Il valore del dialogo, dell’incontro con l’altro “faccia a faccia”, ritrovare le ragioni della gioia in un tempo complesso. Questi alcuni spunti di riflessione su cui si è incentrata la conversazione del vescovo monsignor Serafino Parisi con gli studenti del liceo Campanella di Lamezia Terme, nell’ambito degli incontri avviati dal pastore della Chiesa lametina in diversi istituti scolastici cittadini.
Prendendo spunto dalla performance con cui gli studenti del liceo musicale hanno accolto il presule, il vescovo ha richiamato l’immagine del dialogo tra il suono del pianoforte e del violino come emblema “del dialogo tra le persone, fatto da timbri e suoni diversi, armonizzati tra loro affinché ciascuno possa essere ricchezza per l’altro, con le sue potenzialità e le sue peculiarità. Oggi abbiamo tutti bisogno di un grande scambio dialogico: ne abbiamo bisogno noi adulti, ne avete bisogno voi che vivete in un tempo segnato da molte più insidie”.
Insidie che, per il vescovo di Lamezia, sono da rintracciare in particolare “nel rischio di non guardare alla realtà per ciò che essa è, ma una realtà filtrata da uno schermo, qualunque esso sia. Rischiamo di guardare la realtà come una rappresentazione della realtà stessa, distante da noi, che non impatta nella nostra vita. La grande scommessa di noi formatori è far capire ai giovani che c’è una grande differenza tra la realtà filtrata dallo schermo e la realtà per ciò che essa è. Da qui anche il rischio di non riuscire più a parlarci tra di noi faccia a faccia, di estraniarci dal mondo e dalla storia”. Riscoprire, dunque, il dialogo che è “pensiero, parola, incontro, relazione, occasione di crescita. Il dialogo è capacità di ascoltare l’altro: tutto quello che l’altro è, lo comunica a me e io entro nel suo mondo”.
Non una festa di “buonismo” il Natale, ha detto ancora monsignor Parisi rispondendo alla domanda di una studentessa, ma “è l’evento di Dio che, in Gesù, si è fatto uomo come noi per condividere la nostra storia. Non un’operazione di facciata per nascondere la realtà, perché proprio la nostra realtà con tutta la sua drammaticità è assunta da Dio che si fa uomo come noi. Se l’Eterno è entrato nel tempo, allora questo nostro tempo tende verso l’eternità: è questo il motivo che ci fa sempre gioire, anche in questi tempi difficili”.
Gioia vera che – ha proseguito Parisi – “è sempre una gioia condivisa, è gioire della gioia dell’altro, senza invidie. Vi auguro di vivere relazioni belle, autentiche, costruite ponendovi uno di fronte al volto dell’altro, capaci di incontrare lo sguardo dell’altro, di riconoscere le diversità dell’altro e valorizzarle come ricchezza. Vi auguro una vita in musica, con tutti i suoni possibili, con i timbri più diversi, che entreranno nel vostro mondo e che voi possiate goderne mettendoli in armonia tra di loro”.
A portare il saluto della comunità scolastica al vescovo, la dirigente Susanna Mustari che ha ringraziato monsignor Parisi per la sua presenza sottolineando come “in questo nostro tempo, i nostri ragazzi hanno bisogno di ascoltare parole di speranza e di pace”. La mattinata si è conclusa con l’esecuzione di alcuni brani da parte degli studenti del liceo musicale e la coreografia messa in scena dagli studenti del Coreutico.
Salvatore D’Elia