Riflessione sulla Pasqua del Vescovo mons. Luigi A. Cantafora “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. è risorto, come aveva detto”. La veglia pasquale ci ha fatto vivere il momento in cui le donne, recandosi alla tomba di Cristo, hanno sentito l’annuncio gioioso: “è risorto”! Non abbiate paura! è risorto, come aveva detto (Mt 28,5-6). Essa congiunge in se stessa la notte e il giorno. Difatti, le donne, all’alba, si recarono al sepolcro dove era stato deposto Gesù, per ungerne il corpo e non si aspettavano certamente di trovare la tomba vuota. Invece proprio così la trovarono.
E udirono quelle parole inattese. Finisce così la Veglia pasquale ed inizia il nuovo Giorno: il Giorno che ha fatto il Signore (cf. Sal 118,24).
La morte ha potere sull’uomo, un potere universale. Ed ecco, dall’interno della tomba di Cristo, giunge l’annuncio, un grido di gioia: “è risorto”. Voce che rinnova completamente l’orizzonte della storia dell’uomo, l’orizzonte dell’esistenza umana: “Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di Lui” (Rm 6,9).
Dio ha fatto nuovo, spirituale, incorruttibile, glorioso, immortale il corpo di suo Figlio. Gli Apostoli avevano visto Gesù Signore ridare la vita ed anche Elia ed Eliseo, nell'Antico Testamento, lo avevano fatto, per la loro preghiera di intercessione a Dio. Ma tutti costoro avevano ripreso la vita di prima; la loro anima era tornata in quel corpo che è fango e polvere del suolo.
Cristo Gesù risorge invece alla vita del dopo e il suo corpo entra nella dimensione dello spirito, del divino, dell'eterno: dalla storia al cielo, dalla terra a Dio. La risurrezione del Signore Gesù non è un evento sul modello del passato; essa è un segno escatologico, iniziatore del futuro dell'uomo. Essa è frutto e dono per la sua obbedienza.
è risorto ed è apparso a Maria Maddalena. è risorto ed ha incontrato i discepoli.
Gli Apostoli sono testimoni di un fatto che è avvenuto nella storia, ma che la trascende, la supera, la eleva, apre le sue porte sull’eternità. Gesù è risorto, è uscito per sempre dalla tomba, loro lo hanno visto, con Lui hanno anche mangiato, dialogato, chiarito ogni loro dubbio, a loro ha anche affidato la sua missione ed il suo messaggio e tutto questo dopo la sua morte in croce. Ma Gesù non è solo il Risorto, Egli è anche il Giudice dei vivi e dei morti; dinanzi a Lui dovrà piegarsi ogni ginocchio e confessarlo come il suo Signore e Dio, come il Salvatore e il Redentore mandato dal Padre. La sua vicenda di morte e di risurrezione non è un fatto immanente alla sua persona; la sua storia è la verità della salvezza di ogni uomo; sarà salvo chi crederà che Lui solo è la via dataci da Dio per entrare nella vita. Questa è la straordinaria grandezza di Gesù. Quell’uomo che la storia conosce come il Crocifisso e che i grandi della terra hanno liquidato come bestemmiatore, proprio quest’uomo è la via della vita.
San Paolo ha conosciuto Cristo nella gloria della risurrezione che ha abbagliato i suoi occhi e ha trasformato la sua vita, facendola risorgere dalle tenebre del peccato, dell’ignoranza, della confusione, dell’ambiguità, della non retta conoscenza di Dio. Lui annunzia Cristo risorto ma partendo dalla risurrezione avvenuta nella sua carne, nella sua vita, cioè da risorto, nuovo, cambiato, morto per sempre al peccato, per sempre risorto a vita nuova. Chi non si lascia seppellire nella morte di Cristo, mai potrà vivere da risorto assieme a Lui. Questo vuole dire Paolo – nella seconda lettura di questa solennità di Pasqua - quando afferma che la vita del credente è ormai nascosta con Cristo in Dio e che, pertanto, morto al peccato, è risorto a vita nuova. Egli viene in ogni credente mediante la forza rigeneratrice del Sacramento: dall’acqua e dallo Spirito Santo sgorga una vita nuova. L’uomo nasce di nuovo, cambia cioè la sua natura, diviene corpo di Cristo.
Ma il corpo di Gesù è risorto e asceso al Cielo e siede alla destra del Padre. Ed il cristiano essendo membro di questo corpo, anche lui è stato assunto nel cielo, anche lui è assiso nel corpo glorioso di Gesù alla destra del Padre. Il suo corpo di carne è però ancora sulla terra. Lui però non deve vivere come corpo di carne, ma come corpo celeste, corpo nel quale non può più abitare il peccato. Poiché lui è vero corpo glorioso di Gesù, come farà a vivere senza peccato? Lo dice S. Paolo: cercando quotidianamente le cose di lassù e non quelle della terra. Le cose di lassù sono l’obbedienza a Dio fino alla morte, in tutto seguendo le orme di Gesù Signore. Risorgere con Cristo è acquistare la dimensione vera dello spirito, della libertà, della capacità vera di amare, di sperare, di volere, di cambiare, di santificarsi, senza compromessi e né timore degli uomini. Chi risorge con Cristo non si lascia coinvolgere più dalle passioni, dai suoi egoismi, dalla sua invidia, gelosia, rancore, animosità, interessi terreni. In fondo l'uomo viene da fango e da spirito, con la risurrezione il fango diviene spirito, con il peccato lo spirito diventa fango e miseria di questo mondo.
Pasqua è invito ad ogni uomo a far parte dell’opera del Signore: “Ecco l’opera del Signore: / una meraviglia ai nostri occhi” (Sal 117 [118],23). E col Salmista ringraziamo: “Celebrate il Signore, perché è buono: / perché eterna è la sua misericordia. / Dica Israele che egli è buono: / eterna è la sua misericordia. /... la destra del Signore si è alzata, / la destra del Signore ha fatto meraviglie” (Sal 117 [118],1-2.16).