Con un’aria già immersa nelle feste natalizie che la Chiesa, pellegrina sulla Terra, si appresta a vivere con animo gioioso e riconoscente, l’inaugurazione e la benedizione del defibrillatore pubblico che, da qui a poco, sarà installato nella piazza antistante la Chiesa del Rosario, ad Accaria, nel comune di Serrastretta, appaiono gesti particolarmente significativi. Questi richiamano il cuore di ciascuno all’importanza del ricordo di quanti soffrono nel corpo e nello spirito e sollecitano le menti e l’animo a mettersi a servizio di coloro che hanno bisogno di un pronto intervento d’aiuto, in caso di necessità stringente. Sono state proprio queste le linee guida dell’incontro che si è svolto presso il Santuario “San Giovanni Paolo II”, nel comune di Feroleto Antico.

Nell’ambito della presentazione del libro “Ci ho messo il cuore”, monsignor Serafino Parisi, insieme alla comunità tutta della parrocchia “S. Maria Immacolata”, ha ringraziato l’autore Antonio Gigliotti, non solo per la condivisione dei suoi pensieri e delle sue esperienze all’interno del suo lavoro, ma anche e soprattutto per il generoso dono di cui si è reso benefattore.

Il Vescovo, nel ricordare l’episodio che costituisce l’incipit del libro, ha concluso il suo primo intervento evidenziando che “c’è sempre un’altra tappa da raggiungere, un’altra asticella da superare. Questo è il grande gioco della vita per coloro che si mettono a servizio degli altri. La maratona non è mai, così come la vita, una sfida per vedere fino a che punto io ce la possa fare. La vita, così come una maratona, è un’occasione per ribadire che, con l’impegno, e nella consapevolezza della fragilità e del limite, le cose si possono guardare anche dall’altra parte del traguardo. E questo è la cosa più bella. Il secondo insegnamento, che quest’iniziativa ci consegna, è che più guardiamo i nostri limiti più cresciamo e andiamo avanti.”

L’incontro è proseguito con la testimonianza di vita dell’autore Antonio Gigliotti, il quale ha ribadito ulteriormente, arricchendo le sue parole con il racconto degli episodi salienti della sua esperienza, narrati altresì nel libro, l’importanza di dare voce alla fragilità, nonché di comprendere sino in fondo che ne siamo tutti accomunati. Alla luce della caducità della nostra vita terrena, diviene necessario, come da lui sottolineato, essere grati nei confronti di tutte le azioni quotidiane, apparentemente banali, ma che in realtà costituiscono un tesoro prezioso e inestimabile.

L’importanza di uno strumento come quello del defibrillatore pubblico, benedetto alla fine della serata, si spiega, da un punto di vista clinico, anche a partire dalle statistiche che suggeriscono, come efficacemente ricordato da Alfredo Latelli, istruttore del corso Blsd (supporto di base delle funzioni vitali e defibrillazione precoce), che un gran numero di italiani, ogni anno, perde la vita a causa di arresto cardiaco improvviso. La preparazione e la prontezza d’animo della cittadinanza, avvalendosi di strumenti capillarmente diffusi sul territorio, potrebbero rappresentare una vera ancora di salvezza per quanti soffrono. Da qui la necessità di istruirci all’uso di tali dispositivi, affatto complesso, viste le moderne tecnologie, per far in modo che essi possano avere significato e possano espletare il loro compito.

La professione medica è di certo assai nobile, ma lo è altrettanto, come ha ricordato monsignor Parisi in chiusura, la fortezza di spirito che ci rende responsabili della vita del prossimo e custodi della preziosità della loro esistenza. Ecco che il Natale acquista il suo vero significato, quando esso si rende occasione di riflessione più attenta a bisogni concreti di un’umanità che soffre e geme, ma che dalla sofferenza trae l’impulso di luce e di vita per risalire dalle tenebre.

Il dono del defibrillatore pubblico, di cui Latelli ha esplicato l’utilità e la modalità d’uso, con una piccola dimostrazione pratica su di un manichino, è stato accolto con entusiasmo dal parroco della Parrocchia “S. Maria Immacolata”, don Francesco Benvenuto, che non ha mancato di mostrarsi riconoscente nei confronti di quanti hanno reso e renderanno possibile un tale arricchimento della nostra comunità. Gesto, questo, che potrà fungere da monito, affinché si prosegua in tal direzione anche in altri luoghi del comprensorio lametino.

Mariagrazia Fragale