Il 25 aprile in Italia è la Festa della Liberazione, si ricorda cioè l'anniversario della liberazione dal nazifascismo. Durante la seconda guerra mondiale (1939-1945), dopo il 1943, l'Italia si ritrovò divisa in due: al nord Benito Mussolini
e i Fascisti avevano costituito la Repubblica Sociale Italiana, vicina ai tedeschi e al Nazismo di Hitler, mentre al sud si formò in opposizione il governo Badoglio, in collaborazione con gli Alleati americani e inglesi. Per combattere il dominio nazifascista si era organizzata la Resistenza, formata dai Partigiani.
Questi erano uomini, donne, giovani, anziani, sacerdoti, militari, persone di diversi ceti sociali, diverse idee politiche e religiose, ma che avevano in comune la volontà di lottare personalmente, ognuno con i propri mezzi, per ottenere in patria la democrazia e il rispetto della libertà individuale e l'uguaglianza.
Il 25 aprile 1945 i Partigiani, supportati dagli Alleati, entrarono vittoriosi nelle principali città italiane, mettendo fine al tragico periodo di lutti e rovine e dando così il via al processo di liberazione dell'Italia dall'oppressione fascista.
Qualche anno dopo, dalle idee di democrazia e libertà, è nata la Costituzione Italiana.
Quello di cui vorrei parlare in questo articolo è, il valore odierno della Resistenza, cosa è rimasto oggi a noi, a distanza di tanti anni da quel lontano 25 aprile che cambiò le sorti dell’Italia.
Su Facebook uno dei più importanti social network, ho notato tantissimi link o frasi di giovani, ragazzi e ragazze che inneggiano alla nostra libertà, alla libertà di un Popolo che è stato capace di scegliere il proprio futuro. Una ragazza scrive: “Resistenza significa dare agli altri la propria libertà”, credo che questa frase riassume il valore della Resistenza. La Resistenza fatta dai nostri nonni, dai nostri padri è stata proprio questo, è stato sacrificare la propria vita per dare agli altri la libertà, per dare la libertà ad una Nazione.
Altri ragazzi hanno postato la canzone simbolo della Resistenza “O Bella Ciao”. E’una canzone che racconta la Storia e nello stesso tempo ad essere anch’essa Storia.
"Una mattina mi son svegliato, o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao, una mattina, mi son svegliato, e ho trovato l'invasor…..”. Le parole di questo canto sono parole semplici, che derivano dalla semplicità di chi le cantava, dalla semplicità di quelle persone che hanno perseguito un obiettivo comune, l'obiettivo della libertà. I partigiani non avevano colore politico, tra i partigiani c'erano comunisti, socialisti, cattolici, i partigiani erano il Popolo, quello stesso popolo che voleva veder finire una guerra che era costata troppe vite. Troppe madri avevano perso i propri figli, c'era tanta voglia di riscatto, voglia di libertà. Il messaggio che ancora oggi la memoria di queste persone riesce a trasmettere è un messaggio di libertà, un messaggio di forza. La giovinezza di molti partigiani se n'è andata via, così come il fiore del partigiano, quello stesso partigiano che è morto per la libertà dei suoi figli, dei suoi cari, per la libertà dell'Italia.
I partigiani sono eroi, sono stati eroi e saranno eroi per sempre. Sono eroi dell'impegno altruistico, sono l'esempio di quanta forza si crei nell'impegnarsi per affermare un valore comune; insieme queste persone hanno trovato il coraggio e la determinazione per lottare in quello che credevano e condividevano, a qualunque costo, anche a costo della propria vita. L'"appartenenza" cantava Giorgio Gaber, l'ineguagliabile sensazione di far parte di qualcosa di più grande di Noi, l'appagamento di partecipare, condividere, andare oltre insieme.
L'appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme non è il conforto di un normale voler bene l'appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
La storia ha il compito di insegnare e dalla storia noi dobbiamo imparare, la storia ci ricorda e deve continuare a farci ricordare i sacrifici di chi ci ha preceduto, perché solo attraverso questa conoscenza riusciremo a capire chi siamo, ma soprattutto chi vogliamo essere. Ogni italiano deve conoscere la storia dell'Italia, deve conoscere le persone che hanno reso l'Italia la nazione che noi oggi vediamo, le persone che hanno "fatto" l'Italia. Certo bisogna essere fortunati, si deve incontrare l'insegnante giusto a scuola che ci fa capire, da subito, che la storia non è un insieme di date da imparare a memoria, un insieme di fatti da enumerare nelle interrogazioni, la storia è "come eravamo", "perché eravamo così", "cosa si potrebbe fare per migliorare". Ricordi collettivi preziosi che ci devono insegnare a non ripetere gli errori, proprio come si cerca di non ripetere gli errori nella propria vita personale. Ricordi che la scuola dovrebbe rendere linfa per il futuro dei giovani.
"Libertà" è questa la parola più diffusa per ricordare il 25 aprile 1945 sui social network, libertà che deve essere ancora capita, libertà che è già stata compresa, libertà diversa da individuo ad individuo, eppure libertà così uguale, libertà che riesce ad uniformare un Popolo.