Dio deve vivere di Dio e per il Signore. Il Signore, Colui che è tre volte santo, vuole i suoi figli santi. La santità del nostro Dio nell'amore purissimo di donazione diviene nel cristiano fonte e sorgente del suo amore, della sua opera. Nel cristiano che obbedisce, Dio opera, con la sua benedizione, santità e santificazione del mondo. Il cristiano sa che una sola possibilità di salvezza è nelle sue mani: la santità di Dio dentro di lui. Senza la santità, il Dio Trinità non opera nell'uomo e quanto egli fa, compie, pensa, è solo un inseguire il vento. "Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto; inutili le opere loro" (Sap 3). Dall'amore di obbedienza e di ascolto, di verità di Spirito Santo e di comunione nasce il culto nuovo, vero, creaturale, di adorazione. Tutto è grazia di Cristo, tutto è dono di Dio, tutto deve essere comunione della Terza Persona della Trinità beata dentro i credenti. L’amore, difatti, dà senso e valore all’azione dello Spirito che santifica i credenti, li riunisce in una sola famiglia, li fa dimora della sua gloria, li arricchisce di doni e di ministeri per l’utilità comune, li spinge alla testimonianza e al servizio della carità. In una parola, è l’amore trinitario che dà ragione delle meraviglie compiute da Dio in tutta la storia della salvezza. Un amore che è “comunione” e “missione”. L’amore trinitario è indubbiamente un “mistero” profondo che supera le nostre umane capacità di comprensione. “O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!” (Rm 11,33). Ma per divina condiscendenza il nostro Dio si è rivelato quale Uni-Dio in tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Il Padre non è generato; il Figlio è generato dal Padre, oggi, nell'eternità; da sempre, lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, è il datore della vita, è Colui che guida la Chiesa verso la verità tutta intera. Lo Spirito Santo è lo Spirito di Verità, di Comunione. Per Lui fiorisce la vita, per Lui la grazia divina è riversata nel cuore dei fedeli, i quali, per Lui, possono realizzare la perfetta comunione in Cristo Gesù, formando con Lui un solo corpo, una cosa sola. Divenuti partecipi di questa grazia, i credenti sono chiamati a diventarne testimoni e messaggeri, affinché tutti gli uomini ne siano “provocati” e si aprano al dono divino. In questo senso, ogni credente in Cristo Gesù diviene suo mediatore di grazia e di verità nell'obbedienza a Dio, il canale perché l'acqua della grazia si espanda sulla terra e la fecondi di santità e di giustizia. Cristo è venuto non per condannare, non per giudicare il mondo, ma per dare la vita a chiunque crede in Lui. Chi non crede è già condannato, perché non ha creduto all'Unigenito del Padre, a Colui che è pieno di grazia e di verità, al Verbo che è nel seno del Padre e che si fa uomo perché ogni uomo abbia la vita eterna nel suo nome.