“Il vero contrasto alle varie forme di povertà educativa consiste nel far emergere il bello che c’è in ogni persona, quei talenti che ognuno ha e che, a causa della povertà, restano inespressi. Intervenire sulla povertà educativa significa, dunque, dare alla persona la possibilità di un futuro: spesso chi è povero sul piano culturale non riesce neppure a immaginare un futuro diverso dal presente che appare catastrofico. Pensiamo, quindi, ad intervenire per eliminare le cause della povertà e dare alla persona gli strumenti e la responsabilità di essere protagonista della costruzione di un futuro migliore”. Così il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi, nell’intervista rilasciata alla trasmissione “In cammino”, andata in onda stasera su TV2000.

Al centro della puntata del programma condotto da Enrico Selleri, l’esperienza di OffLab, il progetto di contrasto alla povertà educativa che vede coinvolti in partenariato: l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII in qualità di capofila; Caritas diocesana di Lamezia Terme; cinque istituti comprensivi statali ricadenti nel territorio della Diocesi di Lamezia Terme.
Per il vescovo Parisi, nell’intervista  all’interno del servizio a cura di Giorgio Brancia, “l’espressione povertà educativa rimanda anzitutto a una povertà di tipo relazionale. Poi, a una povertà legata a contesti spesso carenti di mezzi culturali con i quali emanciparsi da situazioni di degrado. E poi, ancora, a una povertà legata a contesti di povertà materiale. Rischiamo di perdere questi ragazzi, rischiamo che siano oggetto di reclutamento come manovalanza dalle diverse forme di malavita. Noi entriamo in contrasto con la povertà educativa facendo in modo che le cosiddette periferie esistenziali diventino centri di interesse all’interno dei quali poter offrire il nostro servizio, dando alla persona la possibilità di esprimersi in tutte le sue potenzialità”.

Un progetto, quello di OffLab, che per il direttore della Caritas Diocesana don Fabio Stanizzo “nasce da un ascolto attento del territorio, intercettando i bisogni delle nostre realtà. A partire da questo ascolto, abbiamo creato una rete tra Chiesa, scuola, istituzioni, società civile, per poter dare risposte concrete. Abbiamo cercato di concretizzare, nel nostro territorio, l’invito che Papa Francesco ha rivolto alle Caritas in occasione dei cinquant’anni dalla fondazione: essere creativi, rispondere con creatività e competenza alle istanze del territorio”. Don Fabio ha ricordato che il prossimo 23 novembre, nel contesto della settima giornata mondiale dei poveri che sarà celebrata domenica 19 novembre, sarà inaugurata la Cittadella della carità all’interno del complesso interparrocchiale San Benedetto, alla presenza del direttore di Caritas Italiana don Marco Pagniello. “Oltre al servizio mensa, all’ambulatorio solidale e al deposito Caritas già presenti – ha spiegato Stanizzo – presso il complesso San Benedetto sarà aperto un centro diurno, per offrire alle persone uno spazio di ristoro, relazione e presa in carico prima di accedere a tutti gli altri servizi. Quindi, il servizio docce, la lavanderia solidale. Aprire questi servizi non è una vittoria, perché significa che sul territorio esistono ancora queste forme di povertà. In questo contesto, come Chiesa diocesana, lavoriamo insieme a tutti per ‘fare bene il bene’ e  creare nuovi processi per un futuro migliore”.

 

A spiegare nei dettagli il progetto Off-Lab, la coordinatrice Alessandra Cugnetto che ha indicato nei bambini della scuola primaria, dai cinque ai dieci anni, i principali destinatari del percorso ai quali “fornire l’opportunità di crescere nel gioco, nello sport, nel teatro, in modo armonico. Bambini che vivono in situazioni di disagio e bambini che vivono in situazioni più serene sono sollecitati, attraverso questo progetto, a crescere insieme attraverso attività curriculari ed extracurriculari e laboratori di cittadinanza attiva. Accanto a questa attività, ci sarà un percorso di supporto alla genitorialità per aiutare le famiglie nei processi di inclusione”. La logica di rete è lo stile del progetto che “va ad operare con e dentro le scuole: le scuole si aprono alla corresponsabilità rispetto a ciò che avviene sul territorio e il mondo dell’associazionismo entra nelle scuole per lavorare in sinergia”.

Salvatore D’Elia