“Quello che ci dice l’Immacolata Concezione è che Dio continua a credere nelle sue creature”. Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, nel concludere l’omelia della Santa Messa da lui presieduta in Cattedrale nella ricorrenza della festa dell’Immacolata Concezione.

Dio, ha aggiunto il Vescovo, “poteva salvare l’umanità in tanti modi. Invece no. Chiede a Maria di Nazareth, – certamente dall’inizio preservata per grazia dal peccato originale – una creatura, rappresentante di tutta l’umanità, di dire che Dio crede ancora nell’umanità, nelle sue creature ed è attraverso di loro che mettendo, accogliendo l’amore originario di Dio Padre, l’uomo ancora può non dirsi barbaro, nemico, può rivale”. Non perché non ci siano ma, “dato che Dio crede ancora nell’umanità, l’uomo per il progetto di Dio può dirsi ancora figlio e fratello. Per questo Maria è madre, perché abbiamo la possibilità, come creature, di riconoscerci, figli e fratelli”.

 

Facendo riferimento alla seconda lettura tratta dalla lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini, monsignor Parisi, ha sottolineato che “nel testo di Paolo ci è detto qual è il motivo per il quale il Signore non può che pensare il bene per le sue creature: noi siamo dentro un pensiero divino, un modo di essere di Dio, che è un pensiero che nasce, trova consistenza e termina nel suo amore. Quindi, l’atto costitutivo della creatura viene dall’amore di Dio e la volontà di Dio non può essere distaccata da questo suo moto di amore sovrabbondante dal quale vengono creati la terra, il cielo, il mare, tutta l’umanità. Paolo questo lo spiega molto bene e dice che noi siamo stati fatti secondo il progetto di Dio che altro non è che il disegno d’amore della sua volontà. Noi siamo dentro questo disegno di amore. E, allora – ha chiesto il Vescovo – , come si colloca, ancora una volta, la libertà dell’uomo? Che cosa vuole realizzare Dio per le sue creature? Qui ci viene in aiuto la prima lettura che abbiamo ascoltato questa sera tratta dal libro della Genesi” dove il limite che il Signore pone non si trova al di là della libertà ma si trova dentro di essa ed è fondamentale per la stessa libertà che “deve essere percorsa, attuata, vissuta nella consapevolezza che noi siamo costitutivamente limitati, fragili e la filitudine è dentro la nostra vita ed è per il bene della nostra esistenza”.

Al termine della Santa Messa, il Vescovo, approfittando di un momento di tregua dalla pioggia, ha omaggiato la “Madonnina” in una cerimonia informale.

Il tradizionale omaggio floreale al quale presenziano anche i Vigili del fuoco, infatti, era stato annullato a causa del maltempo.

Saveria Maria Gigliotti