“La visita di Dio mette il sorriso sulle nostre labbra. Come nella visita ad Abramo e a Sara, come nella visita, attraverso Maria, alla casa di Elisabetta e Zaccaria. La visita di Dio è per ognuno di noi fonte di consolazione e speranza, perché Signore viene nella nostra esistenza per dirci che è vicino a noi, vede le nostre necessità e difficoltà, vuole trasformare il nostro lutto in gioia, la nostra angoscia in speranza”. Così il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi che ha presieduto la celebrazione eucaristica al Santuario di S. Antonio di Padova nella festa della Visitazione della Beata Vergine Maria, primo giorno della Tredicina in onore di S. Antonio e momento inaugurale della chiesa retta dai padri cappuccini dopo i lavori di restauro.
Sul tema della visita di Dio si è incentrata la riflessione del presule, partendo dalle immagini bibliche della visita del Signore ad Abramo e Sara, in angoscia per la loro sterilità, fino all’immagine della visitazione di Maria Santissima a Santa Elisabetta, “le tante visite della storia della salvezza che sono il segno della scelta che Dio ha fatto di incontrare l’umanità perché ogni uomo possa avere una relazione diretta con il Signore. Dio, nel suo piano di amore, ha scelto di rendersi vicino alla storia dell’umanità. Il Figlio di Dio, che attraverso Maria ha preso la carne dell’umanità, entra nella storia, si fa partecipe della nostra vita e colma le nostre aspettative”.
Segno della visita di Dio – ha proseguito il vescovo – “è la gioia. Visitando Abramo e Sara, Dio mette il sorriso sulle labbra di una coppia sterile, che non vedeva alcun futuro. Quando la Madre di Dio va a visitare la parente Elisabetta, la casa di Elisabetta e Zaccaria si riempie di gioia. Anche Maria, all’annuncio dell’ Arcangelo Gabriele, è invitata a rallegrarsi: “Rallegrati, Maria”. La caratteristica del cristiano che si sente visitato da Dio e che vive la relazione autentica con il Signore è proprio quella della gioia. Il credente non annulla le difficoltà, i limiti, le sofferenze – quasi sempre inspiegabili – ma dentro questa condizione il cristiano sa gioire perché è certo che il Signore non lo abbandona, il Signore continua a visitarlo e lo sostiene”.
Citando l’inno antico della tradizionale orientale “Akathistos”, monsignor Parisi indica Maria come “sorriso di Dio che si incarna. Maria è la rappresentazione viva, tenera e forte, di una Madre che nel suo sorriso comunica che la gioia di Dio è quella di vederci sempre beati, lieti”.
“Auguro a ognuno di voi – ha concluso Parisi – che la Tredicina che iniziate in onore di S. Antonio sia un’esperienza forte, di fede filiale, come quella del figlio che si affida totalmente al Padre. Come hanno fatto i Santi, come ha fatto S. Antonio che si è affidato a Dio Padre ed è diventato un grande predicatore dei misteri di Dio. Come Maria ha potuto celebrare la grandezza di Dio, così ognuno di noi, con la sua vita e con le sue labbra, possa cantare la grandezza del Signore. Che queste sere di Tredicina siano sere di preghiera, di riflessione sulla Parola di Dio, di conversione del cuore perché nella semplicità dei gesti e dei segni della nostra fede possa manifestarsi il nostro atteggiamento filiale verso Dio, possa essere testimoniata la gioia che il Signore ci dà e, attraverso di noi, dà a tutto il mondo”.
A inizio celebrazione, fra Biagio Bonasso, guardiano del convento, a nome della comunità dei frati ha portato il saluto al Vescovo esprimendo la gratitudine al Signore per la conclusione dei lavori che, dopo dodici anni, hanno riportato il Santuario alla sua bellezza originaria.
Salvatore D’Elia