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La parola del Vescovo

La comunicazione al servizio della cultura dell’incontro con Papa Francesco

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Il 15 maggio la Diocesi Lametina ha concluso l’ottavo anno della Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa. Di seguito il saluto indirizzato da Sua Eccellenza il Vescovo a tutti i partecipanti

Alla figura di Papa Francesco, con i suoi gesti e le sue parole, possiamo dare un valore culturale molto profondo. Certo per cultura non intendiamo qualcosa di intellettuale, ma un vero e proprio modo di porsi, che non è irrilevante per il messaggio che il Papa trasmette alla Chiesa e al mondo intero. Il tipo di cultura che soggiace al modo di essere del Papa, è una cultura che abbiamo imparato a chiamare “cultura dell’incontro”. è un’espressione del papa che notiamo non solo nei discorsi, ma soprattutto nei suoi gesti. Per questo sentiamo forte il suo appello a vi-vere a respingere la cultura dello scarto, del pregiudizio e dell’indifferenza.In un’omelia a Santa Marta, Papa Francesco ha chiaramente affermato che tutti noi abbiamo il dovere di fare il bene. E in questo fare il bene, si trova la strada maestra verso la pace. E continua il Papa: “Se noi, ciascuno per la sua parte, facciamo il bene agli altri, ci incontriamo là, facendo il bene, facciamo quella cultura dell’incontro: ne abbiamo tanto bisogno. Incontrarsi facendo il bene”. Come per dire, c’è un punto di incontro dove gli uomini si aspettano l’un l’altro ed è il bene che ciascuno deve avere il coraggio di fare al prossimo.Questo punto di incontro genera e forgia una mentalità nuova con un tipo di cultura che ci vieta l’indifferenza, lo scarto e l’egoismo.Ringrazio di cuore, il dottor Alessandro Gisotti, vicecaporedattore del Radiogiornale inter-nazionale della Radio Vaticana per la sua presenza in mezzo a noi e per il suo servizio nella Santa Sede, accanto al Santo Padre.Con questo incontro concludiamo il nostro anno formativo di dottrina sociale, anno dedica-to alla politica. Infatti trovo davvero felice e interessante mettere di nuovo al centro il bene comune, come il luogo dove ogni uomo aspetta l’altro per incontrarsi. Il bene comune si mostra, quindi, come la grande piazza in cui ogni uomo di buona volontà, al di là di qualsiasi appartenenza, è chiamato ad incontrare e lasciarsi incontrare anche dal suo elettorato.