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Vita diocesana

“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli”

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Dalla Chiesa di San Domenico si è avviato il corteo della Giornata Diocesana della Gioventù fino in Cattedrale, dove i giovani, appunto, hanno portato la Croce di Cristo della GMG che il Santo Padre San Giovanni Paolo II consegnò ai giovani nell’Anno Santo della Redenzione, e pronunciò queste toccanti parole: «Carissimi giovani, al termine dell’Anno Santo, affido a voi il segno stesso di quest’anno giubilare: la croce di Cristo. Portatela nel mondo come segno dell’amore del Signore Gesù per l’umanità e annunciate a tutti che solo in Cristo, morto e risorto, c’è salvezza e redenzione». In Cattedrale, i giovani, hanno incontrato per un momento di riflessione, Suor Carolina Iavazzo, collaboratrice, a Brancaccio, con il Beato don Pino Puglisi, la quale ha raccontato tanti e toccanti particolare accaduti nella sua vicinanza al sacerdote. “ Padre Puglisi è stato davvero un prete scomodo, che ha voluto portare il Vangelo fino alle estreme conseguenze. Voleva scuotere le coscienze. Lui era un prete che prima di tutto amava Dio fortemente ma trasformava questo amore di Dio in amore del prossimo. Spesso è definito prete antimafia ma è più giusto dire che era un prete che ha servito realmente il Vangelo, più delle manifestazioni di piazza e dei cortei. Il suo impegno concreto ha dato fastidio alla mafia perché don Puglisi voleva promuovere non solo lo sviluppo spirituale e cristiano ma anche quello morale, umano. A volte io mi preoccupavo perché tanta gente nel quartiere Brancaccio non aveva ricevuto i sacramenti e dicevo: «Ma questa persona, a questa età, non ha ancora ricevuto il battesimo, la cresima….». Ma lui mi rispondeva di non preoccuparmi di questo perché prima bisogna costruire l’uomo, insegnare il rispetto di sé, dell’altro, perché se si vivono questi atteggiamenti il passo per incontrare Dio è breve. Padre Puglisi è un prete che si spoglia anche dall’idea spontanea e scontata di fare dell’altro un cristiano immediato. Quando ha pestato fortemente i piedi alla mafia, io gli dissi: Padre Pino state attento… lui mi rispose “più di uccidermi non possono…”. Poi ho capito cosa voleva dire don Pino, che se il chicco di grano muore, produce molto frutto. Poi diceva che ci sono tre strade che si possono percorrere: la striscia bianca, la nera e la grigia che è quella dell’indifferenza, dell’ipocrisia.,la strada più brutta “non sei ne caldo, ne freddo e io ti vomito”, ed è qui che la mafia trova potere… nella paura delle persone.” Il Giudice Falcone a tal proposito diceva: un uomo che ha paura, muore tante volte…. Ma un uomo che non ha paura, muore una volta sola. Don Pino, un prete che ha pagato con la vita il prezzo più alto per questo suo impegno in difesa della legalità e del Vangelo. Alla fine il Vescovo S.E. Mons. Luigi Cantafora, ha ringraziato suor Carolina della sua testimonianza e si è soffermato sulla striscia grigia. "In questa striscia grigia ci sono gli invertebrati, i molluschi, quelli che realmente non sanno decidersi nella propria vista, sono miserabili, sono poveri e di questi invertebrati sono piene le nostre società, le nostre comunità anche cristiane. Il problema fondamentale è che Padre Puglisi era un uomo in ascolto del Vangelo, perché la forza viene se tu sei attraversato dal Vangelo, perché non ci sono cose grandi, impossibili, perché a Dio nulla è impossibile. Se tu sei attraversato da questa notizia e cioè che a Dio nella è impossibile, tutti possiamo essere don Pino Puglisi. Lui era un uomo attraversato dal Vangelo, da questa parola, da questa notizia, e l’ha vissuta nel Vangelo e nella Preghiera. Noi abbiamo, adesso, la responsabilità di uscire da questa striscia e prendere gli strumenti per fare il salto sulla striscia bianca e questo è possibile se tu credi che a Dio nulla è impossibile.. Allora mi piace cogliere un’immagine delle scritture, quella del tempio di Gerusalemme, in alto, splendente, che dal lato destro scorre un rivolo d’acqua, acqua cristallina che scende dal lato destro e viene a finire in un fiume paludoso che sta in fondo, dove tutti muoiono, anche i pesci, perché nella palude tutti si muore. Don Pino Puglisi è questa acqua sorgiva che è nato dal lato destro di Cristo morto e risorto, e in questo tempo Cristo si presenta con le ferite aperte, perché è da li che c’è l’acqua sorgiva che può risanare le paludi della nostra società, ma aspetta che io e te ci entriamo dentro per essere anche convinti che a dio nulla è impossibile, perché se tu sei un cristiano e sei attraversato da questa notizia come don Pino, tu sei quell’acqua che sana questa società, come?, solo Dio lo sa… e questo ci invita a fare il salto di qualità nella nostra vita. E un’altra immagine che ci presenta il Vangelo di Marco e che mentre Gesù avanza, il male scompare, e come un grande atleta che man mano che avanza tutto risana intorno a Lui. Questo è il cristiano, colui che porta in se la buona notizia, che Cristo ha vinto la morte. Se don Pino non avesse creduto a questa notizia, certamente oggi, avremmo un prete come tutti, non sarebbe mai stato beato, ma ha consegnato la sua vita affinché la società potrebbe essere realmente risanata. Senza la Parola il cristiano non può fare nemmeno un passo, neanche dalla propria casa. Il cristiano è colui che sedotto dalla lieta notizia di Cristo, vince il peccato e la morte, è immortale, può fare qualunque cosa perchè vivo, come vivo e risorto è ancora per noi don Pino Puglisi nella cronaca dei Santi. Don Pino Puglisi, Beato, prega per noi."