Si è concluso lunedì 26 maggio il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa. Lo abbiamo potuto seguire grazie alla TV, abbiamo sentito le sue omelie, abbiamo ammirato i suoi gesti.
Tante erano le attese; lo Spirito Santo, che i spira i gesti imprevedibili di Papa Bergoglio, ha reso questo viaggio una vera testimonianza della volontà di pace, di riconciliazione, di fraternità, che più volte si è espressa anche dai fratelli ortodossi e di altre religioni. Non gesti formali, ma spontanei, sinceri, pieni di significato e di speranza. Al termine della Messa a Betlemme, domenica 25 giugno nel luogo dove è nato il Principe della pace, un invito da parte del Papa al presidente israeliano, e al presidente palestinese, ad elevare insieme un’intensa preghiera invocando da Dio il dono della pace. Ha aggiunto il Papa: ”Offro la mia casa in Vaticano per ospitare un incontro di preghiera”. Una proposta a sorpresa, ma assai densa di valore. Il prossimo 8 giugno, quindi, i presidenti di Israele Shimon Peres, e dello Stato di Palestina Abu Mazen saranno insieme in Vaticano. La conferma è arrivata dall’Associated Press e dalla Sala stampa del Vaticano, una cosa del genere “non ha precedenti”. In vista di questo sensazionale incontro, il 6 giugno prossimo alle ore 13:00 ci sarà un minuto per la pace, un minuto in preghiera per accompagnare Papa Francesco all’importantissima giornata in Vaticano, del prossimo 8 giugno. è l’iniziativa promossa dall’Azione cattolica argentina, cui l’Azione cattolica italiana, il Fiac (Forum internazionale di Azione cattolica), e l’Umofc (Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche) hanno dato la loro completa adesione. L’Azione cattolica italiana invita i suoi aderenti, e tutti coloro che vorranno unirsi all’iniziativa, a fermarsi, chinare il capo e pregare secondo la propria tradizione: sul lavoro, a scuola, all’università, nel quartiere, in famiglia, davanti la propria parrocchia. Ai sacerdoti si chiede di uscire dalle chiese e di pregare per la pace con la gente in strada, rispondendo così all’invito di Papa Francesco. Il venerdì è un giorno di preghiera per l’Islam, vigilia del tempo di preghiera per l’Ebraismo, sarà un occasione speciale di preghiera, di riflessione; è un messaggio a tutti i credenti nelle comuni radici di Abramo, per essere insieme e invocare dal Signore il dono della pace. Come si ricorderà, l'incontro di preghiera per la pace nell'intenzione iniziale di Papa Francesco si sarebbe dovuto tenere durante i tre giorni di pellegrinaggio, ma problemi politici e organizzativi lo hanno impedito. Per questo domenica 25 maggio, da Betlemme, il Papa ha annunciato l'iniziativa dopo aver ottenuto l'assenso di Abu Mazen e di Shimon Peres. L’incontro dell’8 giugno prossimo in Vaticano rappresenta un segno importante dell'impegno dei cristiani per la pace in Terra Santa. E attesta come le Chiese “sorelle” intendano continuare nel cammino intrapreso a Gerusalemme. Diventa infatti evidente che l'abbraccio ecumenico, i passi per l'unità dei cristiani, non sono un problema interno alla cristianità e non riguardano soltanto cattolici e ortodossi, ma vanno oltre lo stesso mondo delle religioni. La comunione e l'unità dei cristiani è un segno di pace e di riconciliazione che ha come orizzonte il destino di tutta l'umanità, a partire dai conflitti che ancora lacerano la Terra Santa.