Ogni anno, durante il mese di agosto, il più caldo della stagione estiva, la Chiesa pellegrina nel mondo festeggia Maria, Madre di Dio e Madre di Misericordia. Difatti, a pochi giorni di distanza dall’Assunta in Cielo, i fedeli si riuniscono in preghiera a celebrare la Festa dell’Incoronazione della Vergine.
Una solennità, questa, particolarmente cara alla comunità parrocchiale di Accaria, lieta di accogliere quest’anno la nuova effige di Maria, che la raffigura nella sua dignità regale.
Nell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, ultimo libro del Nuovo Testamento, si legge di “una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. […] Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono.” Si tratta di un mistero grande: quello della Creazione di Dio, resa partecipe della sua Regalità, a motivo della redenzione che il Cristo ha meritato sulla Croce.
La festa liturgica di questo 22 agosto è stata accompagnata dalla preghiera della comunità tutta, la quale ha visto la nuova effige di Maria Regina Coeli sostare, di settimana in settimana, nelle diverse frazioni della Parrocchia.
La Peregrinatio Mariae, che si svolge ormai da quasi 20 anni, è da sempre vissuta con gioia e spirito di collaborazione, ha dato la possibilità di gustare la bellezza della preghiera e dell’affidamento a Dio: ogni grazia è concessa a chi si rivolge speranzoso alla Madre di Cristo, “dispensatrice di tesori celesti e di grazia per i peccatori”. L’avvicinarsi della festa e della celebrazione eucaristica presso il Santuario diocesano, dedicato ad uno dei più eccelsi devoti della Vergine Santa, San Giovanni Paolo II, è stata vissuta all’insegna dell’approfondimento della conoscenza della Maternità divina di Maria. Come, giustappunto, commenta il “Papa della famiglia”, nell’Udienza Generale del 23 luglio 1997, “il titolo di Regina non sostituisce certo quello di Madre: la sua regalità rimane un corollario della sua peculiare missione materna, ed esprime semplicemente il potere che le è stato conferito per svolgere tale missione.”
Domenica 20 Agosto, presso la Chiesa dedicata alla Madonna del Rosario, ad Accaria, si è tenuta una Veglia di preghiera, nel corso della quale, tramite le rivelazioni di Maria Vergine a Santa Brigida, si è riflettuto sul suo titolo di “Regina e Madre di Misericordia” e si è sottolineato come Ella sia strumento di redenzione e di salvezza per le anime peccatrici, in quanto ha sofferto con il Suo Figlio Benedetto la Passione che ha liberato l’Umanità intera dalle grinfie del peccato. Al termine di questo momento di meditazione, che è stato intervallato dai canti mariani di conoscenza popolare, l’effige è stata accompagnata nella chiesa parrocchiale S. Maria Immacolata di Quinzi, durante una processione che è passata per le vie più interne del paese, sulle note di melodie mariane ampiamente conosciute e nel silenzio del raccoglimento interiore. La statua, illuminata dalla luce delle torce, è stata accolta, dunque, per la prima volta nelle mura della chiesa e salutata dalla comunità con la preghiera del “Salve regina” che compendia l’intero messaggio mariano. Il giorno seguente, durante la Santa Messa nella medesima frazione, dopo l’ascolto della liturgia della parola, l’attenzione si è canalizzata nuovamente sulla Serva Umile del Signore, portatrice di pace e consolazione.
Ed ecco arrivare il giorno atteso, quello che avrebbe coronato questi momenti intensi e rinforzato quell’unità fraterna nella quale la comunità ha imparato a riconoscersi. La “Pasqua” della Vergine Maria mostra il destino riservato agli uomini e alle donne che si lasciano inabitare da Dio e guidare per i sentieri della vita. La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta dal rettore del Santuario, don Antonio Fiozzo, che ha spiegato le origini storiche e liturgiche della festa di Maria Incoronata Regina e di come negli anni l’affidamento, tramite la preghiera, alla Madre di Dio abbia dispensato alla comunità “grazia su grazia”, permettendole di portare avanti una devozione sincera, priva di orpelli di qualsivoglia natura, nei confronti della “consolatrice degli oppressi”. Il momento più significativo, la vera e propria benedizione dell’effige e incoronazione di quest’ultima, ha fatto sì che si vivesse un momento di alta commozione nel cuore di ognuno, reso più consapevole della Misericordia di Dio che abbraccia tutti e che può ogni cosa nella sua onnipotenza. Insomma, motivo di grande felicità per tutti questo giorno di Festa mariana, che ha risvegliato la memoria dei canti tradizionali, delle preghiere più belle, dei sentimenti più puri. Un messaggio di pace che brilla in un mondo che ha bisogno di riscoprire il perdono per sanare ferite di ogni sorta, negli ospedali, nelle trincee, negli animi di ognuno di noi…
Maria Grazia Fragale