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Spiritualità

Riflessione sulla liturgia dell'Ascensione di Gesù

Cesare Natale Cesareo · 10 anni fa

Si celebra oggi la festa dell’Ascensione di Gesù al cielo: Cristo Gesù, il Messia di Dio siede alla destra del Padre, sottraendosi definitivamente alla vista di quanti hanno avuto la gioia di averlo visto risorto. Cristo torna alla gloria che gli appartiene da sempre, quale Figlio di Dio consostanziale al Padre. Ma vi torna con la natura umana assunta da Maria, portando con sé i segni gloriosi della passione. Sale infatti al Padre come redentore dell’uomo, per farci dono dello Spirito che dà la vita. L’Ascensione è pertanto un grande messaggio di speranza. L’uomo del nostro tempo, che, nonostante le conquiste tecniche e scientifiche di cui va giustamente fiero, rischia di smarrire il senso ultimo dell’esistenza, trova in questo mistero l’indicazione del suo destino. L’umanità glorificata di Cristo è anche la nostra umanità: nella sua persona Gesù ha legato per sempre Dio alla storia dell’uomo e l’uomo al cuore del Padre celeste. Questa verità di ordine cristologico deve però trasformarsi in luce antropologica; il cristiano deve vivere da uomo asceso al cielo, quindi tutto orientato alla conquista dei beni di lassù, per questo deve egli ogni giorno superare la tentazione che vuole imprigionarlo nella terra e nelle sue schiavitù, o molteplici idolatrie. L'Ascensione è la vera esaltazione e glorificazione di Gesù Signore. Tutto il mondo è stato posto ai suoi piedi; Egli infatti è stato costituito da Dio capo della nuova creazione, capo del suo corpo, che è la Chiesa, ma anche al disopra di ogni altra creatura che esiste nel cielo, sulla terra e sotto terra. Più grande gloria Cristo Gesù mai avrebbe potuto ricevere; alla sua umanità, è stata concessa la stessa gloria di Dio. Con tutto ciò, Cristo Gesù non si separa dai suoi, dalla sua comunità: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Così assicura il Signore e questa sua promessa dà vigore all’impegno apostolico dei cristiani. Il Signore è sempre con la sua Chiesa. Egli la guida, la spinge e la sorregge, la illumina e la fortifica con il suo Corpo ed il suo Sangue nel sacramento dell'Eucarestia. Ascensione del Signore è anche continuazione dell'opera di salvezza: gli apostoli ricevono il mandato di andare per il mondo ed ammaestrare le nazioni. Sono inviati per compiere l'opera del Cristo. Il Padre ha mandato il Figlio. Il Figlio manda gli apostoli. La stessa fedeltà di Cristo verso il Padre suo deve essere quella degli apostoli verso il Cristo. Cristo è fedele a Dio. Gli apostoli sono fedeli a Cristo se avranno insegnato alle nazioni ad osservare ciò che il Maestro ha comandato loro. Dio Padre ha dato la sua parola al Figlio. Il Figlio dà la parola del Padre agli apostoli. Salveranno il mondo nella loro fedeltà. Saranno fedeli all'uomo, se fedeli a Cristo, perché fedeli a Dio Padre. L’Ascensione del Signore è anche la festa della speranza. Il Signore è andato a preparare un posto nel cielo per ogni suo discepolo. è grande questa verità, necessita un aiuto dall’alto per poterla credere, come lo stesso Paolo dichiara e prega: il Signore vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione, possa Egli illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere qual è la speranza della vostra chiamata. Ascensione del Signore è anche festa della preghiera, festa dell'attesa, festa della speranza: il Signore verrà e ci porterà con sé. Festa anche del lavoro apostolico e della responsabilità dell'uomo. La salvezza va annunziata ad ogni creatura. Nessuna dovrà essere privata di un dono così alto, nobile, risolutore della sua storia e della sua eternità. Il non annunzio di Cristo e della sua redenzione è la più grande colpa di omissione che si possa commettere. Nessuna omissione è così grave come questa. Chi ha conosciuto Cristo non può non annunziarlo. Deve necessariamente darlo per un diritto che l’altro possiede. Nessuno potrà mai privare l’altro di un diritto così vitale. Nel nostro mondo ogni giorno vi è come una fabbrica di diritti falsi, immorali, bugiardi, di menzogna. Si scrivono su questi diritti inventati dagli uomini pagine e pagine, si tengono dibattiti e dibattiti stolti ed insipienti, e l’unico diritto vero, che salva l’uomo nel tempo e per l’eternità, lo si dichiara inesistente. Addirittura si vuole che neanche se ne parli. Anche per gli animali si stanno inventando dei diritti inesistenti, persino immorali, vera nefandezza, e poi l’uomo viene privato dell’unico diritto necessario: quello di conoscere il suo vero Salvatore, il suo vero Signore, il solo Datore della vita eterna, nel dono della grazia e della verità. Si deve necessariamente concludere che l’uomo sta perdendo senno ed intelligenza, sapienza e saggezza, discernimento e lume della ragione. Quando il peccato viene elevato a diritto, quando l’immoralità viene legiferata come un obbligo, è il segno che la luce della razionalità si sta spegnendo. L’uomo sta involvendosi, perché sta precipitando dalla sua nobiltà di natura chiamata al possesso della più pura verità e si sta inabissando in oscuri fondali di stoltezza, insipienza, stupidità, insensatezza, arretratezza morale e spirituale.Non evangelizzare, non annunziare, perciò, è peccato gravissimo di omissione per ogni singolo nella Chiesa. Il Cristiano per vocazione sacramentale è un evangelizzatore, un missionario, un annunziatore e un predicatore di Cristo.