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La parola del Vescovo

Il sepolcro vuoto

Paolo Emanuele · 10 anni fa

L'omelia di mons. Cantafora nella veglia di Pasqua «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. è risorto, infatti, come aveva detto». Carissimi, il primo segno di Pasqua è il sepolcro vuoto.

L’angelo, dall’aspetto di folgore, luminoso e terribile, potrebbe incutere paura anche a noi e invece, quale messaggero particolare, viene a rassicurare gli animi tremanti delle donne e i nostri cuori ancora pavidi e smarriti per la paura della morte. Il terremoto e i fenomeni della natura sono solo uno specchio di ciò che accade dentro di noi quando non ci consegniamo all’amore.

Allo stesso tempo, l’evangelista Matteo, ci vuole far cogliere che siamo in un ordine nuovo; la creazione vive un nuovo parto: ciò che è vecchio è passato: ecco nasce una creatura nuova, la generazione dei risorti. Attraverso le letture che sono state proclamate, siamo stati accompagnati a conoscere e sperimentare l’alleanza che Dio ha stipulato con il suo popolo. Abbiamo visto come la storia della salvezza è giunta fino a noi. Ora è in atto la nuova alleanza.

Siamo davanti ad una tomba vuota. Il bilancio dei morti, della vendetta, dell’odio è in negativo: ha vinto la vita, ha vinto l’amore. Il Signore della vita non può stare tra gli olezzi di morte: Egli che è la vita, trasmette la vita in abbondanza!La storia cambia il suo corso: non più sangue ma luce, non più violenza ma pace. In tutta la Settimana Santa abbiamo concentrato il nostro sguardo sul corpo di Gesù: il corpo consegnato, martoriato, crocifisso e ucciso, il corpo profumato e, ora, il corpo risorto, trasformato dall’amore!Sì, la resurrezione è la salvezza della corporeità: è la festa del corpo diventato luogo della presenza di Dio, luogo abitato da Dio.Dopo la Resurrezione di Gesù non possiamo pensare al nostro corpo come un involucro da cui staccarci o da usare e abusare, ma come il luogo della comunione con Dio, il santuario e il tempio della sua Presenza.

«Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? … Perché santo è il tempio di Dio che siete voi» (1Cor 3,16-17)

Perciò ogni peccato verso il nostro corpo è contro la Resurrezione!

Noi limitiamo spesso i nostri ragionamenti a questioni morali, facciamo i puritani, ma è in gioco la vita, la vita eterna, la bellezza del nostro corpo che non può essere mercificato, scambiato o usato come un “contenitore di embrioni”!Il nostro corpo è il luogo della vita!La resurrezione della carne, che noi professiamo nel Credo è un fatto talmente inaudito che neanche i discepoli riuscivano a parlarne, ma è la logica conseguenza dell’Incarnazione e la bellezza della vita cristiana, non destinata a perire ma protesa verso la glorificazione, la trasformazione!Se l’anima è immortale, il nostro corpo è teso alla glorificazione della carne, alla bellezza trasfigurata del Figlio di Dio che trasformerà i nostri corpi a sua immagine!Ci pensiamo alla grandezza riposta nel nostro povero corpo? E noi? O lo trattiamo come un idolo o lo barattiamo come vile merce di scambio!Guardate cosa fanno le donne nel Vangelo quando appare loro il Risorto. «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono». Questo gesto delle donne accorse al sepolcro del Signore è per noi motivo di grande gioia! Queste donne adorano il corpo del Vivente. Le donne sono qui l’emblema di chi non si oppone più, non si difende, non resiste, ma adora! Il Signore ha voluto che proprio loro, le donne, fossero presenti ai piedi della croce e all’alba della resurrezione e, nella loro debolezza e fragilità, custodissero il mistero della vita che non muore. Preghiamo per le donne, per le madri, perché possano portare avanti con coraggio il dono della vita che custodiscono!Questo contatto fisico con il Risorto, questo gesto di adorazione come anche l’abbracciare i piedi del maestro, è segno di una grande intimità, di una grande comunione. Il Signore Gesù, Risorto dai morti, appare alle donne. Questa sua manifestazione è dunque un mandato, una missione per loro: «Vi precede in Galilea; là lo vedrete»Il timore e la gioia grande accompagnano la corsa del vangelo. Le donne abbandonano il sepolcro e corrono a dare l’annuncio ai discepoli. Le custodi della vita diventano anche le prime annunciatrici, diventano “angeli”, missionarie della buona notizia. Timore e gioia grande: questi sono i sentimenti che accompagnano anche la nostra vita. La gioia senza timore ci fa diventare spavaldi; il timore senza la gioia ci fa essere timidi e paurosi.Il Vangelo invece va annunciato con grande gioia - perché abbiamo incontrato il Vivente – e col timore di chi sa di portare un tesoro prezioso!

Che la nostra vita, le vostre famiglie, la nostra città, possa offrire a tutti l’annuncio: Cristo è Risorto, alleluia! La vita ha vinto la morte, alleluia! L’amore ha vinto l’odio, alleluia! E noi siamo suoi testimoni.